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Tumore al colon, è davvero colpa della carne?

Il tumore del colon-retto è uno dei più diffusi al mondo, dopo quello della mammella, del polmone e della prostata. Ma la mortalità è in forte diminuzione, grazie ai progressi nella ricerca, alla diagnosi precoce e al miglioramento delle terapie.

Il tumore al colon-retto è l’unico, fra i 156 tipi di tumore oggi conosciuti, sospettato di vedere aumentare leggermente la sua incidenza (dell’1% in termini assoluti) a causa di un eccessivo consumo di carni rosse e processate. Tra i maggiori fattori di rischio troviamo fattori genetici ereditari, il fumo, l’obesità, una vita sedentaria e una dieta sbilanciata. In genere, carni rosse e salumi vengono indicati come i cibi da limitare per tenere lontano il rischio di questa patologia. Ma è davvero tutta colpa della carne?

In genere, #carnirosse e #salumi vengono indicati come #cibi da limitare per tenere lontano il rischio di #cancro al #colon-retto. Ma è davvero colpa della #carne? Condividi il Tweet

Chi soffre di sindrome del colon irritabile, di malattie infiammatorie croniche intestinali, come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, chi presenta polipi intestinali benigni o ha parenti in famiglia già con una storia di tumore del colon-retto, ha una predisposizione e un rischio maggiore di sviluppare il tumore. La prevenzione è fondamentale, come sottoporsi a controlli frequenti, ma anche seguire uno stile di vita sano e attivo. Una dieta sbagliata, da sola, non è la causa di tumore del colon, ma può contribuire alla sua insorgenza in concomitanza con altri fattori di rischio.

Carni rosse e salumi sono finiti nel mirino in seguito al polverone IARC-OMS del 2015, che ancora oggi i detrattori della carne citano in malafede nonostante le smentite della stessa IARC. A distanza di altri sei anni, inoltre, la ricerca ha fatto passi da gigante con studi più accurati che mostrano i forti limiti degli studi passati su cui era stato calcolato il rischio di tumore del colon-retto. Un rischio risultato comunque inferiore al 1% in termini assoluti, dunque molto più basso rispetto ad altri fattori di rischio, come fumo, alcohol, inquinamento e presenza di grasso addominale in primis, nonostante sia stato calcolato anche su altissime quantità di carne.

Studi accurati hanno smentito il legame di causalità diretta tra l'assunzione di #CarneRossa e #Salumi e lo sviluppo di #tumori. Condividi il Tweet

Basti pensare che, negli studi sui ratti, sono state inoculate quantità di ferro eme corrispondenti al quantitativo di ferro di 4 kg di carne rossa. Una quantità non solo eccessiva e non rispondente al consumo normale di una persona, ma anche per un semplice motivo: prendere un solo componente della carne, in questo caso il ferro e inocularlo singolarmente come fosse un principio attivo, è un grave errore metodologico, che non dà una visione di ciò che accade in una dieta reale, e quindi variegata.

Il cibo è una matrice complessa di sostanze che interagiscono tra loro e che nel loro insieme ci fanno bene, ma se prendessimo queste sostanze singolarmente e le iniettassimo in grandi quantità come fossero dei principi attivi, tutti i migliori nutrienti diventerebbero dei veleni.

Infatti, tutti gli studi di migliore qualità scientifica che hanno revisionato gli studi passati considerati nel rapporto IARC-OMS, non hanno confermato nessun legame tra carne rossa, salumi e tumore del colon-retto. Ma neppure una correlazione significativa con altri tipi di patologie, come quelle cardiovascolari. Al contrario, gli studi attuali mostrano solo benefici della carne per la salute, perfino con quantità di carne rossa superiori a quelle raccomandate.

Studi attuali mostrano solo #benefici della #carne per la #salute, perfino con quantità di #CarneRossa superiori a quelle raccomandate. Condividi il Tweet

Ci sono invece studi che mostrano un rischio maggiore di tumore del colon-retto proprio in vegetariani e vegani, che fanno un abuso di fibre e vegetali contenenti fattori anti-nutrizionali potenzialmente tossici come saponine e lectine. Troppe fibre maltrattano e danneggiano l’intestino e l’ingestione frequente e abbondante di saponine e lectine può aumentare la permeabilità intestinale, causando malassorbimento, carenze nutrizionali e la “leaky gut”, l’intestino “che perde”, con dei veri e propri “buchi” nelle pareti intestinali.

Questo provoca intolleranze alimentari, celiachia e, nei casi più gravi, malattie autoimmuni. Lo sa bene chi soffre già di queste patologie o di colon irritabile e colite ulcerosa, per cui legumi, cereali integrali, frutta secca e verdure crude troppo fibrose sono proibitive.

Alcuni studi mostrano un rischio maggiore di #tumore del #colonretto proprio in #vegetariani e #vegani, che fanno un abuso di #fibre e vegetali contenenti fattori anti-nutrizionali. Condividi il Tweet

La carne rossa non è un alimento da demonizzare, nemmeno per pazienti oncologici, in quanto apporta numerosi nutrienti importanti che aiutano il recupero delle forze nella fase post operatoria, evitando la malnutrizione, il depauperamento delle riserve energetiche, proteiche e di altri nutrienti dell’organismo in questa fase così delicata.

In una dieta sana si raccomanda di consumare 500 grammi di carne rossa a settimana (500 grammi di peso cotto, equivalenti a circa 700-750 grammi di peso crudo in funzione del taglio e della modalità di cottura). Importante è che la carne sia cotta in maniera adeguata, non bruciacchiata, ancora meglio se a basse temperature e ben conservata. Queste indicazioni valgono per tutti, pazienti oncologici inclusi.

 

Agronomo e divulgatrice scientifica. Autrice e coautrice di 11 pubblicazioni scientifiche e di numerosi articoli riguardanti l’alimentazione umana e gli impatti della stessa sulla salute e sull’ambiente, nel 2010 ha conseguito il titolo di DoctorEuropaeus e Ph. Doctor in Produzioni Animali, Sanità e Igiene degli Alimenti nei Paesi a Clima Mediterraneo. Cura GenBioAgroNutrition, “un blog a sostegno dell’Agroalimentare Italiano, della Dieta Mediterranea e della Ricerca Biomedica, contro la disinformazione pseudoscientifica”, che aggiorna quotidianamente.