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allevamento avicolo danese

Danimarca, la verità dà torto agli animalisti

C’è chi predica bene, ma razzola male. È il caso di una Ong animalista, che dopo molto rumore e troppe promesse, ha ricevuto una lezione di correttezza e trasparenza dal settore avicolo danese.

Una storia che ha dell’incredibile. È successo in Danimarca, dove il 5 novembre 2021 l’associazione animalista “Anima” per la tutela dei diritti degli animali ha dichiarato guerra al settore avicolo. Convinta di voler mostrare a tutti la verità sugli allevamenti intensivi e su quanto i polli fossero allevati male e in condizioni pietose, ha offerto 67.000 euro a chi avesse avuto il coraggio di aprire le porte della sua azienda e di far vedere in che modo vengono allevati gli animali.

L’associazione agricola Danish Agriculture & Food Council, Poultry ha accettato allora di buon grado la sfida, non avendo niente da nascondere. Tutt’altro. Solveig Nộrmark che gestisce una produzione annuale di 550.000 polli da carne nello Jutland occidentale insieme al marito Jens Kristian, ha colto l’occasione di far conoscere il loro fantastico progetto. Come si può vedere dal loro sito web danese e tradotto in inglese, tutto l’allevamento è alla luce del sole.

Ci sono telecamere che riprendono gli animali in tempo reale e si può guardare tutto quello che succede all’istante in allevamento. Gli animali mangiano, sono tranquilli, riposano, scorrazzano e giocano tra loro e hanno tanto spazio a disposizione in cui vagare liberamente. In pratica con questo meccanismo è possibile seguire la vita in live streaming di circa 32.000 polli in diretta 24 ore su 24 dal pollaio. Le telecamere sono posizionate ad altezze e angolazioni diverse per dare una buona panoramica a 360 gradi del pollaio e funzionano anche quando è buio e gli animali dormono.

C’è chi predica bene, ma razzola male. È il caso di una Ong #animalista, che dopo molto rumore e troppe #promesse, ha ricevuto una lezione di #correttezza e #trasparenza dal #SettoreAvicolo danese. Condividi il Tweet

Tutto questo con l’obbiettivo di mostrare il più alto grado di trasparenza possibile e far conoscere al consumatore come avviene davvero la produzione convenzionale di polli da carne, al di là di ogni sentito dire. Come si può evincere guardando con i propri occhi, l’attenzione al benessere animale è quasi maniacale, con un altissimo grado di sicurezza. Tutto viene monitorato in tempo reale: la temperatura, il numero di animali presenti, l’acqua e il cibo consumati. Sono ben visibili gli impianti di ventilazione, di abbeveraggio e di alimentazione, con cibo, acqua fresca e aria sempre pulita a disposizione per tutti. Gli animali hanno libero accesso all’acqua e al mangime ben distribuito in ogni zona e mostrano una buona salute delle zampe e in generale.

“Sono lieta di dare il mio contributo affinché i consumatori danesi possano acquisire una maggiore conoscenza della nostra produzione di pollo” – commenta Solveig Nộrmark – “Penso che questo sia necessario, in modo da poter sfatare tanti falsi miti. C’è anche la possibilità di porre delle domande su tutto quello che viene mostrato in diretta. Vogliamo che la discussione sulla produzione danese di pollo si svolga in modo informato e consapevole. Ma anche se ci sono le telecamere che controllano tutto, io vado ugualmente di persona in allevamento a prendermi cura ogni giorno dei miei animali come ho sempre fatto”.

L’allevamento vanta anche una bassa impronta climatica, facendo un utilizzo ottimale delle risorse. Questo è prioritario, visto che l’allevamento convenzionale costituisce il 95% della produzione totale, seguita dal biologico e dal pollo ruspante. “I produttori danesi di pollame forniscono un prodotto di qualità, indipendentemente dalla forma di allevamento”, sostiene sul portale della European Livestock Voice Martin Hjort Jensen, Presidente di L&F Poultry: “È nostro compito come industria ottenere un po’ di questa conoscenza. Qui abbiamo trovato un modo per mostrare la nostra produzione senza compromettere il benessere degli animali o la salute“.

Dopo tutto il rumore fatto, gli #animalisti dell'Ong #Anima pagheranno davvero la somma di denaro promessa in premio e destinata ai #bambini? A quanto pare no. Condividi il Tweet

Ma gli animalisti pagheranno davvero la somma di denaro promessa in premio? A quanto pare no. Dopo aver “discusso internamente” sul da farsi, stando alle parole di Henrik Nielsen del Danish Agriculture & Food Council, alla fine hanno deciso di pagare solo poco più di 6.000 euro, una misera parte del risarcimento promesso. Davvero un peccato, visto che gli allevatori avevano deciso di donare interamente questi soldi in beneficienza all’organizzazione danese Julemaerkefonden, che aiuta i bambini in difficoltà. Anzi, ai bambini andrà persino meno, in quanto quasi 3.000 euro verranno dati all’organizzazione per i diritti degli animali OASA, che ha avuto una disputa legale con lo stesso Danish Agriculture & Food Council.

Secondo quanto dichiarato da Anima in un comunicato stampa, il motivo sarebbe qualche dubbio sulla trasparenza. “L’iniziativa si allontana molto da ciò che abbiamo chiesto”, fa sapere Thorbjõrn Schiõnning, responsabile delle comunicazioni di Anima: “Vogliamo andare in allevamento, registrare e seguire i singoli polli da vicino. Ecco perché la nostra offerta originale è ancora in vigore”. Insomma una ridicola arrampicata sugli specchi, come commenta anche l’allevatore Solveig Nõrmark che ha aperto il suo allevamento di polli ad Anima: “Siamo molto delusi. Non l’abbiamo fatto per i soldi, ma avrei desiderato che i bambini avessero ricevuto tutta la somma di denaro promessa. È una bella realtà con un gran bisogno di soldi”.

“Abbiamo mostrato la realtà in diretta streaming per 34 giorni, vale a dire per più di 800 ore”, continua Henrik Sìndergaard Nielsen sul sito della European Livestock Voice: “Il live streaming ha mostrato i polli da due diverse angolazioni. Un primo piano all’altezza di un pollo e un altro che dà una panoramica dell’allevamento. Inoltre, abbiamo mostrato i dati relativi al consumo di acqua e di cibo e il numero totale di polli. La domanda è se Anima fosse davvero interessata ai fatti o se questa fosse solo una trovata di marketing. Che ora daranno solo il 6% dei soldi promessi, dice tutto. Non capiamo perché Anima stia ancora offrendo il premio originale, visto che abbiamo già fornito al pubblico il miglior accesso possibile. Forse le condizioni corrette che abbiamo trasmesso in streaming non hanno soddisfatto la loro immagine preconcetta e falsa che hanno dell’allevamento di polli moderno?”, conclude amareggiato Nielsen.

Tutte le #OngAnimaliste hanno l’obiettivo di eliminare l’#allevamento e finanziano progetti con una marea di soldi ottenuti con #sponsorizzazioni e #donazioni. I gruppi più attivi ricevono oltre 650 milioni di dollari all'anno. Condividi il Tweet

La verità è che l’attivismo per i diritti degli animali è essenzialmente un megabusiness. All’apparenza sembrano associazioni moderate che vogliono solo migliorare il benessere degli animali. In realtà i loro veri obiettivi vanno oltre, con forme estreme di attivismo. Tutte le organizzazioni estremiste per i diritti degli animali hanno in realtà l’obiettivo di eliminare completamente l’allevamento e far sparire i suoi prodotti come la carne, il latte e le uova dalle nostre tavole. Finanziano anche progetti con una marea di soldi ottenuti attraverso sponsorizzazioni e donazioni. Per citare degli esempi, alcuni dei gruppi più attivi portano più di 650 milioni di dollari all’anno.

La famosa PETA, ad esempio, è collegata al gruppo estremo Direct Action Everywhere (DXE). Il loro modo di agire è tipico della delinquenza vera e propria: entrano negli allevamenti senza permesso, spesso di nascosto nella notte, e liberano gli animali, che andranno così incontro a morte certa. Tutto questo con il sostegno della PETA. Oppure come l’Animal Liberation Front (ALF), che è uno dei gruppi più estremi, identificato come un “terrorista” dall’FBI. Le loro azioni prevedono veri atti vandalici, come la distruzione degli allevamenti e il rilascio degli animali.

Insomma, la maggior parte dei gruppi per i diritti degli animali insegue senza mezze misure lo stesso obiettivo e si sostengono a vicenda, tra distruzione, molestie, violazioni di domicilio e furti. E questa storia danese è l’ennesima prova della loro disonestà.

 

Agronomo e divulgatrice scientifica. Autrice e coautrice di 11 pubblicazioni scientifiche e di numerosi articoli riguardanti l’alimentazione umana e gli impatti della stessa sulla salute e sull’ambiente, nel 2010 ha conseguito il titolo di DoctorEuropaeus e Ph. Doctor in Produzioni Animali, Sanità e Igiene degli Alimenti nei Paesi a Clima Mediterraneo. Cura GenBioAgroNutrition, “un blog a sostegno dell’Agroalimentare Italiano, della Dieta Mediterranea e della Ricerca Biomedica, contro la disinformazione pseudoscientifica”, che aggiorna quotidianamente.