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Spandimenti? Non c’entrano con l’aumento di PM10

Qual è l’impatto degli allevamenti nelle emissioni di particolato (PM10)? Ed il ruolo della zootecnia nell’epidemia di coronavirus? Secondo le evidenze scientifiche, nessuno. In questo instant-video il Professor Giuseppe Pulina, Presidente onorario dell’Associazione per le Scienze e le Produzioni Animali (ASPA) e Presidente di Carni Sostenibili, spiega ad alcuni giornalisti e divulgatori televisivi perché non ha senso collegare l’inquinamento da polveri sottili (PM10) né tanto meno l’origine della pandemia da COVID19 agli allevamenti padani.

Le polveri sottili rilevate nel nord Italia negli scorsi giorni nonostante i blocchi del traffico e delle attività commerciali, ad esempio, come dimostrato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) non sono dovute allo spandimento di liquami zootecnici nei campi della Pianura Padana, ma provengono dai deserti asiatici e dal Mar Caspio. Il particolato dovuto all’agricoltura, secondo l’ISPRA (2019), è l11,8% per i PM10 ed il 3,2% per i PM2,5: ciò significa che dal 1990 ad oggi è diminuito. Al contrario, il particolato proveniente dai trasporti (+44% rispetto all’agricoltura – emissioni di polveri sottili diminuite, ma molti altri inquinanti dannosi alla salute sempre presenti) e soprattutto dal riscaldamento domestico (a pellet in primis) è costantemente aumentato.

Se la zootecnia è responsabile in minima parte delle emissioni di particolato in atmosfera, il suo coinvolgimento per quanto riguarda la diffusione del coronavirus attraverso le polveri sottili, in base alle evidenze scientifiche, non sussiste affatto. In altre parole, agricoltura ed allevamenti non hanno alcuna responsabilità nella diffusione del virus. Non solo, il COVID19 NON si trasmette agli animali zootecnici (suini ed avicoli non hanno sviluppato il contagio), a maggior ragione laddove l’allevamento, essendo confinato, garantisce una maggiore biosicurezza. Insomma, anche per questo motivo gli allevamenti confinati, che alcuni anche in Italia si ostinano e definire “intensivi”, non sono il problema, ma contribuiscono alla soluzione dello stesso.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.