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Scelte alimentari: i motivi etici non si discutono, quelli scientifici sì

In ambito alimentare ormai si può leggere di tutto, soprattutto sul Web. E quando si tratta di accusare la produzione e il consumo di carne, ci si può imbattere in teorie quantomeno bizzarre, in cui “la pseudoscienza fa a pugni con la realtà”. Si scoprono così nuove teorie evolutive dell’essere umano, improbabili assiomi biologici o Premi Nobel inventati di sana pianta. Un utile riassunto delle principali bufale che girano sulla questione è stato fatto da Antonio Rispoli sul web-magazine Julienews.it. Lo riportiamo volentieri.

Essere vegano/a: una scelta etica, ma non scientifica

Sempre più spesso capita di leggere notizie false e fuorvianti sull’alimentazione. In particolare, negli ultimi tempi, si moltiplicano le bufale sul mangiare “vegano”, cioè esclusivamente vegetale (mentre il vegetariano non mangia carne, ma mangia i prodotti animali ottenibili senza ucciderli, come il latte e i formaggi o le uova). Ora, se questa scelta alimentare è data da motivi etici, nulla quaestio: l’etica è sempre qualcosa di personale; e qualsiasi scelta etica è per definizione non criticabile. Ma molti cercano di giustificare questa scelta alimentare in maniera scientifica. Non essendo possibile, sono state inventate menzogne su menzogne di pseudoscienza, che però fa a pugni con la realtà. Vediamone alcuni esempi.

“I nostri antenati erano vegani/frugivori/vegetariani”. Questa è la più facile: tirare in ballo la paleontologia. Andiamo, quanti si sono mai interessati di informarsi in questa materia? Peccato che sia una balla. Infatti l’essere umano è sempre stato onnivoro. Cioè è vero che si nutriva di frutti e bacche (“frugivoro” vuol dire mangiatore di frutta), ma non in maniera esclusiva. Prima che esistesse il fuoco (il calore ammorbidisce la carne e la rende mangiabile), l’essere umano faceva ammorbidire la carne in modo “naturale”: era un divoratore di carogne. Sì: come le iene, si nutriva di animali morti in decomposizione. Una cosa che oggi farebbe rivoltare lo stomaco a chiunque, ma questa era la realtà. Con una eccezione: è stato accertato che p0er un certo periodo, durante l’ultima era glaciale, alcune popolazioni del Nord Europa passarono ad una alimentazione esclusivamente a base di carne. Si è calcolato che mangiassero qualcosa come 5000 calorie al giorno, per compensare non solo la fatica della caccia, ma anche il freddo esterno. Questo lo si deduce innanzitutto dalla nostra dentatura, che non è assolutamente specifica, come quella di altri animali, anche simili a noi (per esempio le scimmie). L’animale che ha una dentatura simile alla nostra è l’orso, guarda caso anche lui onnivoro. E poi ci sono altri fattori di cui discuteremo tra poco.

“Il nostro organismo non digerisce la carne”. Chi sostiene questa teoria, afferma che la carne si deposita nell’intestino e lì marcisce. Con tutte le conseguenze negative che possono accadere. Peccato che non è così. Infatti, quando mangiamo la carne, i pezzi prima finiscono nell’acido cloridrico, di cui è pieno il nostro stomaco (il più potente acido naturale, pH1), che comincia a sfaldare il tessuto. Poi interviene “l’artiglieria pesante”: il nostro pancreas produce una sostanza, chiamata pepsinogeno. Questa sostanza, quando è a contatto con l’acido dello stomaco, si trasforma in pepsina, una sostanza che attacca le proteine della carne e le scinde in proteine più semplici. Quindi, quando il cibo passa nell’intestino, la carne non c’è. Ci sono proteine con una struttura molto semplice, che vengono assorbite completamente. Ben diverso è quello che accade alle verdure: leggermente intaccate dall’acido (che comunque non riesce a superare lo strato esterno), passano intatte nell’intestino, che ben difficilmente le digerisce. Una piccola parte viene mangiata dai batteri che compongono la flora intestinale, ma il grosso viene poi espulso. Non è un caso che, nei casi di stitichezza, il medico consiglia di fare il pieno di verdure: sono indigeribili.

“Mangiare carne rende il sangue acido”. Confesso che la prima volta che l’ho letto, mi sono piegato in due dalle risate. Perchè le vene non reggerebbero uno sbalzo di acidità, una persona morirebbe in breve per una serie di emorragie interne. Allora, la teoria è che quando si mangia carne, si creano dei sottoprodotti che rendono il sangue acido. In realtà, è una bufala. Le proteine della carne, come dicevo prima, vengono spezzate dalla pepsina in proteine più semplici. queste proteine vengono assorbite dall’intestino e immesse nel sangue, che le trasporta alle cellule che ne hanno bisogno. Qui all’interno della cellula vengono ridotte ad aminoacidi ed utilizzate. Il prodotto di scarto – che le cellule rimettono in circolo nel sangue – è l’urea, cioè quella sostanza che rende giallastra la nostra pipì. E’ acido? Certo. Ma una persona in salute, con i reni che funzionano, riesce a mantenere la quantità di urea nel sangue al di sotto di un livello pericoloso. Quindi, non è che se uno mangia carne, fa il sangue acido e si ammala; è che se uno si ammala e i reni non funzionano, l’urea si accumula e fa danni. Ma attenzione, l’urea si accumula sia se si mangiano proteine animali che vegetali. Infatti entrambe hanno la stessa struttura (una catena di atomi di carbonio a cui sono legati atomi di azoto, idrogeno, ossigeno e, in misura minore, altre sostanze) e quindi rilasciano lo stesso prodotto di scarto.

“Nel 1931 il Nobel andò a chi aveva scoperto che la carne faceva venire il cancro”. Questa invece è interessante. Perchè apparentemente è ben inquadrata. La persona in questione è facilmente identificabile: si tratta di Heinrich Otto Warburg. Uno si informa e scopre che è stato un fisiologo tedesco, che ha studiato effettivamente i tumori; in particolare il fatto che si sviluppano più rapidamente delle cellule normali perchè assorbono lo zucchero più rapidamente. Scoprì anche che il tumore si sviluppa più facilmente quando il pH è più basso del normale. Allora dove sta la bufala? Che Warburg non ha mai parlato dei consumi di carne. E che la motivazione del premio Nobel che vinse fu “per la scoperta della natura e delle modalità di azione degli enzimi respiratori”. Come si vede, niente carne, niente esami specifici. Come si vede, è bastato prendere una notizia vera, aggiungerci un paio di parole e trasformarla in una bufala. Peccato che smentirla è abbastanza facile: basta leggere Wikipedia.

“Il latte fa venire il cancro”. Anche questa è facile da smentire. Si sostiene che il latte ha le stesse proteine della carne e quindi si ripropone la questione già esaminata nel paragrafo più sopra. In realtà, c’è la questione del latte vaccino. che ha una composizione diversa da quello del latte umano. Secondo alcuni fa male, ma non ci sono prove conclusive, in questo senso. Ed è sbagliato, come fanno molti, mettere in correlazione il latte con l’intollerabilità che molti sviluppano al latte fresco. Questo dipende dal fatto che a molti di noi cessa la produzione di una particolare proteina che è indispensabile per digerire il latte; senza questa proteina, bere latte provoca il vomito. Ma non ha nulla a che fare con il cancro. E’ una proteina che non serve più dopo i 6 anni (anche senza questa proteina, si può digerire tranquillamente sia il formaggio che i latticini) se non per chi ama bere latte. E quindi è normale che l’organismo non possa produrla da adulti.

“Mangiare solo verdure è naturale”. Può sembrare strano, ma è la cosa più innaturale del mondo. Perchè ci si dimentica dell’abisso che c’è tra la natura e la nostra vita di tutti i giorni. Mi spiego. Immaginiamo il mondo di 5000 anni fa. A marzo, quali frutte e verdure produce la terra in un clima come quello italiano? Fate i conti e vedrete che non produce poi molto. E qualcuno ritiene che si possa vivere per giorni e giorni mangiando solo mele e broccoli (se non è troppo tardi), insieme a qualche carciofo? Oppure si ritiene che 5000 anni fa ci fossero i frigoriferi, le serre, il tofu e tutte le altre comodità che abbiamo oggi, integratori alimentari compresi? Forse in estate ce la faremmo: tra maggio ed ottobre c’è una fioritura di prodotti agricoli. Non so se, a livello di proteine, vitamine, ecc., si tratti di una alimentazione completa. Ma sicuramente i prodotti della natura (intesa come natura senza civiltà e tecnologia) non garantiscono la sopravvivenza dell’essere umano in inverno. E anche qui, è sbagliato fare paragoni con altri animali. La flora batterica varia da specie a specie. E negli animali erbivori che d’inverno si muovono regolarmente, si sviluppano batteri che forniscono quelle sostanze che non si possono procurare in natura. Batteri che noi non abbiamo.

Naturalmente potrei continuare, ma direi che quanto scritto finora basta e avanza per far capire che l’essere vegani è una scelta che non ha nulla a che vedere con la scienza.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.