Qualche chiarimento sulla carne sintetica
Il Professor Giuseppe Pulina fornisce alcuni chiarimenti sulla carne sintetica dopo le numerose inesattezze riportate ultimamente su alcuni giornali.
È sbagliato sostenere che per produrre carne sintetica non si usano ormoni
La più estesa review sulle colture di cellule muscolari recita letteralmente “la coltura di cellule staminali in vitro può essere ottenuta mimando la nicchia delle cellule staminali in vivo che include una matrice extracellulare (ECM), molecole segnale (ormoni e citochine), metaboliti e condizioni fisiche ambientali”. Inoltre, la parte della maturazione dei miotubuli e di crescita del muscolo (ipertrofica) necessita “di diversi fattori anabolici di crescita che includono IGFs (fattori di crescita insulino simili), fra cui IGF1, ritenuto pivotale per il ruolo che svolge nella crescita muscolare”.
È stato anche dimostrato che androgeni, quali il testosterone, aumentano la massa muscolare in vitro per le vie metaboliche IGF1 e follistatina. D’altra parte, affinché un bioreattore possa consentire una produttività per metro cubo superiore di gran lunga a quella ottenibile in un animale occorre un ambiente molto più ricco di fattori anabolizzanti di quelli naturalmente prodotti da un animale in accrescimento. I fattori di crescita ormonali prodotti naturalmente dall’animale, e gli altri cataboliti originatisi dal processo anabolico, sono metabolizzati da questo con cinetiche ben conosciute e i cataboliti sono espulsi per via urinaria o riassorbiti a livello sistemico (come nel caso dell’acido lattico). Nel caso della carne artificiale, invece, non si conosce la bio-dinamica, l’accumulo e le modalità eventuali di rimozione né dei cataboliti dei fattori di crescita artificialmente aggiunti al medium, né degli altri cataboliti delle bioreazioni, e, ciò che è peggio, non è noto il loro effetto sulla salute umana.
Sì, si tratta proprio di carne artificiale o sintetica
Sul pregiudizio linguistico occorre confermare che si tratta di carne artificiale o sintetica, in quanto prodotta grazie alla sintesi extracorporea di numerosissimi composti, molti ottenuti da microorganismi geneticamente modificati, che simulano quelli nativi dei sieri fetali bovino ed equino che costituiscono la base (20% e 10% rispettivamente) del medium di proliferazione cellullare. La contrapposizione fra naturale e artificiale è utilissima per conoscere i limiti entro i quali dobbiamo muoverci quando parliamo di alimenti e di simulazione della biologia. Per essere chiari, produrre carni con gli animali zootecnici è naturale, produrre un tessuto muscolare extracorporeo in un bioreattore è artificiale e necessita di prodotti di sintesi: per cui queste biomasse sono artificiali e sintetiche al tempo stesso.
La carne sintetica non è uguale a quella prodotta da un animale
Anche se si vuole in tutti i modi far credere il contrario, la carne sintetica non è uguale a quella prodotta da un animale. Mancano tutti tessuti non muscolari, quali il connettivo, il lipidico, il vascolare, ecc. e deve essere pesantemente additivata per acquisire il sapore e i micronutrienti naturalmente presenti nelle carni da animali zootecnici.
L’allevamento non è la causa del cambiamento climatico
Negli scorsi 10 anni tutto l’allevamento nazionale, ricalcolando con le nuove metriche di Oxford le emissioni valutate da ISPRA, non solo non ha contribuito ai gas serra, ma ha raffreddato l’atmosfera per circa -49 milioni di CO2ew. Se consideriamo che nel 2022 sono stati prodotti in Italia 3,5 milioni di tonnellate di carni, la loro sostituzione totale con carni artificiali comporterebbe, un impatto climalterante di 28 milioni di tonnellate di CO2, praticamente equivalente a tutto l’impatto dell’agricoltura italiana certificato da ISPRA per il 2021 con le metriche IPCC tradizionali. Infatti, secondo i dati di Wageningen, per produrre 1 kg di muscolo sintetico sono rilasciati nell’ambiente 8 kg di CO2.
L’Europa e l’Italia sono all’avanguardia per il benessere animale
Sulla sofferenza degli animali, occorre precisare che l’Europa e l’Italia, in particolare, sono i luoghi al mondo in cui il benessere animale è maggiormente rispettato. In particolare il Ministero della Salute italiano, con il programma ClassyFArm, ha fornito uno strumento valido per la rilevazione delle non conformità. Il Ministero, nell’ultimo report relativo al 2019, informa che gli allevamenti pienamente conformi alle norme sul benessere, sulla base di circa 6.000 ispezioni, sono stati il 94%.
Per produrre carne sintetica servono antibiotici
Sull’impiego degli antibiotici nella produzione di carne sintetica, la review citata all’inizio, rileva che questi sono impiegati nel 70% degli studi da loro presi in esame, che in totale sono 60 trials, a volte mixati con antimicotici, anche se le case produttrici di muscolo sintetico affermano di non usarli. Tuttavia, molti autori palesano dubbi sul fatto che si possa ottenere uno scaling up di natura industriale senza prevenire con antimicrobici le contaminazioni batteriche e fungine alle temperature (36-37°C) a cui operano i bioreattori. L’uso di antibiotici per la produzione animale, invece, è fortemente diminuito in Italia (-59% dal 2010) e in Europa (-46,5 % dal 2011) come dimostrato dalle statistiche ufficiali degli ultimi 10 anni.
La dieta Eat Lancet è stata bocciata dagli esperti
Richiamare, infine, la Eat-Lancet diet, contestata da studi scientifici, è assolutamente fuori tempo. Le comunità dei nutrizionisti medici e degli scienziati ambientali, nonché di quelli sociali, l’hanno stroncata senza appello.