PNR: carni italiane estremamente sicure
Buone notizie per la sicurezza alimentare della carne italiana e dei prodotti alimentari di origine animale in generale. I controlli del Piano nazionale per la ricerca dei residui (PNR) fatti nel corso del 2014 hanno infatti riscontrato una bassissima percentuale di positività. Lo rivela un articolo pubblicato su Adnkronos, che rivela come sia risultata conforme ai parametri di legge la quasi totalità dei campioni esaminati durante lo scorso anno. “I campioni che hanno fornito risultati irregolari – riferisce il Ministero della Salute in una rapporto diffuso nei giorni di Expo Milano 2015 – sono stati complessivamente 44 su 40.806”, pari allo 0,11% del totale.
“Dunque è positivo il dato principale della relazione sui controlli ufficiali, eseguiti in attuazione del PNR negli animali e nei prodotti di origine animale, come miele, latte, uova”, scrive Adnkronos: “Vengono monitorate le sostanze e i residui che potrebbero costituire un pericolo per la salute pubblica, come quelle a effetto anabolizzante e quelle non autorizzate, i medicinali veterinari e gli agenti contaminanti. Il Piano è frutto della collaborazione delle autorità competenti regionali e locali, dei laboratori nazionali di riferimento e degli istituti zooprofilattici sperimentali.
Nel 2014 sono stati analizzati 40.806 campioni, di cui 16.276 per la ricerca di residui di sostanze appartenenti alla categoria A (sostanze ad effetto anabolizzante e sostanze non autorizzate) pari al 39,9% del totale delle analisi; 24.530 per la ricerca di residui di sostanze appartenenti alla categoria B (medicinali veterinari e agenti contaminanti) pari al 60,1%.
Dei campioni che hanno fornito risultati irregolari: 15 sono risultati non conformi per la presenza di residui appartenenti alla categoria A (34,1%) e 29 per il riscontro di residui di sostanze della categoria B (65,9%). Per i 44 campioni non conformi, si registrano 56 esiti analitici non conformi: un campione può infatti essere analizzato per più sostanze e risultare non conforme per più di una sostanza.
Quanto alle sostanze riscontrate in campioni non conformi: il 34% è del gruppo B1 (sostanze antibatteriche, comprese sulfamidici e chinolonici) con un totale di 15 campioni non conformi. Le sostanze farmacologiche responsabili del maggior numero di non conformità sono i sulfamidici, le tetracicline, i macrolidi e chinolonici, le penicilline; 30% gruppo A4 (lattoni dell’acido resorcilico, compreso lo zeranolo), 18% gruppo B3 (altre sostanze e agenti contaminanti per l’ambiente) e 14% gruppo B2 (altri prodotti medicinali veterinari).
Per le sostanze appartenenti al gruppo A4 non è stato evidenziato alcun trattamento illecito, ma la presenza del residuo è stata attribuita alla contaminazione del mangime da micotossine. Infine, per le sostanze appartenenti al gruppo B3, in particolare le aflatossine, la principale fonte contaminazione è stata identificata nel mais”.
L’articolo completo è su Adnkronos.