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Perché la carne costa più di altri alimenti?

Nell’ambito dei consumi alimentari, le carni contribuiscono al 20-23% del totale dello “scontrino” mensile di una famiglia media, anche in tempi di crisi economica. Uno dei motivi, forse il principale, per cui gli italiani nel corso degli ultimi anni hanno iniziato a mangiare meno carne è che questa costa più di molti altri alimenti. Ma a cosa è dovuto?

La filiera di produzione delle carni è complessa, occorre tenere conto di diversi aspetti, dalla produzione dei mangimi, alla gestione degli allevamenti, alla fase di macellazione e alla successiva lavorazione della carne, oltre che alla distribuzione e alla conservazione.

La presenza di queste fasi, ciascuna fondamentale, fa sì che il costo della carne, confrontato con altri alimenti a parità di peso, sia più alto, soprattutto se questi alimenti sono alimenti più “semplici” e caratterizzati da una filiera più corta.

La carne è più costosa se confrontata ad altri alimenti ma non in senso assoluto: pensiamo ad esempio alle carni avicole, che sono sicuramente quelle con il rapporto qualità-prezzo più conveniente.

Le carni in generale non portano a maggiori spese, se consumate seguendo le quantità suggerite dalle linee nutrizionali della Dieta Mediterranea, concetto ben descritto dalla “Clessidra Economica”, calcolata a partire dalle stesse ipotesi di quella ambientale, che esprime il costo settimanale della dieta suggerita dalle linee INRAN (ora CREA – Alimenti e Nutrizione).

 

Redazione Carni Sostenibili

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.