Non siamo adatti a mangiare carne?
Sul Web si trovano spesso siti pseudo-scientifici che tentano di dimostrare che l’uomo non è onnivoro. Secondo le loro bizzarre teorie, noi esseri umani non saremmo adatti a mangiare carne: vediamo quali sono le motivazioni più fantasiose e purtroppo molto diffuse.
- L’uomo è incapace di sbranare la preda viva e di strappare la carne cruda con i suoi denti
Secondo questa spiegazione, la carne non sarebbe un alimento adatto a noi, perché non la mangiamo come fanno gli animali predatori in natura, ma possiamo consumarla solamente dopo vari processi, come la frollatura e la cottura. L’associazione con il comportamento degli animali in natura è totalmente fuori luogo. L’essere umano si è evoluto e grazie alla sua intelligenza ha sviluppato tecniche per rendere gli alimenti più idonei alle sue esigenze.
E’ vero che la carne necessita di lavorazioni per renderla più morbida, digeribile e appetibile, e per aumentarne la sicurezza dal punto di vista sanitario, ma non per questo non è un alimento valido e adatto alla conformazione del nostro organismo.
Secondo questa visione, poi, nemmeno alimenti come la soia, i cereali e alcune verdure sarebbero allora idonei al consumo umano, visto che anche questi devono essere sottoposti a modifiche, per essere commestibili. Ne sono un esempio i legumi, che necessitano di essere messi in ammollo e consumati obbligatoriamente cotti, per disattivare sostanze altrimenti tossiche per l’uomo. O la soia, appunto, che non possiamo consumare così com’è, ma dalla quale riusciamo a trarre qualche beneficio solo dopo trattamenti come la fermentazione e la germogliazione.
Quali animali in natura sono in grado di farlo?
- La nostra dentatura è simile a quella degli erbivori
In realtà la nostra dentatura completa e polifunzionale è molto diversa da quella degli erbivori e presenta molte caratteristiche che confermano che l’uomo è onnivoro: non abbiamo denti a crescita infinita, non siamo in grado di afferrare, tagliare l’erba con gli incisivi e brucare come fanno gli erbivori, non abbiamo molari adatti a sminuzzare i vegetali e non riusciamo ad ingoiare facilmente alimenti troppo fibrosi e grossolani.
Inoltre, la zona tra il canino e il primo premolare è molto appuntita e tagliente, simile ai denti dei carnivori e adatta per questo a recidere un pezzo di carne. Anche i nostri molari sono molto più simili a quelli dei carnivori e degli onnivori che a quelli degli animali erbivori.
- L’uomo è frugivoro, in quanto appartiene ai primati, che sono frugivori
In realtà non tutti i primati sono frugivori, anzi, la maggior parte di essi sono onnivori, compresi Scimpanzé e Bonobo, cioè le specie più vicine all’Homo Sapiens. Questi si cibano proprio di carne, cacciando attivamente nella foresta altri animali, depredando le uova e i piccoli nati dai nidi degli uccelli, oltre a nutrirsi abitualmente di insetti, usando dei rametti per estrarre formiche e termiti. Le proteine animali sono quindi fortemente rappresentate. Non solo, fra gli scimpanzé si sarebbero diffuse anche pratiche di cannibalismo e uccisione dei cuccioli.
Spesso, chi ha interessi nel promuovere una dieta strettamente vegetale prende come esempio l’alimentazione di un altro nostro “parente”, il gorilla, sostenendo che dal momento che è un erbivoro e le uniche fonti animali di cui si nutre sono alcuni insetti, in percentuale inferiore all’1%, allora anche l’uomo dovrebbe mangiare in questo modo.
Il paragone con il gorilla lascia il tempo che trova: non solo perché ci siamo evoluti e ormai siamo completamente un’altra specie – che con i gorilla ha poco a che vedere, ma considerando che il gorilla può arrivare a mangiare 30 kg di vegetali al giorno, per nutrirsi come lui l’essere umano dovrebbe ingerire in proporzione ben 14 kg di vegetali crudi al giorno, che non è proprio un toccasana per stomaco e intestino. E poi chi ci riesce?
- Non abbiamo gli enzimi necessari per digerire la carne
Anche qui siamo di fronte ad una enorme falsità. Siamo infatti dotati di lipasi, cioè enzimi che demoliscono i grassi, come ad esempio i trigliceridi, che sono solamente di origine animale e non vegetale. E di pepsina, un enzima che attacca le proteine scomponendole in amminoacidi. Quindi la natura ci ha geneticamente programmati per digerire perfettamente la carne, presente nella nostra dieta da centinaia di migliaia di anni.
- Il nostro intestino è troppo lungo e la carne va in putrefazione
Il nostro intestino tenue è lungo dagli 8 ai 9 metri: qui il cibo viene demolito e ridotto a sostanze più semplici per essere assorbite. Quindi passa nell’intestino crasso, che è lungo 2 metri, dove il cibo fermenta e imputridisce, andando a formare l’importantissima microflora batterica intestinale. In questo tratto non solo la carne, ma anche la frutta e la verdura subiscono la stessa sorte, ed è un processo del tutto naturale e necessario per la formazione dei batteri simbionti.
La lunghezza intestinale dell’uomo è la stessa degli animali onnivori e l’affermazione per cui i carnivori hanno l’intestino corto per permettere alla carne di restare in circolo il meno possibile è priva di fondamento. Infatti il mammifero che ha l’intestino più lungo è il leone marino, che è carnivoro, mentre la salpa, che è un pesce, è l’animale che ha l’intestino più lungo, ed è onnivoro. La lunghezza intestinale non è quindi un buon criterio per la distinzione tra carnivori, erbivori e onnivori.
Altre caratteristiche a favore della dieta onnivora dell’essere umano sono la presenza del pollice opponibile, adatto ad afferrare le prede e a costruire armi, per far fronte alla mancanza di artigli e gli occhi disposti frontalmente, che è caratteristica tipica dei predatori, perché permette la visione binoculare, al contrario delle prede che hanno gli occhi disposti lateralmente per ampliare il più possibile il campo visivo e poter avvistare e scappare dai predatori.
Tentare comunque di costruire uno schema unico di mammifero onnivoro è estremamente semplicistico: basti pensare alle diversità che esistono tra l’orso e il maiale, entrambi onnivori ma con una dieta molto differente.
Paragonare l’uomo ad un erbivoro non ha senso, come non ha senso paragonarlo ai predatori carnivori: una dieta composta solamente di carne sarebbe deleteria, come lo sarebbe una dieta fatta di soli vegetali. L’assunzione di carne è perfettamente funzionale alle nostre capacità digestive e deve essere presente in una dieta completa e bilanciata, che preveda l’assunzione di alimenti vegetali e animali, senza nessuna esclusione.
Susanna Bramante
Susanna Bramante è agronomo e divulgatrice scientifica. Autrice e coautrice di 11 pubblicazioni scientifiche e di numerosi articoli riguardanti l’alimentazione umana e gli impatti della stessa sulla salute e sull’ambiente, nel 2010 ha conseguito il titolo di DoctorEuropaeus e Ph. Doctor in Produzioni Animali, Sanità e Igiene degli Alimenti nei Paesi a Clima Mediterraneo. Cura GenBioAgroNutrition, “un blog a sostegno dell’Agroalimentare Italiano, della Dieta Mediterranea e della Ricerca Biomedica, contro la disinformazione pseudoscientifica”, che aggiorna quotidianamente.