Non serve lavare il pollo crudo, basta cuocerlo bene
Ci sono molte false credenze sul pollo. Una di queste è che la sua carne debba essere lavata, prima di essere cotta. Addirittura il 77% degli italiani pensa che questa sia una buona prassi, anche se non è così.
In natura non esistono cibi sterili: insalata, pesce, carne, ogni cibo può portare con sé micro-organismi patogeni. Attenzione, non significa che questi siano “contaminati” e quindi dannosi di per sé, ma che non essendo sterili è sempre bene prendere i giusti accorgimenti igienici.
Se si lavano degli alimenti, ad esempio, c’è da tenere presente che eventuali agenti patogeni si possono diffondere proprio attraverso gli schizzi d’acqua, o gli utensili utilizzati per affettarli. Un problema che riguarda soprattutto quei cibi che mangiamo crudi (come la frutta o l’insalata, appunto) e che quindi non hanno la “protezione” derivante dalla cottura. Non è il caso del pollo, che comunque lo si serva alla maggior parte delle persone piace ben cotto.
La cottura uccide ogni microbo potenzialmente presente negli alimenti. Ma affinché ciò avvenga, bisogna cuocere i cibi a temperature superiori ai 70 gradi. Al contrario, il lavaggio non elimina i micro-orgasmi, anzi – è bene ribadirlo – ne favorisce l’eventuale diffusione.
Per evitare la cosiddetta “contaminazione incrociata”, in pratica, bastano piccole e semplici accortezze, a partire dall’evitare di usare lo stesso coltello o lo stesso tagliere per la carne cruda e per quella cotta.
Se volete proprio andare sul sicuro, potete limitarvi a seguire queste cinque semplici regole:
- Lavarsi le mani con acqua calda e sapone, prima e dopo avere toccato il cibo, e lavare gli utensili e i taglieri usati per gli alimenti crudi.
- Separare nel frigorifero i cibi crudi da quelli cotti.
- Far cuocere bene gli alimenti, e sempre sopra i 70º.
- Conservare i cibi crudi alle giuste temperature (in frigorifero a 5º o meno), possibilmente coperti o in contenitori.
- Leggere bene l’etichetta, usare acqua e materie prime sicure e comprare pollo italiano.
Quest’ultima è forse la regola più semplice da seguire. Non tutti sanno che, infatti, il pollo che finisce sulle nostre tavole è nel 99% dei casi nato ed è stato poi allevato e macellato in Italia. Addirittura un italiano su due pensa che non sia così, eppure basta leggere l’etichetta per scoprire che il pollo che acquistiamo non arriva quasi mai da altri paesi (o continenti), come avviene invece nel caso di molti altri cibi.
Tornando alla sicurezza in cucina e alla cottura della carne di pollo, ricordate sempre di seguire i pochi e pratici consigli elencati qui sopra. Alla sicurezza già garantita dai numerosi controlli effettuati nel nostro paese e al fatto che la filiera avicola è monitorata dall’inizio alla fine (essendo anch’essa completamente italiana), è bene aggiungere anche la nostra attenzione.
Fonte: Unione Nazionale Consumatori