Non c’è nessun Coronavirus dagli allevamenti padani
Negli scorsi giorni è circolata online una bufala sul Coronavirus, subito smentita dalla comunità scientifica e dallo stesso entourage di colui che l’ha diffusa: Vincenzo D’Anna, senatore e presidente dell’Ordine dei Biologi, che ha ipotizzato l’esistenza di un “virus padano” proveniente dagli allevamenti di quelle zone.
Misinformazione e Coronavirus
Abbiamo assistito negli scorsi giorni a un brutto caso di misinformazione. Argomento del contendere niente meno che il Covid-19, il ceppo influenzale che sta preoccupando il mondo. Si è, infatti, cominciato a parlare di un “coronavirus Made in Italy”, addirittura “domestico” derivante dagli animali allevati nelle terre padane. Una bufala piuttosto importante per dimensione e tematica, diffusa da Vincenzo D’Anna, senatore e presidente dell’Ordine dei Biologi, immediatamente ripresa da alcuni siti di informazione molto popolari e presto smentita dagli esperti. Ma vediamo cosa è successo.
Solo un’ipotesi
Una fake news con tutti i crismi, che non solo non ha una base scientifica universalmente intesa, ma che è smentita già poche ore dopo la diffusione dallo stesso entourage del professore che, interpellato sul tema, rilascia una incontrovertibile dichiarazione a una delle principali agenzie di stampa italiane: “Nient’altro che un’ipotesi”. Ma le ipotesi in alcuni casi hanno le gambe lunghe e la boutade di D’Anna trova ospitalità su molte testate online e inizia a passare di bocca in bocca destando non poche preoccupazioni. Timori del tutto infondati se ricondotti alla scienza, ma che comunque cominciano a circolare in diverse cerchie dell’opinione pubblica.
Qual è la verità?
Unico antidoto alla paura, il parere della comunità scientifica che non impiega molto tempo a smentire il presidente dei biologi, su cui già da tempo grava una petizione su change.org perché abbandoni la carica e di cui già un paio di anni fa le donne dell’Ordine dei Biologi hanno rigettato la sua candidatura a presidente dello stesso. Gli esperti escludono l’ipotesi di un virus italiano nel senso inteso da D’Anna e liquidano l’ipotesi come “fantasiosa senza alcuna base scientifica”. Questo per citare due studiosi, il professor Rezza, dirigente di ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità ed epidemiologo, e il professor Lo Palco, epidemiologo dell’Università di Pisa, intervistati da Paola Bolaffio, direttrice degli ottimi Giornalisti nell’erba. Un collettivo di informazione ambientale animato da giovani studenti e guidati da giornalisti esperti in temi ambientali. Insomma, una bufala così grossa a cui non hanno creduto neppure i ragazzini!