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Meno carne rossa nella dieta? Attenzione all’anemia da carenza di ferro

Attenzione a ridurre troppo la carne rossa dalla vostra dieta. Potreste aumentare gravemente il rischio di anemia da carenza di ferro. È quanto emerge da un recente studio condotto sulla popolazione statunitense.

L’anemia da carenza di ferro è la riduzione del numero di globuli rossi e dell’emoglobina nel sangue. Questa condizione patologica è sempre più diffusa e causa nell’organismo serie difficoltà nel trasportare ossigeno a tutti i tessuti del corpo in quantità sufficienti allo svolgimento delle funzioni vitali. I sintomi specifici sono stanchezza, debolezza fisica, mancanza di respiro, viso pallido, svenimenti e impossibilità nello svolgere le normali attività quotidiane. Nelle donne in gravidanza e nei bambini l’anemia da carenza di ferro è particolarmente pericolosa, in quanto genera problemi nella crescita e nello sviluppo normale del feto e del bambino.

Uno studio pubblicato di recente su The Journal of Nutrition ha indagato le cause dell’aumento dei casi di anemia da carenza di ferro tra la popolazione degli Stati Uniti. Ultimamente infatti negli USA è stato registrato un incremento preoccupante delle anemie e dei relativi tassi di mortalità a causa della mancanza di questo minerale fondamentale. Lo studio si è proposto allora di esaminare le abitudini nella popolazione statunitense, al fine di scoprire le cause di questa insufficienza di ferro scatenanti l’anemia. Gli autori a proposito hanno analizzato i cambiamenti nell’assunzione giornaliera di ferro nella dieta.

Ridurre troppo la #carne dalla propria #dieta può comportare il rischio di #anemia da carenza di #ferro. Le evidenze sulla popolazione americana in un recente studio. Condividi il Tweet

Hanno quindi calcolato le concentrazioni di ferro negli alimenti, secondo i dati USDA, consumati dal 1999 al 2018, le concentrazioni di ferro e di emoglobina nel sangue, la distribuzione dei globuli rossi, il volume corpuscolare medio e i tassi di mortalità correlati alla carenza di ferro. Nei risultati delle analisi emerge che il 62,4% della popolazione presenta concentrazioni di ferro inferiori nel 2018 rispetto al 1999. Parallelamente, tra il 1999 e il 2018 si evidenzia nella dieta degli americani una riduzione del 15,3% del consumo di carne bovina. L’assunzione alimentare di ferro risulta quindi diminuita del 6,6% negli uomini e del 9,5% nelle donne.

Pare essere proprio questa riduzione di carne bovina nella dieta la causa del peggioramento dei casi di anemia, dal momento che è una delle fonti migliori di ferro eme prontamente assorbibile e utilizzabile. Come sostengono anche gli autori dello studio, l’aumento dell’anemia da carenza di ferro e i relativi tassi di mortalità nella popolazione statunitense tra il 1999 e il 2018 sono stati correlati al calo dell’assunzione di ferro nella dieta. Questa insufficienza di ferro deriva sia da una diminuzione della concentrazione di ferro nei prodotti alimentari statunitensi, sia da un cambiamento nelle abitudini dietetiche, sempre più tendenti a ridurre eccessivamente il consumo di carne rossa, che è la migliore fonte di ferro.

L'insufficienza di #ferro nella popolazione americana deriva in particolare dalla diminuzione del consumo di #CarneRossa, che ne è la migliore fonte. Condividi il Tweet

Purtroppo la propensione a diminuire o addirittura eliminare la carne rossa dalla propria alimentazione pensando di guadagnarne in salute è oggi sempre più di moda, complici le fake news sul cibo e la propaganda anti-carne. Ma la realtà scientifica è ben diversa, come dimostrano i nuovi studi a riguardo. Mangiare meno carne rossa è praticamente inutile, se non addirittura dannoso, confermando che prima di togliere un alimento indispensabile come la carne, bisognerebbe prima essere ben informati e consapevoli delle vere conseguenze a cui si va incontro.

Agronomo e divulgatrice scientifica. Autrice e coautrice di 11 pubblicazioni scientifiche e di numerosi articoli riguardanti l’alimentazione umana e gli impatti della stessa sulla salute e sull’ambiente, nel 2010 ha conseguito il titolo di DoctorEuropaeus e Ph. Doctor in Produzioni Animali, Sanità e Igiene degli Alimenti nei Paesi a Clima Mediterraneo. Cura GenBioAgroNutrition, “un blog a sostegno dell’Agroalimentare Italiano, della Dieta Mediterranea e della Ricerca Biomedica, contro la disinformazione pseudoscientifica”, che aggiorna quotidianamente.