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Meno carne: le responsabilità degli esperti improvvisati

C’è sempre meno carne sulle tavole degli italiani. Lo conferma Ismea, l’istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, che registra nei primi nove mesi di quest’anno una flessione del 4,8% del consumo di carni bovine fresche. Era già accaduto nel 2015 quando, sia in termini di volume che di spesa, si era registrato un calo di oltre il 6%.

Mettendo insieme i due dati si arriva a concludere che rispetto a due anni fa il settore delle carni bovine ha perso per strada circa il 12%. E non è cosa da poco, considerato che il fatturato dell’industria delle carni bovine assomma a 5,8 miliardi di euro. Ben magra consolazione ricordare che il calo dei consumi coincide con una riduzione delle importazioni, scese del 4,2%. Perché nel frattempo sono caduti anche i prezzi all’origine, quelli percepiti dagli allevatori, che in ottobre hanno subito una flessione del 3%. Per molte stalle un salasso difficilmente sopportabile.

Quali sono le cause di questa disaffezione verso la carni bovine? A parere di Ismea, una delle principali componenti sarebbe la crisi economica e la minore disponibilità di denaro per gli acquisti. Lo dimostrerebbe la contrazione della spesa, scesa del 6,8%, sempre nei primi nove mesi di quest’anno.

Si è dunque comprato meno, ma anche a minor prezzo. Vero, ma solo in parte. Perché sul piatto degli italiani c’è meno carne bovina, ma anche meno carne suina (-6,9%) e meno carne avicola (-2,6%). Se le motivazioni fossero solo di carattere economico, queste carni, fra le meno costose, avrebbero registrato una crescita e non una contrazione.

Seppure non si possa escludere che la “sindrome del portafoglio vuoto” abbia un peso rilevante, si assiste a un cambiamento delle abitudini alimentari, influenzato da mode e inutili allarmismi. Terreno fertile per “influencer” che si improvvisano a volte nutrizionisti, a volte esperti di allevamento.

Con grande superficialità la carne è descritta come causa di tumori e gli allevamenti come lager dove gli animali subiscono ogni possibile vessazione. False verità, sempre più credibili se ripetute a oltranza. Forse mangiare troppa carne è causa di malattie. Ma vale per ogni alimento. E se ci sono persone, pochi per fortuna, che maltrattano e infieriscono sui loro animali, questi vanno denunciati e assicurati alla giustizia.

Chi decide di eliminare la carne dalla propria dieta può avere mille motivazioni, tutte giustificabili anche quando non condivise. Lo stesso atteggiamento andrebbe riservato agli onnivori, che raramente prendono in mano la penna (o la tastiera) per disquisire sui “peccati” dei vegetali, che pur non mancano. Un mondo di vegetariani, scrive in dicembre Focus, aumenterebbe sia la fame, sia i problemi ambientali. Chi lo avrebbe detto.

Angelo Gamberini

Angelo Gamberini è giornalista professionista e medico veterinario, autore di libri sull’allevamento degli animali, impegnato nella divulgazione dei temi tecnici, politici ed economici di interesse per il mondo degli allevamenti.

Giornalista professionista, laureato in medicina veterinaria, già direttore responsabile di riviste dedicate alla zootecnia e redattore capo di periodici del settore agricolo, ha ricoperto incarichi di coordinamento in imprese editoriali. Autore di libri sull'allevamento degli animali, è impegnato nella divulgazione di temi tecnici, politici ed economici di interesse per il settore zootecnico.