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Meno allevamenti? Rischio per la sicurezza alimentare

Come ha ricordato Michele Spangaro (Carni Sostenibili e Assica) all’evento ConnAct 2025 tenutosi a Bruxelles, “ridurre allevamento è un rischio per la sicurezza alimentare”.

Ieri, 15 gennaio, si è svolto a Bruxelles il primo meeting annuale di ConnAct, un evento che mira a rafforzare il dialogo tra aziende, associazioni e istituzioni, coinvolgendo 23 grandi aziende e 12 associazioni di categoria. Questo gruppo rappresenta il 47% del PIL italiano e riunisce oltre un milione di imprese con 5,9 milioni di lavoratori.

Obiettivi e tematiche del meeting

L’evento, intitolato “Il Sistema Italia nella Nuova Legislatura UE“, ha promosso una collaborazione più stretta tra il sistema produttivo italiano e l’Unione europea. Tra i partecipanti, oltre 200 rappresentanti istituzionali. Gli otto tavoli tematici in programma si sono concentrati su temi cruciali come energia, decarbonizzazione, politiche industriali, salute, difesa e innovazione digitale. Particolare attenzione è stata dedicata anche alle politiche in ambito agroalimentare.

Il ruolo di Carni Sostenibili

Tra i relatori del tavolo dedicato al settore agrifood c’è stato Michele Spangaro, Responsible dell’ufficio brussellese di Assica, Associazione degli industriali delle carni e dei salumi, e rappresentante a ConnAct di Carni Sostenibili, che ha affrontato il tema della sostenibilità delle produzioni animali. Nel suo intervento, Spangaro ha ribadito che gli allevamenti possono essere compatibili con la salute e l’ambiente, come dimostrano studi scientifici recenti, tra cui quelli pubblicati con la Dichiarazione di Dublino (2022) e la Denver Call for Action (2024), esprimendo preoccupazione per il crescente discredito verso i prodotti animali, spesso sostituiti da alternative ultra-processate ed inferiori a livello nutritivo rispetto alla carne ed ai prodotti di origine animale. Importante infatti sottolineare che politiche generalizzate contro gli allevamenti rischiano di compromettere la sicurezza alimentare e incrementare le importazioni, con impatti negativi sul clima.

Secondo i dati della FAO, la domanda di proteine animali è destinata a crescere del 21% entro il 2050, con il settore zootecnico che attualmente fornisce lavoro a 4 milioni di persone in Europa e rappresenta circa il 40% del valore dell’agricoltura europea (214,3 miliardi di euro). Inoltre, dal 1990, l’allevamento italiano ha ridotto progressivamente le emissioni, contribuendo al contempo a nutrire una popolazione mondiale in costante aumento.

Critiche alla “Dieta Universale”

Spangaro ha criticato proposte come la “Dieta Universale“, considerandola una minaccia alla diversità culturale e alimentare. Ha definito questa strategia una forma di “iPhonizzazione della nutrizione“, ovvero la creazione di cibi standardizzati a livello globale, che limita la libertà di scelta che annulla di fatto il patrimonio gastronomico delle singole nazioni, come la Dieta mediterranea. Questo approccio, pur attraente per alcune grandi aziende, rischia di cancellare tradizioni culinarie e ridurre l’innovazione.

Conclusioni

Il meeting di ConnAct si configura come un’occasione fondamentale per promuovere una visione integrata tra sviluppo economico, sostenibilità e politiche europee. Secondo Michele Spangaro, il settore zootecnico, se sostenuto da politiche basate su evidenze scientifiche, può contribuire alla sostenibilità globale fornendo cibo sicuro e nutriente, senza compromettere la diversità alimentare e culturale.

Qui l’intervista a Michele Spangaro su Agricolae.eu

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.