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Marrott: carota di carne anti meat sounding

La catena americana Arby’s inventa Marrott, una provocatoria carota di carne. Una scherzosa trovata che risolleva la questione del meat sounding, ma che ci porta a fare una riflessione: serve davvero imitare grossolanamente ciò che la natura ci offre?

Se i produttori di cibi a base vegetale continuano impunemente a rubare le denominazioni, le forme o i sapori dei prodotti di carne vera, cosa impedisce ai produttori di carni e salumi di fare lo stesso? E così c’è chi ha deciso di produrre la prima carota fatta esclusivamente di carne. Si chiama Marrott e nasce da un’idea ovviamente provocatoria della catena di fast food Arby’s. Che, negli Stati Uniti, ha recentemente presentato questa sua nuova creatura: si presenta come una carota, ma è fatta di tacchino.

La catena americana Arby’s inventa Marrott, una provocatoria carota di carne. Una scherzosa trovata che risolleva la questione del meat sounding. Condividi il Tweet

In pratica, la Marrott (meat+carrott) è fatta con petto di tacchino tritato o a fette, a cui viene appunto data una forma di carota e viene poi fatto bollire. Il colore arancione si ottiene cospargendo la Marrott di carota disidratata in polvere. Viene arrostita in forno per circa un’ora, dopo di che le si aggiunge un ciuffetto di prezzemolo all’estremità più larga per sembrare una vera e propria carota.

“Uno scherzo? Non si sa ancora quale sia lo scopo di questa campagna, ma intanto Arby’s afferma che questa carota di carne apporterebbe il 70% circa del fabbisogno giornaliero di vitamina A, la stessa vitamina che si trova proprio nelle carote vere”, scrive Lacucinaitaliana.it: “Pare inoltre che questo sia solo il primo episodio di megetables, ovvero piatti a base di carne travestiti da verdure.” La Marrott non è ancora in vendita, ma Arby’s ha deciso di condividerne la ricetta.

La trovata del ristorante americano sta facendo molto parlare di sé, perché risolleva il problema del meat sounding, a cui ancora i legislatori di tutto il mondo non sembrano volere dare un freno. In attesa che qualcosa si muova, e che il veg-business possa smettere di appropriarsi indebitamente di ciò che ai produttori di carne e salumi ci sono voluti secoli per raggiungere, attendiamo la prossima divertente trovata: un finocchio di pollo, un pomodoro di manzo, una cipolla di carne di maiale.

Perché non proviamo a riscoprire ciò che la natura ci ha regalato? La carne e le proteine animali da una parte, la frutta e la verdura dall’altra. Senza bisogno di stravolgerle, senza che imitino le une le altre con prodotti… Condividi il Tweet

Nel frattempo, però, perché non proviamo a riscoprire ciò che la natura ci ha regalato? La carne e le proteine animali da una parte, la frutta e la verdura dall’altra. Senza bisogno di stravolgerle, senza che imitino le une le altre con prodotti iperprocessati di cui non si sente il bisogno, possiamo semplicemente tornare ad avere una dieta equilibrata, che come tale includa ogni alimento nelle giuste proporzioni. La natura è perfetta, non serve imitarla (o sbeffeggiarla) in questo modo. La speranza, da parte nostra, è quindi che la simpatica trovata della carota di carne possa fare riflettere sul non-senso che rappresentano questi alimenti: surrogati di ciò che, per fortuna, abbiamo ancora abbondantemente a disposizione in natura.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.