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Malnutrizione da eccesso: urgente un approccio multidisciplinare

Sovrappeso e obesità, la malnutrizione da eccesso, sono tra le principali cause di morte e disabilità nella macroarea europea, con l’obesità tra le prime cause di morbosità e mortalità a livello mondiale.

Oggi l’obesità viene riconosciuta a tutti gli effetti come una malattia cronica, che ha gravi ripercussioni sulla salute pubblica, sulle relazioni sociali e interpersonali, sulla produttività e sull’economia globale. Per questo motivo servono nuove strategie ed è urgente un approccio multidisciplinare, affinché i governi nazionali e le istituzioni internazionali possano contrastare efficacemente un problema che coinvolge un numero sempre crescente di individui in tutte le regioni del mondo, influendo anche sul benessere psicofisico dei cittadini.

Se n’è discusso in un autorevole simposio a Madrid a maggio 2024 con esperti in diversi campi, dalla medicina e dalla nutrizione all’economia, dalla psicologia alla sociologia, fino all’urbanistica. Il simposio si è concentrato sulla crescente prevalenza di obesità, che coincide con un declino nell’aderenza alla Dieta mediterranea, sull’impatto significativo delle condizioni socioeconomiche e sull’influenza dell’interazione tra geni e ambiente nel determinare diverse sensibilità individuali allo sviluppo dell’obesità.


Obesità e sovrappeso, emergenze globali

Il numero totale di persone che convivono con l’obesità ha superato il miliardo a livello mondiale, con 159 milioni di bambini e adolescenti e 879 milioni di adulti. I dati drammatici mostrano che tra bambini e adolescenti, la prevalenza di obesità nel 2022 è stata quattro volte superiore rispetto al 1990, mentre tra gli adulti, la prevalenza di obesità è più che raddoppiata nelle donne e quasi triplicata negli uomini. In Europa, il 59% degli adulti e quasi un bambino su tre è in sovrappeso o in obesità, causando oltre 1,2 milioni di decessi all’anno, cioè oltre il 13% della mortalità totale. La World Obesity Federation prevede che, se le tendenze attuali non cambieranno, entro il 2035 più della metà della popolazione mondiale (cioè il 51%, pari a oltre quattro miliardi di persone) vivrà in uno stato di sovrappeso o di obesità.

Le raccomandazioni formulate durante l’evento di Madrid mirano a indirizzare le politiche di contrasto verso criticità specifiche e in particolare è stata messa a punto la “Carta di Madrid”, una guida politica e operativa 2024-2029. Questa è stata presentata durante il simposio “Obesità: una questione di peso?” che si è tenuto oggi, venerdì 28 giugno, presso l’Università Statale di Milano, in collaborazione con COMPETERE, un istituto politico che promuove l’innovazione e un’alimentazione sostenibile.

Per la prima volta nella storia dell’umanità, ci sarà infatti il rischio concreto di una riduzione dell’aspettativa di vita, direttamente correlata all’incremento ponderale e alle conseguenze sulla salute nella popolazione. Per questo si rende imperativo intensificare gli sforzi per promuovere politiche e strategie mirate alla riduzione dell’obesità e del sovrappeso, focalizzandosi su approcci che permettano ai cittadini di adottare uno stile di vita equilibrato.

Infatti, l’aumento della prevalenza dell’obesità è in parte dovuto all’aumentata tendenza alla sedentarietà e alla maggiore disponibilità di alimenti a elevata densità energetica a costi contenuti, che provoca un’eccessiva assunzione di calorie. I fattori che incidono comunque sono molteplici oltre all’alimentazione, come lo stile di vita, lo stress, la qualità del sonno, l’assunzione di farmaci e la predisposizione genetica. Ecco perché, affrontare il problema dell’obesità richiede un approccio personalizzato che tenga conto delle esigenze specifiche di ogni individuo.


Riscopriamo la dieta mediterranea

Nonostante l’accresciuto interesse manifestato a livello globale nei riguardi della Dieta Mediterranea, si stima che meno del 15% della popolazione aderisca pienamente ai principi di questo stile di vita. Anzi, il consumo di frutta, verdura, legumi, pesce, carne e olio d’oliva, pilastri fondamentali di questo regime alimentare, continua a diminuire. Considerando l’abbondante evidenza scientifica che ne attesta i benefici, è fondamentale che i governi europei si impegnino attivamente nella promozione della Dieta Mediterranea come stile di vita equilibrato e sostenibile.

Le politiche attuate finora, focalizzate sulla riduzione del consumo di singoli alimenti, come ad esempio i sistemi di etichettatura nutrizionale fronte pacco, non hanno raggiunto i risultati sperati. Al contrario, si sono rivelati controproducenti, come il Nutriscore, l’etichetta a semaforo, bocciato anche dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, in quanto eccessivamente punitiva nei confronti di alimenti genuini della tradizione e permissiva verso cibi ultra-processati dannosi per la salute.


Serve un approccio multi-disciplinare

È essenziale ripensare le strategie di salute pubblica concentrandosi sulla complessità multifattoriale del problema, che dipende dalle diverse caratteristiche individuali, socioeconomiche, antropologiche e culturali, comportamentali, genetiche, metaboliche, per affrontare efficacemente la malnutrizione per eccesso.

L’obesità è una pandemia negletta da cui dipendono le principali cause di morte. Deve essere affrontata con politiche articolate che rispondano a un problema complesso”, spiega Pietro Paganini, Presidente di COMPETERE: “Limitarsi alle politiche di etichettatura frontale senza educare i consumatori non ha portato alcun risultato; anzi, la situazione è peggiorata. La personalizzazione della nutrizione, oggi possibile grazie ai grandi risultati della scienza e dello sviluppo tecnologico (IoT e AI), è la via da seguire, affinché ogni cittadino possa imparare a progettare una dieta bilanciata. La Dieta Mediterranea, più che un regime alimentare, offre lo strumento per ricercare l’equilibrio necessario per vivere meglio e più a lungo.”

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.