Made Green in Italy, pronta l’etichetta per le aziende sostenibili
ASSICA ha di recente ottenuto un finanziamento da parte del Ministero dell’Ambiente sul bando Made Green in Italy (Decreto 21 marzo 2018, n. 56), regolamento per l’attuazione dello schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti che ha come obiettivo, nel nostro caso, la stima dell’impatto ambientale del prodotto “carne fresca”.
Il Made Green in Italy rappresenta un sistema certificativo utilizzabile in etichetta per le aziende che producono in modo sostenibile. Partendo dalla fase di allevamento e analizzando trasporto e macellazione, dovranno essere stimati e misurati tutti gli elementi di impatto necessari ad arrivare a produrre 1 kg di carne.
Questo lavoro è propedeutico per quanto richiesto dall’Europa all’interno del programma Green New Deal e a questo scopo sarà utilizzato.
Dovranno essere stimate le produzioni medie di suini, i consumi alimentari, i consumi energetici in tutte le fasi, gli scarti di lavorazione all’interno della filiera tipica dei prodotti DOP. Parte fondamentale del lavoro sarà la definizione delle RCP (Regole di Categoria di Prodotto) che hanno validità di 4 anni e che dovranno essere osservate da quelle aziende che vorranno fregiarsi del marchio Made Green in Italy.
Lo sviluppo della proposta di RCP deve essere conforme alla raccomandazione 2013/179/UE e alle PEFCR Guidance. Si tratta di indicazioni metodologiche rilasciate dal gestore dello schema che definiscono regole e requisiti – obbligatori e facoltativi – necessari alla conduzione di studi relativi all’impronta ambientale per una specifica categoria di prodotto.
Per ottenere la Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD), l’azienda deve innanzitutto verificare la disponibilità delle Regole di Categoria di Prodotto (Product Category Rules – PCR) per il tipo di prodotto/servizio per il quale vuole richiedere la Certificazione, così come riportato all’Art. 5. “Richiesta di adesione allo schema” del DM 56/2018.
Il programma Made Green in Italy è uno schema nazionale volontario per la valutazione e la comunicazione dell’impronta ambientale dei prodotti, e si inserisce all’interno degli obiettivi europei del Green New Deal che rappresenta una importante risposta alle sfide ambientali del momento. Si tratta di una nuova strategia di crescita che mira a trasformare l’UE in una società equa e prospera, con un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, in cui siano azzerate le emissioni nette di gas a effetto serra al 2050.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario ripensare alle politiche per l’approvvigionamento di energia pulita in tutta l’economia, l’industria, la produzione primaria e il consumo, le infrastrutture su larga scala, i trasporti, l’alimentazione, l’agricoltura e l’edilizia. Inoltre, è essenziale aumentare il valore dato alla protezione e al ripristino degli ecosistemi naturali, all’uso sostenibile delle risorse e al miglioramento della salute umana.
L’UE ha già iniziato a modernizzare e trasformare l’economia con l’obiettivo della neutralità climatica. Tra il 1990 e il 2018 ha ridotto le emissioni di gas serra del 23%, mentre l’economia è cresciuta del 61%. Tuttavia, le attuali politiche ridurranno le emissioni di gas serra solo del 60% entro il 2050. Molto resta da fare, a partire da un’azione per il clima più ambiziosa nel prossimo decennio.
La Commissione ha di recente presentato un nuovo piano con valutazione dell’impatto per aumentare in modo responsabile l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE per il 2030 almeno al 50% e verso il 55% rispetto ai livelli del 1990.
Queste riforme politiche dovranno aiutare a garantire un’efficace determinazione del prezzo del carbonio in tutta l’economia. Ciò incoraggerà i cambiamenti nel comportamento dei consumatori e delle imprese e faciliterà un aumento degli investimenti pubblici e privati sostenibili. Allo stesso tempo, l’approvvigionamento energetico dell’UE deve essere sicuro e conveniente per i consumatori e le imprese. Perché ciò avvenga, è essenziale garantire che il mercato europeo dell’energia sia completamente integrato, interconnesso e digitalizzato, nel rispetto della neutralità tecnologica.
Il raggiungimento di un’economia climaticamente neutra e circolare richiede la piena mobilitazione dell’industria. Ci vorranno 25 anni – una generazione – per trasformare un settore industriale e tutte le catene del valore. Per essere pronti nel 2050, le decisioni e le azioni dovranno essere prese nei prossimi cinque anni.
Dal 1970 al 2017, l’estrazione globale annuale di materiali è triplicata e continua a crescere, rappresentando un grave rischio globale. Circa la metà delle emissioni totali di gas a effetto serra e oltre il 90% della perdita di biodiversità e dello stress idrico provengono dall’estrazione di risorse e dalla lavorazione di materiali, combustibili e cibo. La politica dei consumatori contribuirà a consentire agli utenti di fare scelte informate e di svolgere un ruolo attivo nella transizione ecologica. Nuovi modelli di business basati sull’affitto e sulla condivisione di beni e servizi giocheranno un ruolo fintanto che saranno veramente sostenibili e convenienti.
Per raggiungere la neutralità climatica, è necessaria una riduzione del 90% delle emissioni dei trasporti entro il 2050. L’UE dovrebbe parallelamente aumentare la produzione e la diffusione di combustibili alternativi sostenibili per il trasporto. Entro il 2025 sarà necessario circa 1 milione di stazioni pubbliche di ricarica e rifornimento per i 13 milioni di veicoli a zero e basse emissioni previsti sulle strade europee.
I piani strategici dovranno riflettere un maggiore livello di ambizione per ridurre in modo significativo l’uso e il rischio di pesticidi chimici, nonché l’uso di fertilizzanti e antibiotici. Per raggiungere l’ambizione fissata dal Green Deal europeo, sono necessarie notevoli esigenze di investimento. La Commissione ha stimato che il raggiungimento degli attuali obiettivi 2030 in materia di clima ed energia richiederà 260 miliardi di euro di investimenti annuali aggiuntivi, circa l’1,5% del PIL europeo.
Tutti gli Stati membri dovranno presentare i loro piani energetici e climatici indicando per ogni prodotto il livello di inquinamento e le pratiche necessarie a ridurlo. In questo senso, ASSICA si propone come interlocutore importante per dare il proprio contributo alle aziende ad intraprendere un percorso virtuoso e necessario per stare al passo con l’Europa.
È anche fondamentale considerare quelli che saranno i benefici di questo percorso. Innanzitutto, per il consumatore che potrà scegliere in modo consapevole e trasparente i prodotti più sostenibili per mezzo dell’etichetta. Inoltre, per le aziende stesse, perché attraverso la stessa etichetta potranno avere maggiori riscontri sul mercato interno ed estero, oltre a potere usufruire di finanziamenti europei messi a disposizione ad hoc.
di Andrea Rossi
Fonte: L’industria delle Carni e dei Salumi