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Life Beef Carbon Project: strategie per ridurre l’impatto ambientale della carne

Produrre carne in modo sostenibile si può, sia in Italia che nel resto d’Europa. In Irlanda l’impegno degli allevatori conferma quanto per la difesa di clima e ambiente sarebbe più utile investire su di loro, che non sul cibo artificiale fatto in laboratorio.

Nell’ambito del Life Beef Carbon Project, l’iniziativa europea volta a ridurre le emissioni dei gas a effetto serra della carne bovina, è stato svolto pochi giorni fa un webinar organizzato dal Teagasc, l’Autorità irlandese per l’agricoltura e lo sviluppo alimentare, con le testimonianze degli allevatori che hanno mostrato orgogliosamente le loro strategie e i risultati ottenuti.

Le aziende che hanno aderito al progetto sono riuscite a ridurre significativamente il loro impatto ambientale senza penalizzare la produzione di carne, anzi al contrario, migliorando l’efficienza, diminuendo i costi e aumentando i profitti. Questo grazie a finanziamenti e sostegni agli allevatori nell’ambito del progetto, per aiutarli a completare le azioni chiave e a raggiungere i vari obbiettivi prefissati, con l’assistenza continua e competente di un consulente dedicato, che li ha seguiti passo dopo passo.

Le #aziende che hanno aderito al progetto sono riuscite a ridurre significativamente il loro #ImpattoAmbientale senza penalizzare la produzione di #carne, anzi al contrario, migliorando l’#efficienza. Condividi il Tweet

Il piano d’azione ha riguardato il rinnovamento delle infrastrutture, aumentando il numero di paddock, l’accesso all’acqua e l’implementazione di nuove tecnologie volte a ridurre la CO2 equivalente per kg di carne e quindi l’impronta di carbonio: alcune di queste strategie vedono l’incremento della fertilità dei suoli, tramite l’impiego di urea stabilizzata messa nel terreno tramite spandimento con scarificazione, l’aumento del sequestro di carbonio nel suolo tramite vegetazione boscosa e siepi, che assorbono il 50% di carbonio in più delle foreste, il miglioramento dell’efficienza tecnica e della produttività tramite nuovi programmi di genomica volti alla genotipizzazione della mandria e la selezione di un bestiame sempre più efficiente e sostenibile.

Grazie al miglioramento genetico, con queste nuove metodiche si portano avanti gli animali più forti, che si ammalano meno e con ottime performance, con indici di conversione più vantaggiosi, più fertilità, numero di progenie e tasso di sopravvivenza più alti, con tenore in grasso e conformazione della carcassa desiderati e con miglior adattamento ai diversi sistemi di allevamento, perché il futuro richiederà non solo la mitigazione del clima ma anche l’adattamento.

È stato rilevato che solamente riducendo il periodo di finissaggio e l’età alla macellazione di un mese si ha un notevole risparmio in emissioni di gas climalteranti, con 247 chilotonnellate in meno di gas serra e senza penalizzare il peso alla macellazione, che anzi è maggiore, grazie a piani alimentari specifici e migliori performance. Anche l’impiego di urea stabilizzata o protetta, che funziona da fertilizzante rivestito e trattato con un inibitore dell’ureasi, è attualmente al primo posto tra le tecnologie per ridurre le perdite di azoto, sostituendo il nitrato ammonico di calcio e ottenendo così il 78% in meno di emissioni di ammoniaca e il 71% in meno di emissioni di gas serra.

Solamente riducendo il periodo di #finissaggio e l’età alla #macellazione di un mese si ha un notevole #risparmio in #emissioni di #GasClimalteranti. Condividi il Tweet

L’urea protetta insieme alla tecnologia LESS (Low Emission Slurry Spreading) con nuove attrezzature è possibile la diffusione più efficiente del liquame, perché non viene sparso in superficie ma a diretto contatto col suolo, con meno contaminazione dell’erba e un’applicazione dei nutrienti più precisa: si ottiene così un notevole miglioramento delle prestazioni ambientali, riducendo le perdite di ammoniaca e di protossido di azoto in agricoltura, raggiungendo il 60% in meno delle emissioni e azzerando l’impiego di fertilizzanti chimici, perché viene usato concime organico proveniente dagli allevamenti, chiudendo così il ciclo, nell’ottica di una perfetta economia circolare.

Produrre carne in modo sostenibile si può e queste aziende ne sono la prova tangibile, riuscendo grazie a finanziamenti economici e aiuti mirati ad essere più efficienti riducendo significativamente le emissioni di gas serra, gli input e i costi di produzione e aumentando il merito genetico, le performance degli animali e gli output per ettaro, con la scienza, la genomica e la tecnologia moderna come valido supporto e soluzioni bio-based che sostituiscono i combustibili fossili, portando minor impatto ambientale e più sostenibilità.

Condividere le #esperienze, i successi e i problemi comunicando tra #allevatori è fondamentale per procedere tutti nella stessa direzione per mettere a punto #StrategieVincenti. Condividi il Tweet

Scambiarsi anche il sapere, condividere le esperienze, i successi e i problemi comunicando tra allevatori è fondamentale per procedere tutti nella stessa direzione per mettere a punto strategie vincenti a raggiungere l’efficienza economica e produttiva delle aziende agricole, lo sviluppo rurale, il basso impatto ambientale, il miglioramento del benessere degli animali, proteggendo la biodiversità dei pascoli e garantendo un’elevata qualità della carne bovina e la soddisfazione dei consumatori.

Se anziché investire milioni di euro per produrre cibo artificiale in laboratorio si aiutassero in questo percorso di sostenibilità tutti gli allevatori, che sono parte della soluzione in quanto custodi della terra e del bestiame, si riuscirebbe a produrre della buona carne. Difendendo le tradizioni, tutelando l’ambiente e la nostra salute.

 

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.