L’attenzione al benessere animale non è mai raccontata
Quando vedete immagini di animali in allevamento trattati male e quindi in modi criminosi (in Italia il maltrattamento animale è da anni reato penale), non pensate che tutti gli allevamenti siano così, né tanto meno che ad un allevatore possa piacere o non interessare ciò che vede. Anzi, molto probabilmente prova più rabbia e indignazione di voi. Perché? Da una parte perché a nessuno sano di mente piace vedere gli animali trattati male. Dall’altra perché il messaggio che viene generalmente dato da chi irrompe di notte negli allevamenti è che tutti gli allevamenti intensivi, siano essi di maiali o meno, sono così.
Un messaggio falso e non rappresentativo della realtà, come ci ricorda Michele Bonati, allevatore suinicolo di 49 anni della provincia di Parma che, oltre a sentire il bisogno di raccontare e far conoscere il suo (duro) lavoro per quello che è veramente, tra le azioni di rinnovamento dell’azienda ereditata dai suoi genitori vanta appunto anche quella di una grande attenzione al benessere animale. Un’attenzione che caratterizza la maggior parte dei suoi colleghi, ma che non viene mai raccontata, dato che non fa ottenere audience o like ai propri video su Youtube. L’allevatore che non rispetta i propri animali è destinato a chiudere perché lavora male, sottolinea Michele: apriamo gli occhi, non ascoltiamo una sola campana (la più rumorosa), andiamo a conoscere veramente le cose e le persone. #AlleviamoRispetto!