La dieta vegana riduce il rischio di cancro? No! Parola dell’AIRC
The China Study, vera e propria “bibbia” del mondo vegano, è considerato inaffidabile dalla comunità scientifica internazionale. I motivi di questa presa di posizione del mondo accademico sono molti. A elencarli ci ha pensato anche l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. Che, in un prezioso articolo pubblicato recentemente, sintetizza i motivi per cui questo caso editoriale non dovrebbe essere preso troppo sul serio a livello scientifico. Ribadendo quanto una dieta equilibrata, che includa quindi anche la carne e gli alimenti di origine animale, non sia affatto nociva per la salute. Anzi.
“T. Colin Campbell, l’autore del China Study, ha pubblicato i risultati in un libro e non in riviste scientifiche i cui articoli sono sottoposti a valutazione tramite il metodo del peer-review”, scrive l’AIRC. Non solo, fa un uso smodato di dati e statistiche, ma in modo scorretto e solo per portare il discorso (e il lettore) a supportare le sue tesi. “Il numero di correlazioni studiate, infatti, “è stato considerato eccessivo dagli esperti di statistica, poiché permette di dimostrare qualsiasi teoria preconcetta”.
Un intervento importante, quello dell’AIRC, che forte della sua autorevolezza e del suo ruolo fa un po’ di chiarezza su temi molto importanti, ma spesso offuscati da clamori mediatici e ideologismi alimentari.
“Una quantità ragionevole di grassi di origine animale, latticini e soprattutto pesce, è infatti considerata salutare da tutte le ricerche sul legame tra alimentazione e sviluppo di malattie, fra cui il cancro”, scrivono i ricercatori: “In Italia il libro è diventato famoso dopo che la nota trasmissione televisiva “Le Iene” l’ha utilizzato per sostenere la dieta vegana nella cura del cancro. Nella trasmissione si affermava che questo tipo di dieta può curare il cancro: un’affermazione che non ha purtroppo alcun riscontro scientifico”.
Ecco in sinesi i motivi per cui l’AIRC considera il China Study “un testo insidioso, oltre che inaffidabile”:
– Il China Study è un ampio studio epidemiologico svolto negli anni Ottanta nella popolazione cinese, per verificare l’eventuale esistenza di un nesso tra determinati cibi e lo sviluppo di malattie cardiovascolari e cancro.
– Lo studio ha considerato 367 diversi tipi di dati e ha analizzato oltre 8.000 correlazioni fra essi e la salute della popolazione. Il numero di correlazioni studiate è stato però considerato eccessivo dagli esperti di statistica, poiché permette di dimostrare qualsiasi teoria preconcetta.
– T. Colin Campbell, l’autore del China Study, ha pubblicato i risultati in un libro e non in riviste scientifiche i cui articoli sono sottoposti a valutazione tramite il metodo del peer-review.
– Il testo afferma, fra le altre cose, che la caseina, una proteina contenuta nel latte, sarebbe un potente fertilizzante per il cancro. Fra caseina e sviluppo di tumori effettivamente esiste una relazione, che è tuttavia analoga a quella fra il cancro e altre proteine, anche di origine vegetale. In sostanza, non importa da dove proviene una proteina ma qual è il suo effetto nell’organismo.
– Sulla base degli studi sulla caseina, Campbell invoca l’abolizione totale di qualsiasi proteina e grasso animale nella dieta, in assenza tuttavia di dimostrazioni scientifiche.
– In studi effettuati con i topi la dieta di Campbell ha provocato negli animali un aumento di tumori epatici, legati alla scarsa capacità dell’organismo di eliminare le tossine per via delle carenze nutrizionali.
– Il China Study mescola indicazioni e dati corretti (come quelli sulla relazione tra consumo di carne rossa e lo sviluppo di alcuni tumori) con altre fantasiose: per questa ragione è un testo insidioso, oltre che inaffidabile.
Qui, invece, è possibile leggere il testo integrale pubblicato dall’AIRC.
Buona lettura!