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La tua app non è un nutrizionista

Le app possono dare informazioni generiche su uno stile di vita sano, o essere collettori di dati che sostituiscono i vecchi quaderni. Ma per un corretto stile di vita servono prima di tutto la volontà e la motivazione. Per una corretta alimentazione, i consigli di un vero nutrizionista.

L’evoluzione tecnologica porta e porterà con sé dei cambiamenti sostanziali nel mercato del lavoro; tra i settori professionali più colpiti si prevede ci sia anche quello medico. Una “medicina di precisione” è quella cui, come pazienti, auspichiamo tutti: una medicina personalizzata e targettizzata che tratta i soggetti con cure specifiche, gli interventi affidati a mani robotiche, le analisi dei biomarker attraverso microchip sottocutanei che mettono il paziente sotto monitoraggio continuo e sostituiscono il prelievo del sangue, appaiono essere tutte tutele alla salute personale, al monitoraggio della stessa e coadiuvanti della prevenzione.

Nel settore della nutrizione, che rappresenta una ghiotta occasione di business per molte categorie professionali, comprese quelle di non stretta competenza medica (comunque non autorizzati alla prescrizione di diete, si veda qui per un approfondimento sulla questione), si stanno facendo strada nuove app che supportano il cliente (e non paziente) a monitorare le sue abitudini nutrizionali e a fare delle scelte nutrizionali specifiche. Tanto che c’è chi pensa di potere sostituire le competenze di un nutrizionista con una semplice app.

Cliccando “nutrizionista” sulla ricerca dello store per l’acquisto delle app nello smartphone, si possono apprezzare titoli come: “Contatore e conta calorie”, “Dieta Dukan”, “La tua dieta personalizzata”, “Dieta personalizzata gratis”… e tante altre. I titoli sembrano accattivanti, ma permettono già di fare alcune riflessioni:

1 – la dieta non è una mera questione matematica e non si edifica sul conteggio delle calorie (che spesso appare controproducente poiché può innescare meccanismi tipici dei disturbi del comportamento alimentare);

2 – Dukan, il medico nutrizionista che pare sia stato riferimento per molti nomi noti, è stato radiato dall’ordine per “non aver rispettato il codice etico” medico;

3 – la personalizzazione prevede un approccio e una conoscenza specifica del paziente, molto diversa rispetto a quella, più fredda, della tecnologia.

Il nutrizionista in una app sembra, per ora (e l’affermazione è d’obbligo, perché la tecnologia è ormai “totipotente”), muoversi contro vento: inserire nell’app i propri dati su peso, altezza ed età per ottenere consigli sulla base di questo non è sinonimo di ricevere una dieta personalizzata che tenga conto delle nostre abitudini, del nostro assetto psicologico, delle esigenze dietetiche specifiche.

Anche se lo facciamo autonomamente, alimentarci o seguire diete speciali è anche un atto medico, chi risponde degli effetti collaterali di un approccio scorretto? Spesso i pazienti chiedono una perdita di peso veloce, che però coinvolge in buona parte anche la perdita della massa muscolare. Un professionista (dietologo, dietista, nutrizionista) sa garantire un corretto mantenimento di quest’ultima e consigliare i corretti consumi alimentari.

L’app, al contrario, promette di condurre all’agognata perdita di peso. Il paziente (e non è un caso si chiami così), invece, va monitorato, la perdita di massa magra va contrastata con alimenti ricchi di proteine, come la carne bianca (ne contiene fino a 37g per 100g di parte edibile), rossa (fino a 33g), il pesce (25g) e i formaggi (34g), le cui quantità prescritte al paziente variano sulla base delle esigenze soggettive e dei dati, questi, oggettivi.

I rischi legati all’uso di queste app non sono trascurabili, basta pensare all’utilizzo scorretto che ne può fare un adolescente che, confuso dai modelli trasmessi attraverso i social, si pone degli obiettivi di forma scorretti e inadeguati. La app diventa utile quando rappresenta uno strumento del professionista, che rimane punto di riferimento del paziente in cura.

Alcuni studi in materia mostrano l’effettivo miglioramento dei risultati degli interventi dietoterapici supportati dalle app. L’efficacia aumenta se l’intervento include più componenti che implicano il sostegno dell’attività fisica, la gestione di una dieta sana insieme ad un professionista, la riduzione dei comportamenti caratteristici della sedentarietà.

Le app rappresentano un’evidente utilità quando fungono da diari per registrare peso, gestire in piccoli step gli obiettivi, sia nutrizionali che comportamentali, fissati in studio. Alcuni apparecchi portatili come l’eButton, che permette di registrare la quantità giornaliera di cibo consumato, le scale elettroniche del peso o dell’altezza, il bioimpedenziometro e i tablet si rivelano utilissimi nel valutare e monitorare i livelli di malnutrizione ospedaliera – spesso correlata ad un ridotto consumo di alimenti proteici, a patto che i dati siano raccolti e interpretati da professionisti.

In sostanza, le app possono essere considerate veicoli di informazioni generiche sullo stile di vita sano, collettori di dati che riguardano il paziente per cui possono sostituire i vecchi quaderni, ma per un corretto stile di vita servono prima di tutto la volontà e la motivazione. Restano le indicazioni dietetiche collettive: per il tipo genetico caucasico sono quelle della dieta mediterranea che è ricca di alimenti integrali, frutta, verdura, e che include anche il consumo di carne bianca (per massimo due volte a settimana) e rossa, una volta o due a settimana per una massima quantità di 450 g (tra carne rossa e processata) a persona.

Gloria Luzzani


Svolge attività di studio e ricerca in materia di nutrizione, sostenibilità di filiera e promozione della stessa presso il Dipartimento di Scienze e tecnologie alimentari per una filiera agro-alimentare sostenibile dell’Università Cattolica. È dietista nutrizionista specializzata nella gestione del sistema agroalimentare.

 

Come ricercatrice presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, è coordinatrice tecnico e funzionale di progetti sulla sostenibilità alimentare e la loro attuazione lungo l'intera filiera alimentare. Prima di proseguire i suoi studi di specializzazione in gestione del sistema agroalimentare presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, si è laureata in Dietistica all'Università degli Studi di Milano e ha lavorato come nutrizionista. È coinvolta in progetti volti a promuovere un'adeguata istruzione, apprendimento e comunicazione su temi della sostenibilità nella catena alimentare.