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La convivialità e la commensalità: i benefici sottovalutati della dieta mediterranea

Convivialità e commensalità sono parte integrante dello stile di vita e quindi della dieta mediterranea, caratteristiche spesso trascurate che possono portare benefici per la salute.

La dieta mediterranea è conosciuta per essere uno stile di vita salutare, collegato alla longevità, al benessere psicologico, alla bassa incidenza di malattie cronico-degenerative, di ansia e di depressione. È quindi una dieta non solo sana, sostenibile e bilanciata sotto il profilo nutrizionale, ma è anche caratterizzata dalla tradizionale preparazione e condivisione del cibo. L’atto del mangiare è una pratica quotidiana che non si limita a soddisfare i fabbisogni nutrizionali, ma coinvolge anche una dimensione sociale, che è parte del processo che ha costruito la civiltà e le culture alimentari di tutto il mondo.

La commensalità, cioè l’atto del mangiare insieme e di condividere un pasto a tavola in compagnia di altre persone, che sia una cena formale, un momento di festa o un normale pasto in famiglia, è una pratica sociale profondamente radicata nel corso dell’evoluzione umana. Questo fenomeno risale addirittura ai nostri predecessori primati che si impegnavano nella condivisione del cibo per il sostentamento della specie, visto come un fattore chiave per aumentare la sicurezza di tutto il gruppo.

I benefici meno noti della dieta mediterranea: convivialità e commensalità 

La convivialità e la commensalità sono un caposaldo intrinseco della dieta mediterranea, caratteristiche spesso trascurate che possono portare benefici per la salute, in quanto la preparazione e la condivisione del cibo possono promuovere il benessere psicologico ed uno stile di vita sano. L’atto di condividere i pasti attorno ad un tavolo e di mangiare insieme è stato riconosciuto da diversi studiosi come un fenomeno sociale fondamentale della dieta mediterranea, caratterizzata dal valore culturale della convivialità e del piacere derivante dalle esperienze alimentari condivise.

È quanto emerge da un recentissimo studio, pubblicato su Science Direct dai ricercatori italiani Elisabetta Bernardi e Francesco Visioli, “Fostering wellbeing and healthy lifestyles through conviviality and commensality: Underappreciated benefits of the Mediterranean Diet“, che si è proposto di analizzare i benefici meno noti della dieta mediterranea, come la convivialità e la commensalità, che possono infondere buonumore, aiutare a ridurre il rischio di cancro e di depressione e quindi allungare la vita. La spiegazione di tali benefici può essere nel rilascio di sostanze neurochimiche, come l’ossitocina e le endorfine, alla base della felicità che caratterizza questi momenti di festa e di condivisione dei pasti. Le indagini epidemiologiche sulle cosiddette Zone Blu, regioni dalla longevità eccezionale, rivelano infatti un filo conduttore di robusta commensalità e convivialità.

Dai risultati emerge che le persone che hanno forti legami sociali e un senso di comunità sono risultate più sane di quelle socialmente isolate, con un minor rischio di depressione e ansia, anche negli adolescenti, una migliore salute mentale, nonché un minor rischio di problemi di salute fisica come malattie cardiache, ictus e diabete. Il piacere del pasto in compagnia degli altri influenza positivamente anche le nostre scelte e i nostri modelli alimentari, significativamente diversi da quelli che abbiamo quando mangiamo in solitudine. La convivialità può incoraggiare le persone a provare cibi nuovi e sani, di cucine culturali diverse e promuovere una dieta varia ed equilibrata. Gli adulti che mangiano da soli infatti tendono a consumare meno frutta e verdura e più fast food rispetto a quelli che mangiano in compagnia.

Le famiglie che consumano i pasti insieme hanno diete più sane

Le famiglie che consumano i pasti insieme tendono ad avere diete più sane e i loro membri hanno meno probabilità di essere sovrappeso o obesi. L’ambiente familiare si è rivelato dunque essenziale anche per il corretto sviluppo del comportamento alimentare nei bambini e negli adolescenti, portandoli ad un consumo maggiore di cibo sano e ad eliminare dalla dieta il cibo spazzatura. La tavola del pranzo/cena, infatti, è il luogo dove si rafforzano i legami sociali, dove continua lo scambio culturale e dove l’incontro con gli altri permette lo scambio intergenerazionale, aspetti simbolici particolarmente evidenti nei rituali legati alle feste, alle celebrazioni e agli eventi molto frequentati.

La dieta mediterranea è apprezzata anche per la sua “gustosità“, grazie all’utilizzo di ingredienti locali e il rispetto delle ricette della tradizione, distinguendosi da altri modelli dominati da un senso di deprivazione, che non tengono conto del piacere del mangiare. Una meta-analisi di 22 studi ha riportato che una maggiore adesione ad un modello mediterraneo è associata a una minore incidenza di una serie di problemi mentali, tra cui una riduzione del rischio di depressione del 30% e una riduzione del 40% del rischio di deterioramento cognitivo.

Sperimentalmente, la dieta mediterranea può avere persino azioni terapeutiche e il condividere i pasti può rivelarsi una strategia di trattamento efficace per la gestione della depressione. In un altro studio, gli autori riportano che l’aderenza alle abitudini alimentari mediterranee è collegata ad un rischio inferiore del 29% di mortalità per tutte le cause e un rischio inferiore del 28% di mortalità per cancro e per malattie cardiovascolari, per lo più grazie all’attività fisica, al riposo, alle abitudini sociali e alla convivialità.

La salute: dieta sana, convivialità e attività fisica

Poiché la società moderna occidentale è sempre più caratterizzata da isolamento sociale, con prevalenza di abitudini alimentari individualizzate e frenetiche, collegate a un declino della commensalità e ad una diminuzione della convivialità, contribuendo a esiti avversi per la salute, lo studio suggerisce la promozione di iniziative e interventi di sanità pubblica volti a favorire e migliorare le interazioni sociali, per aumentare sia il benessere mentale che la salute generale.

“La salute è strettamente collegata a una dieta sana e a un’adeguata attività fisica, ma alimentazione e attività fisica possono fare di più, facilitando la creazione di reti sociali tra le persone che, a loro volta, possono promuovere il benessere”, spiega Elisabetta Bernardi, biologa nutrizionista e co-autrice dello studio: “Quando si pensa alla dieta mediterranea per spiegare i suoi benefici sulla salute, è necessario pensare anche agli aspetti sociali, al mangiare insieme, perché anche la condivisione dei pasti può migliorare la salute e il benessere. La convivialità può essere benefica per la salute in molti modi, tra cui la riduzione dello stress, il miglioramento dell’umore, il miglioramento dell’assunzione di nutrienti e l’aumento della sensazione di felicità e benessere. Pertanto, la convivialità può avere un impatto significativo sulla salute, poiché le interazioni/facilitazioni sociali e le esperienze positive legate al cibo possono portare anche a scelte dietetiche migliori.”

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.