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IPES-Food: “La carne artificiale non salverà il pianeta”

Nonostante il martellamento mediatico e gli investimenti in marketing, lobbysmo e pubblicità, la carne sintetica e quella vegetale non risolvono i problemi ambientali, e rappresentano un rischio per la salute. Lo rivela il nuovo rapporto IPES-Food.

Il consumo di carne è costantemente sotto i riflettori, perché accusato di essere la causa principale dei cambiamenti climatici. In realtà la questione è molto complessa e sono troppe le affermazioni fuorvianti diffuse sulla relazione negativa tra allevamento di bestiame e sostenibilità. Un nuovo rapporto di IPES-Food, “The Politics of Protein“, mette in luce proprio questi aspetti, avvertendo che le idee diffuse nell’opinione pubblica sono sbagliate e le proposte fatte a riguardo possono avere conseguenze ancora più dannose.

Il rapporto infatti esamina tutte le dichiarazioni che emergono dal grande dibattito sull’allevamento, sulle proteine alternative e la sostenibilità ambientale, evidenziandone gli errori. Per questo motivo, secondo IPES-Food, vengono proposte soluzioni che non risolveranno i problemi, tra cui la promozione dei sostituti della carne a base vegetale e della carne coltivata in laboratorio. Come sostiene Phil Howard, autore del rapporto: “È facile capire perché le persone sono attratte dal marketing, ma le soluzioni tecnologiche per la carne non salveranno il pianeta. In molti casi, peggioreranno i problemi nel nostro sistema alimentare industriale, come la dipendenza dai combustibili fossili, le monoculture industriali, l’inquinamento, le cattive condizioni di lavoro, le diete dannose e il controllo da parte di enormi società. Dobbiamo cambiare il sistema, non il prodotto.”

Infatti l’allevamento svolge un ruolo importante nell’alimentazione della popolazione mondiale. Basti pensare che contribuisce al sostentamento di 1,7 miliardi di piccoli agricoltori nel sud del mondo e svolge un ruolo economico cruciale per circa il 60% delle famiglie rurali nei Paesi in via di sviluppo. Il settore dà anche lavoro a 4 milioni di persone nell’UE e oggi rappresenta il 40-50% del PIL agricolo. Tuttavia, ci sono ancora troppe persone che non hanno accesso alle proteine nobili di alta qualità derivanti dagli alimenti di origine animale, con 811 milioni di persone malnutrite nel 2020. Secondo la FAO l’allevamento del bestiame è responsabile del 14,5% delle emissioni globali di gas serra, ma se la consapevolezza su questi temi è aumentata, la strada da seguire per risolverli non è ancora chiara e le proposte in merito sono diverse.

I sostituti della carne a base #vegetale e della #carne coltivata in laboratorio non salveranno il pianeta: va cambiato il sistema, non il prodotto. Lo rivela il nuovo rapporto #IPES-Food. Condividi il Tweet

Tra le varie soluzioni c’è il passaggio a diverse fonti proteiche in sostituzione della carne, come insetti, alternative vegetali alla carne e carne artificiale creata in laboratorio. Per scoraggiare il consumo di carne tradizionale, vengono promosse diete completamente vegetali, imponendo tasse sulla carne o diffondendo fake news sui presunti danni ambientali e alla salute umana dovuti proprio al consumo di carne. Per questo i governi stanno sostenendo investimenti, sia pubblici che privati, per sviluppare carne finta coltivata in laboratorio o cibi iper-processati a base vegetale che imitano la carne. I presupposti su cui si basano queste soluzioni sono sbagliati o fondati su prove incerte, ma ormai talmente ripetute che sono accettate come un dato di fatto. Il problema viene quindi affrontato in modo semplicistico, non considerando tutti i suoi aspetti e proponendo così soluzioni semplici a questioni molto complesse.

Ad esempio, emerge da tutti i dibattiti un’eccessiva enfasi sulle proteine, quasi ossessiva. Ci si focalizza sul garantire proteine alla popolazione mondiale, ma in realtà, le proteine sono solo una parte dei fabbisogni. Lo stesso vale per la sostenibilità, ridotta in termini di emissioni di gas serra e ignorando completamente altri problemi, come la perdita di biodiversità, l’inquinamento chimico, il degrado del territorio, la fame e le carenze di micronutrienti. Vengono completamente ignorati gli effetti positivi del bestiame sul territorio, la diversità dei sistemi di produzione e non si tiene conto che in molte comunità agricole gli animali costituiscono l’unica fonte di reddito. Essi forniscono cibo, cuoio, lana, lavoro, ma anche fertilizzanti naturali per le terre, aiutando la conservazione del paesaggio, a sfruttare le terre marginali e ad evitare l’instabilità idrogeologica.

Non viene preso in considerazione nemmeno il prezioso valore nutrizionale della carne, fonte di proteine biodisponibili di alta qualità e di importanti micronutrienti che le diete completamente vegetali non riescono a garantire. Anche i sistemi pastorali, la produzione su piccola scala e la diversità dei territori vengono del tutto trascurati, proponendo soluzioni universali che non tengono conto delle diverse realtà e potrebbero addirittura peggiorare la situazione. Le soluzioni tecnologiche proposte si basano infatti su proteine alternative prodotte con metodi industriali ad alta intensità energetica che utilizzano ingredienti sintetici. Vengono così creati cibi iper-trasformati, che non portano alcun beneficio, né in termini di sostenibilità, né per la salute.

L'#allevamento svolge un ruolo importante nell#'alimentazione della popolazione mondiale. Basti pensare che contribuisce al sostentamento di 1,7 miliardi di piccoli agricoltori nel sud del mondo. Condividi il Tweet

Quando i problemi vengono presentati in modo semplicistico, la carne artificiale e la fake meat vegetale sembrano essere le soluzioni più valide, senza considerarne i rischi connessi. Il nuovo rapporto IPES-Food rivela chiaramente che la carne artificiale non mantiene le sue promesse di maggior sostenibilità e non è la soluzione, come invece sostengono i suoi promotori. La corsa alle proteine alternative e l’ossessione delle proteine nel marketing e nei media aiutano a rafforzare queste tecnologie, causando più danni che benefici. Questi infatti aumentano la dipendenza dai combustibili fossili, promuovono diete standardizzate fatte di alimenti ultra-trasformati, danneggiando le popolazioni e il pianeta.

Ecco perché secondo il rapporto di IPES-Food si rende necessario garantire l’accesso a diete sane, complete e sostenibili, con una transizione dell’intero sistema alimentare, e non solo una transizione proteica che penalizza tutti gli allevamenti. Il rapporto propone di passare da una transizione proteica ad una trasformazione verso sistemi alimentari sostenibili, con riforme alimentari localizzate. IPES-Food chiede anche che vengano bloccati i monopoli delle proteine e che venga posta fine ai finanziamenti pubblici di tali tecnologie.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.