In difesa della carne, un libro che è un manifesto
Il professor Giuseppe Pulina, presidente di Carni Sostenibili, commenta il libro “Indifesa della carne” (Lindau), scritto dal giornalista ambientale Andrea Bertaglio.
Ci voleva una elevata dose di buon senso, in questi tempi in cui questa virtù sembra latitare, per scrivere un libro come quello che recentemente ha consegnato alle stampe Andrea Bertaglio con il titolo “In difesa della Carne” (LINDAU Edizioni, 140 pagine, euro 14,00). E anche la voglia di non farsi distrarre dal chiacchiericcio dominante (che Bertaglio bolla come salottiero) sui presunti peccati della carne (danni alla salute, filiere produttive poco attente agli animali, elevati impatti ambientali), per dedicare il giusto tempo ad una rigorosa ricerca bibliografica (il testo è ricco di citazioni e di rimandi alla letteratura scientifica) ed etnografica (straordinarie le pagine dedicate agli allevatori e alla loro passione per il lavoro e all’amore per gli animali che allevano) per smontare pezzo per pezzo le informazioni che di continuo mettono sotto accusa uno degli alimenti cardine della dieta umana.
Bertaglio ci consegna un vademecum della “buona educazione al dialogo”, in un’Italia che Dio solo sa quanto ne avrebbe bisogno! Condividi il TweetIl libro si snoda, con decisione e leggerezza, fra i temi anti-carne più diffusi dai media tradizionali e che rimbalzano nelle echo-chambers dei social per rinforzare in una porzione, fortunatamente minoritaria, della popolazione italiana la autoconvinzione che sia possibile vivere in un mondo in cui non si consumi la carne. Uno dei pregi maggiori del testo, del quale non anticipo nulla per non togliere al lettore il gusto della scoperta a volte inaspettata che si annida in ogni parte del libro, è che Bertaglio ci ricorda continuamente che non si può pretendere di salvare il pianeta non consumando carne, quando si adottano comportamenti collettivi che hanno impatti decisamente più devastanti sull’ambiente di quanti, veri o presunti, ne abbia l’allevamento animale. E ci ricorda anche che i sistemi di allevamento in paesi a basso reddito rappresentano a volte l’unico sostentamento delle famiglie e, in alcuni casi, della parte femminile più svantaggiata in una condizione di grandi difficoltà: è una testimonianza diretta, perché Bertaglio quegli allevamenti è andato a visitarli.
Con questo libro Bertaglio ha attraversato una frontiera oltre la quale lo seguiremo volentieri: da chi sta in difesa per la carne, a chi è difensore della carne. Condividi il TweetCosì come ha visitato molti allevamenti del Belpaese, trovandovi non solo tradizioni, cultura e paesaggio, ma un grande senso di umanità e rispetto per gli animali totalmente sconosciuti agli internauti metropolitani che rimbalzano di like in like atteggiamenti pregiudiziali e irrispettosi del grande valore del lavoro degli allevatori e degli operatori delle filiere delle carni. Infine, con i toni pacati utilizzati nelle varie argomentazioni, Bertaglio ci consegna un vademecum della “buona educazione al dialogo”, in un’Italia che Dio solo sa quanto ne avrebbe bisogno! In conclusione, con questo libro Bertaglio ha attraversato una frontiera oltre la quale lo seguiremo volentieri: da chi sta in difesa per la carne, a chi è difensore della carne.