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“In difesa della carne”, il lavoro di allevatori e produttori raccontato da un reporter

Il mondo degli allevatori e dei produttori di carne raccontati in un libro controcorrente: “In difesa della carne” (Ed. Lindau), scritto dal giornalista Andrea Bertaglio, è stato presentato a Milano.

La carne, da sempre un alimento presente nella dieta mediterranea e in tutte le culture del pianeta, negli ultimi anni è continuamente oggetto di critiche che riguardano l’impatto ambientale della sua produzione e presunti problemi per la salute umana. Per fare chiarezza su questi temi e combattere stereotipi e luoghi comuni, il giornalista ambientale Andrea Bertaglio ha raccolto nel libro «In difesa della carne» (Edizioni Lindau) il punto di vista degli allevatori, dei produttori e di chi segue una dieta onnivora. Il volume vuole dare voce a coloro i quali non trovano spazio per esprimere la propria opinione a causa di un dilagante “veg-sensazionalismo” che ha stigmatizzato la carne e il suo consumo e ha annacquato nella polemica il dibattito informativo.

Alla presentazione milanese, con cena a seguire (onnivora), insieme all’autore sono intervenuti Ettore Capri, ordinario di Chimica Agraria all’Università Cattolica di Piacenza, e Francesca Romana Barberini, food ambassador e conduttrice televisiva.

“C’è troppa disinformazione sul tema carne e proteine animali, e gli effetti si iniziano a vedere. Dai bambini rachitici di genitori vegani a intere comunità basate da secoli su allevamento e pastorizia che si spopolano, gli esiti delle bufale sulla produzione di carne diffuse da chi ha interessi economici o ideologici nel diffonderle si stanno manifestando ormai da alcuni anni – ha spiegato l’autore Andrea Bertaglio – La bolla vegan-animalista è ormai scoppiata, per questo con il mio libro ho deciso di prendere posizione. Trovo ad esempio assurdo che qualcuno si opponga a una nutrizione completa per i bambini, o che l’amore degli animali si sia trasformato in una umanizzazione degli stessi. L’animalismo da salotto a cui ci siamo ormai adeguati non serve a niente. E senza un’informazione equilibrata non si può scegliere davvero cosa è meglio per noi, per gli animali e per l’ambiente in cui viviamo”.

Immancabile il riferimento anche all’ambiente e all’eco-sostenibilità degli allevamenti e in particolare sulle emissioni di gas serra, sul consumo di acqua e sull’utilizzo del suolo.

“Paradossale addossare tutte le colpe sul Climate Change alla zootecnia – ha commentato il prof. Capri. “Secondo la Fao il 65% della produzione di CO2 deriva dall’utilizzo dei combustibili fossili per produrre energia per l’industria e i trasporti (auto, navi , aerei), mentre le emissioni di gas serra relative alle produzioni zootecniche (carne, latte e uova) pesano per il 14,5% di tutte le emissioni, di cui solo il 6-7% attribuibile alle carni bovine. Inoltre, per produrre 1 kg di carne in Italia servono 920 litri di acqua, ben lontano da famigerati 15.000 litri noti all’opinione pubblica. Così come l’86% degli alimenti destinati agli animali (foraggi, erba medica, residui colturali, ecc) non sono adatti all’alimentazione umana e pertanto non sottraggono alimenti all’uomo, ma anzi i ruminanti, animali erbivori, trasformano la cellulosa delle piante in proteine ad alto valore biologico” – ha concluso Capri.

Quella di Andrea Bertaglio è una voce fuori dal coro, competente ed incisiva, e fa luce su uno dei temi più bistrattati e “abusati” del momento: la carne. Un alimento molto amato nel nostro Paese e da sempre parte della tradizione culinaria – ha dichiarato Francesca Romana Barberini – Dopo tanti anni passati accanto a chef e produttori, so che per essere sicuri di ciò che mangiamo dobbiamo conoscere l’origine dei prodotti che consumiamo ed il “mondo della carne” viene raccontato con chiarezza ed autorevolezza nelle pagine del suo libro”.

Redazione Carni Sostenibili

Professore Ordinario di Chimica Agraria e Ambientale, Università Cattolica del Sacro Cuore. È membro del gruppo di lavoro PROMETHEUS dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Dal 2009 è direttore del centro di ricerca sullo sviluppo sostenibile OPERA, con sede a Bruxelles e a Piacenza. Dall’inizio della sua carriera databile 1987 ha svolto ricerche sugli impatti dei contaminanti nell’ambiente e nei prodotti alimentare, sugli organismi animali e sull’uomo, studi che oggi integra nelle sue indagini di valutazione del rischio.