Il ruolo della carne nella società
Finalmente le evidenze dei benefici della carne e dell’allevamento sono state raccolte e pubblicate su una rivista scientifica di alto livello: Animal Frontiers, terza rivista più citata in agricoltura e scienze animali.
Finalmente è successo. La prestigiosa rivista Animal Frontiers, ha raccolto e pubblicato in un’edizione speciale tutti i paper delle presentazioni dei quasi 1000 scienziati firmatari della “Dichiarazione di Dublino degli Scienziati sul Ruolo Sociale della Zootecnia”. Si tratta di un documento nato dalle discussioni sul ruolo critico della carne nella società in occasione del Summit internazionale dello scorso ottobre “Il ruolo sociale della carne: cosa dice la scienza“.
Inoltre, lo scorso 12 aprile 2023 a Bruxelles si è tenuto il simposio “Il ruolo della carne nella società: presentazione della Dichiarazione di Dublino degli scienziati“, co-organizzato da Animal Task Force (ATF) e dall’Associazione belga per la scienza e la tecnologia della carne (BAMST) con lo scopo di comunicare i principali risultati del Summit di Dublino alle parti interessate, ai politici e ai giornalisti. Grazie al dibattito scientifico e alle numerose evidenze emerse, tutti gli articoli degli autori firmatari della Dichiarazione di Dublino sono stati raccolti in una pubblicazione di alto rigore scientifico, perché peer-reviewed, cioè che ha superato una serie di valutazioni critiche da parte di esperti e specialisti.
L’abolizione della #carne dalla dieta danneggia la #salute umana. Le #donne, i #bambini, gli #anziani e le popolazioni a #BassoReddito in particolare ne verrebbero colpiti negativamente. Condividi il TweetIl Summit, la Dichiarazione di Dublino e i documenti scientifici che ne sono derivati hanno posto una pietra miliare nel far emergere l’importante ruolo sociale della carne e della zootecnia, e i benefici che ne derivano. “L’allevamento di bestiame fornisce i mezzi di sostentamento di circa una persona su sei nel pianeta” – commenta Declan Troy, assistente direttore della ricerca al Teagasc, che ha accolto con entusiasmo la pubblicazione: “L’allevamento fornisce cibo, nutrizione, reddito e altro ancora, a centinaia di milioni di persone ed è di una grande importanza culturale per molti. La pubblicazione mostra che l’implementazione di pratiche scientificamente valide in allevamento è la chiave per avere successo nelle sfide per la salute globale, il clima e lo sviluppo.”
Anche Alice Stanton del Royal College of Surgeons in Irlanda si è espressa positivamente: “Le prove peer-reviewed pubblicate oggi confermano che il Global Burden of Disease del 2019, che è lo studio globale più importante che sostiene che il consumo anche di piccole quantità di carne rossa danneggia la salute, è scientificamente difettoso e dovrebbe essere ritirato. Infatti, l’abolizione della carne dalla dieta danneggia la salute umana. Le donne, i bambini, gli anziani e le popolazioni a basso reddito ne verrebbero particolarmente colpiti negativamente.” Nella sua presentazione “La carne nella salute umana e nella nutrizione – riflessioni sul “troppo poco”/”troppo””, la professoressa Stanton ha ribadito l’importanza di avere metriche di riferimento trasparenti e basate su prove inconfutabili. Infatti l’analisi dei dati del Global Burden of Disease (GBD) del 2019 contiene evidenti errori, influenzando in modo sbagliato la FAO, l’ONU, l’OMS e la strategia Farm to Fork dell’UE.
Insieme ad altri cinque scienziati, Alice Stanton ha chiesto prove a sostegno dell’analisi del GDB 2019, ma anche se gli autori hanno ammesso la presenza di errori, non hanno mai risposto alle domande degli scienziati. Alice Stanton ha sottolineato che la mancata correzione dell’analisi GBD è un problema serio con conseguenze preoccupanti, in quanto viene citata in 2.147 pubblicazioni scientifiche, influenzando le politiche UE e altre politiche internazionali. Nella sua presentazione, l’esperta ha insistito sul fatto che non ci sono prove che la carne rossa sia associata a un aumento del rischio per la salute e la protezione contro le carenze nutrizionali è stata completamente ignorata: “Per questo gli scienziati, i politici e tutti coloro che sono coinvolti nel sistema alimentare dovrebbero essere estremamente cauti nei confronti delle stime sanitarie globali che non sono rigorosamente basate su prove trasparenti”.
Gli #alimenti di origine animale sono superiori a quelli di origine vegetale, fornendo diversi #micronutrienti biodisponibili e #macronutrienti di alta qualità, cruciali per crescita e #SviluppoCognitivo. Condividi il Tweet“Gli alimenti di origine animale sono superiori agli alimenti di origine vegetale, fornendo contemporaneamente diversi micronutrienti biodisponibili e macronutrienti di alta qualità che sono critici per la crescita e lo sviluppo cognitivo”, aggiunge il Professor Adegbola Adesogan, Direttore del Global Food Systems Institute dell’Università della Florida: “Le raccomandazioni che eliminano gli alimenti di origine animale dalle diete ignorano la loro importanza, in particolare il grande bisogno di questi alimenti nei popoli denutriti nelle aree più povere del mondo.” Il Professor Wilhelm Windisch dell’Università Tecnica di Monaco di Baviera, in Germania, ha inoltre osservato: “Gli animali da allevamento mantengono un flusso circolare di biomassa in agricoltura, utilizzando grandi quantità di alimenti non edibili dagli esseri umani, trasformandoli in cibo di alta qualità e ricco di nutrienti. La drastica riduzione del numero di capi di bestiame – spiega il professore tedesco – potrebbe avere conseguenze ambientali e nutrizionali su larga scala.”
Nella sua presentazione, “La carne nei sistemi alimentari sostenibili – circolarità, contesto ecologico, e metriche”, Wilhelm Windisch ha sottolineato che la maggior parte della biomassa agricola non è commestibile, come i pascoli e i prati, e il 70% della terra a livello globale non può essere utilizzata per le colture. Così, ha spiegato che l’unico modo per utilizzare questa terra è con il bestiame. “1 kg di cibo vegano genera almeno 3-5 kg di biomassa non commestibile. I nutrienti vegetali legati a questa biomassa devono tornare al suolo, o diventare biogas con la fermentazione dei residui, oppure ottenere cibo di qualità dall’uso circolare di biomassa non commestibile da parte degli animali”.
Gli #animali da #allevamento mantengono un flusso #circolare di #biomassa in #agricoltura, utilizzando #alimenti non edibili dagli umani, trasformandoli in #cibo di alta qualità e ricco di nutrienti. Condividi il TweetCitando esempi sull’evoluzione del numero di bovini e ovini in Germania dal 1800, la situazione attuale in Germania e Austria mostra un numero di ruminanti inferiore rispetto all’era preindustriale: “La “mucca assassina del clima” è una storia fuorviante”, continua l’esperto: “La CO2 è un gas debole ma estremamente stabile che si accumula una volta rilasciato da fonti fossili, mentre il metano è un gas forte ma con decadimento esponenziale, con soli otto anni di emivita. Se il numero dei ruminanti rimane costante, le emissioni di metano continueranno a scendere, non contribuendo al riscaldamento globale. Alimentare il bestiame con la biomassa non commestibile è il percorso più intelligente per la circolarità. Non può esistere agricoltura sostenibile senza l’allevamento”.
Anche il professor Peer Ederer, di Goal Sciences, ha spiegato nella sua relazione “Dimensioni sociali della carne – economia ed etica”, che prove epidemiologiche mostrano che abbiamo bisogno di 100 grammi al giorno di proteine, sottolineando che non stiamo facendo abbastanza per coprire questo alto fabbisogno della popolazione globale. “Non è sempre una questione di disponibilità, ma piuttosto di accessibilità e a questo proposito la tecnologia della carne basata sulle cellule non è la risposta”, spiega l’esperto: “Poiché non sappiamo ancora se siamo biologicamente adattati per assimilarla in sicurezza. Dal punto di vista della specie umana, abbiamo bisogno di alimenti di origine animale per il nostro benessere, e abbiamo anche il dovere etico di fare buon uso degli animali. Sono necessarie molte più ricerche sull’efficienza di tali tecnologie ed è essenziale aumentare i finanziamenti”.
Il professor Frédéric Leroy, della Vrije Universiteit Brussel, ha presentato “La Dichiarazione di Dublino degli scienziati – origini e messaggi chiave”, sottolineando i punti salienti delle presentazioni di altri esperti e spiegando che la Dichiarazione di Dublino dà finalmente voce agli scienziati di tutto il mondo. “Ad oggi, 925 scienziati hanno firmato la dichiarazione”, precisa Leroy. “È una doppia sfida senza precedenti garantire una dieta adeguata e lottare contro il cambiamento climatico. Gli animali sono insostituibili per mantenere un flusso circolare di materiali in agricoltura, mentre generano molti altri benefici, e la proprietà del bestiame costituisce la base di qualsiasi comunità rurale e il suo capitale finanziario”.
Tutti gli articoli scientifici sono scaricabili gratuitamente dal sito di Animal Frontiers.
Qui invece per chi non fosse riuscito a seguirlo, il Summit che si è tenuto a Bruxelles lo scorso 12 aprile.