Gli alimenti di origine animale in una dieta sostenibile
Gli alimenti di origine animale hanno un ruolo importante nel raggiungimento di sistemi alimentari sani e sostenibili. Lo riconferma uno studio dell’Università di Stanford.
Una alimentazione bilanciata fa bene alla salute e all’ambiente. Da tempo si studia il ruolo che i cibi di origine animale – carne, pesce, uova e latticini – possono avere nell’ambito di regimi alimentari sani e allo stesso tempo sostenibili da un punto di vista ambientale. Si tratta di alimenti che capita vengano citati sul banco degli imputati per i potenziali effetti negativi sulla salute e per il fatto che la loro produzione avrebbe un notevole impatto sull’ambiente. Ma le cose stanno veramente così? Per il nostro bene e quello del pianeta dobbiamo rinunciare a questi cibi, o si tratta di approfondire e saper scegliere?
Un nuovo studio, realizzato da un team di ricercatori dell’Università di Stanford e pubblicato sulla rivista “The Journal of Nutrition”, ha posto a confronto rischi e i benefici di questi alimenti, sia dal punto di vista della nostra salute che del benessere ambientale, giungendo alla conclusione che “non esiste un approccio valido per tutti o una quantità complessiva che sia sana e sostenibile. Dipende dal contesto locale e dalle priorità sanitarie e cambierà inevitabilmente nel tempo con lo sviluppo della popolazione”.
La bilancia tra rischi e benefici quindi come si posiziona?
L’impatto sulla nostra salute
Come riportato dai ricercatori di Stanford, è vero che in tutti i casi in cui vi sono degli eccessi ci possono essere conseguenze negative sulla salute umana. E’ però altresì vero che l’assunzione di alimenti di origine animale, nell’ambito di una dieta sana, porta con sé molteplici benefici che variano a seconda della fase della vita. Si tratta infatti di alimenti ricchi di sostanze nutritive, vitamine, ferro e altri minerali. Tanto che, si evidenzia nello studio, “l’aumento del loro consumo nei paesi a basso e medio reddito è una strategia chiave per affrontare la denutrizione”.
In particolare, si tratta di cibi che possono dare un importante e positivo contributo durante la gravidanza, l’allattamento e la prima infanzia, quando vi è il pericolo di carenza di nutrienti che in questi alimenti sono ben presenti, ma non solo. Anche nel periodo dell’adolescenza e dell’invecchiamento i prodotti di origine animale hanno un ruolo centrale per gli apporti nutrizionali che possono dare ad una dieta sana.
Si tratta in conclusione di alimenti che hanno proprietà uniche e possono contribuire in modo importante ai nostri regimi alimentari, che contengono sia prodotti di origine animale che vegetale, riducendo così il rischio di carenze nutrizionali.
Come si pone invece la questione dal punto di vista della loro sostenibilità ambientale?
Gli alimenti di origine animale sono amici o nemici del pianeta?
Si ritiene in generale che l’agricoltura, compreso l’allevamento, sia tra i settori che maggiormente contribuiscono alle emissioni di gas serra. Come però sottolineato dalla FAO, il bestiame può svolgere un ruolo cruciale nella mitigazione delle emissioni inquinanti. Ad esempio, una migliore gestione del pascolo può aumentare il sequestro di carbonio del suolo – stimando una loro riduzione che può andare dal 14% fino addirittura al 41% per il settore zootecnico, qualora tutti i produttori adottassero le tecnologie e le pratiche in uso da chi opera in modo più efficiente.
Inoltre, se la produzione di alimenti di origine animale avvenisse su scala adeguata e in conformità con gli ecosistemi e i contesti locali, la stessa avrebbe una funzione importante per il ripristino della biodiversità e il degrado del suolo. Come si legge nel lavoro dei ricercatori di Stanford l’uso della terra per i pascoli e le colture di foraggio potrebbe influire positivamente sulla biodiversità locale, come accade in Europa per gli habitat delle praterie. In questi luoghi il bestiame al pascolo, gestito adeguatamente, consente la preservazione del loro ecosistema erboso. Al contrario, se gli habitat venissero abbandonati, si trasformerebbero in foreste con ridotta biodiversità e maggiori rischi di incendi e dissesti idrogeologici.
In particolare, come evidenzia sempre lo studio, puntando sulla circolarità attraverso l’integrazione di colture e bestiame si ridurrebbe la necessità di input come terra, acqua e sostanze nutritive, migliorando l’efficienza complessiva e la sostenibilità delle tecniche produttive. Ad esempio, si potrebbe aumentare la quota di mangime per il bestiame costituita da erba, residui colturali e sottoprodotti di lavorazione non adatti al consumo umano e riciclare e recuperare nutrienti ed energia dai rifiuti animali, che include il compostaggio e la digestione anaerobica del letame per la produzione di biogas.
A ben vedere, quindi, gli alimenti di origine animale hanno un ruolo importante nel raggiungimento di sistemi alimentari sani e sostenibili e continueranno ad averlo anche in futuro. Ciò che va posto in atto, come sottolinea la ricerca, sono sforzi per “garantire le migliori pratiche di produzione, frenare il consumo in eccesso dove è alto e aumentare in modo sostenibile il consumo dove è basso”.
Foto copertina di: Avec Poultry