Il farmaco veterinario senza più segreti
La filiera delle carni aumenta il suo già elevato grado di sicurezza e tracciabilità. Lo fa pensando alla salute degli animali e a quella dei consumatori, introducendo un nuovo strumento di guida e controllo all’impiego del farmaco veterinario.
Alla ricetta elettronica veterinaria, che da oltre due anni consente di monitorare l’andamento delle prescrizioni mediche negli allevamenti, ora si affianca il “registro elettronico dei trattamenti”, che completa l’abolizione di ricette e registri su carta.
La trasformazione digitale di tutte le procedure legate alla cura degli animali persegue due obiettivi importanti. Monitorare l’impiego del farmaco veterinario ed evitarne un uso improprio, e contribuire al contempo alla lotta contro la crescita dei fenomeni di antibiotico-resistenza da parte dei batteri (AMR).
Quanto siano importanti i pericoli dell’AMR lo spiegano bene le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Ogni anno in Europa si contano 33mila decessi attribuiti alla presenza di microrganismi resistenti agli antibiotici. In assenza di energici interventi per contrastare il fenomeno, questo numero è destinato ad aumentare a dismisura.
Le soluzioni sono poche: ridurre l’impiego di antibiotici e trovarne dei nuovi. Questa seconda via è però lunga e costosa, la prima è quella più immediata ed efficace. Il mondo della zootecnia ha raccolto da tempo questo messaggio di allarme e nel volgere di dieci anni ha ridotto del 43% l’uso di antibiotici, arrivando nel caso delle polimixine (colistina) a una riduzione di oltre il 76%. Questi i dati a livello europeo. In Italia, come riportano le analisi di ESVAC, la riduzione del consumo di antimicrobici è arrivata al 56,8%, azzerando praticamente l’impiego di polimixine (-98,3%).
La filiera delle #carni aumenta il grado di #sicurezza e #tracciabilità con il #RegistroElettronico dei #trattamenti. Condividi il TweetCon l’introduzione della ricetta elettronica e del registro elettronico dei trattamenti si vogliono ulteriormente migliorare questi risultati. Per farlo, allevatori e veterinari si sono accollati un compito gravoso, non privo di asperità e complicazioni, come sempre accade a fronte di ogni novità.
Per evitare intoppi in fase di avvio, avvenuta a fine gennaio, da tempo i medici veterinari sono stati coinvolti in seminari e prove pratiche di applicazione delle nuove procedure. Ora tocca agli allevatori, che dovranno dimostrare di avere dimestichezza con gli strumenti informatici. L’elevato grado di tecniche digitali già presenti nelle stalle lascia ben sperare.
La nuova procedura prevede che sul portale Vetinfo del Ministero della Salute il medico veterinario inserisca il “protocollo terapeutico” dove è identificata l’azienda, il farmaco da usare, la posologia, la durata del trattamento, la diagnosi, la specie animale al quale è destinato, nonché la sua categoria (ad esempio vitello, manza, suino, seguendo la nomenclatura prevista da Classyfarm). Tutti gli animali da trattare, singoli o gruppi a seconda dei casi, sono identificati con precisione, facendo riferimento ai dati presenti nella Banca dati nazionale zootecnica.
Poi sarà il turno dell’allevatore, che dovrà anzitutto ottenere le credenziali per accedere al “protocollo terapeutico”. Nel caso sia l’allevatore stesso a eseguire il trattamento, troverà il “protocollo” preventivamente validato dal proprio veterinario e avrà le indicazioni del farmaco da usare e sulla procedura da seguire. Il sistema provvederà ad aggiornare i dati relativi all’intervento e al consumo di farmaco, comprese le rimanenze nell’armadietto farmaceutico.
#AntibioticoResistenza? Il mondo della #zootecnia nell'arco di un decennio ha ridotto del 43% il ricorso a #farmaci #antibiotici. Condividi il TweetIl tutto utilizzando il proprio computer, oppure una delle applicazioni per smartphone e tablet appositamente create. Alla fine di questo percorso si potrà conoscere per ogni animale la sua storia sanitaria, con la puntuale informazione sull’impiego di ogni farmaco. Una sorta di “fascicolo sanitario zootecnico” che metterà in chiaro chi, come e perché utilizza non solo gli antibiotici, ma qualunque farmaco destinato agli animali.
La necessità di motivare e registrare ogni intervento terapeutico sarà motivo di un uso più oculato e presumibilmente più limitato dei farmaci rispetto a ieri, ma non solo. Quando il sistema sarà a pieno regime, dopo l’inevitabile fase di rodaggio iniziale, avremo la possibilità di conoscere con precisione anche il reale consumo di antibiotici, epurato da informazioni che basate solo sui dati di vendita ne possono travisare alcuni aspetti, attribuendo agli allevamenti consumi superiori alla realtà.
Nel frattempo, è opportuno ricordare che nella battaglia all’antibiotico-resistenza è fondamentale un approccio allineato alla filosofia One Health, dove salute dell’uomo e degli animali concorrono insieme al benessere comune. Mentre la zootecnia ha già contributo in misura importante alla riduzione degli antibiotici, ci si attende altrettanta attenzione in campo umano. AIFA, l’agenzia italiana per il farmaco, ha denunciato che nel 25% dei casi si ha un impiego non corretto degli antibiotici nell’uomo. Migliorare si può, a poco altrimenti serviranno gli sforzi e l’impegno di allevamenti e veterinari.