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Anche il cibo di origine animale è “vita condivisa”

Recentemente presso Expo 2015 si è tenuto un incontro molto interessante, “Cibo: la vita condivisa“, a cui hanno partecipato giovani laureati, dottorandi, specializzandi, ricercatori, professionisti e cultori del cibo e dell’alimentazione. Un evento che ha dato modo di “toccare temi complessi e delicati, legati in particolare a un mondo di cui in troppi parlano (o scrivono) senza in realtà saperne nulla: quello del cibo di origine animale“. Durante la prima Summer School, promossa dalla facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università Statale di Milano, ci si è così dedicati “alla ricerca di una nuova prospettiva attraverso cui guardare al cibo e alle conseguenze etiche delle scelte alimentari”.

“Capire quali sono le sfide della produzione di cibo che ci attendono nei prossimi anni, del resto, è tanto importante quanto l’iniziare ad esempio a vedere il cibo come atto sociale“, scrive Ettore Capri su Huffington Post Italia. : “E che dire della possibilità di produrre e consumare la carne in modo sostenibile, o ancora degli aspetti economici e giuridici del settore zootecnico?”

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Professore Ordinario di Chimica Agraria e Ambientale, Università Cattolica del Sacro Cuore. È membro del gruppo di lavoro PROMETHEUS dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). Dal 2009 è direttore del centro di ricerca sullo sviluppo sostenibile OPERA, con sede a Bruxelles e a Piacenza. Dall’inizio della sua carriera databile 1987 ha svolto ricerche sugli impatti dei contaminanti nell’ambiente e nei prodotti alimentare, sugli organismi animali e sull’uomo, studi che oggi integra nelle sue indagini di valutazione del rischio.