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I problemi di un approccio semplicistico

Sfide per una corretta attribuzione degli impatti ambientali del bestiame: l’arte di trasmettere messaggi semplici su realtà complesse.

La produzione di carne, in particolare quella bovina, è spesso citata come un maggior contributore al cambiamento climatico a causa del suo impatto sulle emissioni di metano, sull’uso del suolo, sulla perdita di biodiversità, sulla competizione tra alimenti per animali e cibo per umani, e sulla scarsità d’acqua. Tuttavia, le valutazioni ambientali sul bestiame sono spesso semplificate eccessivamente, ignorando le complessità e le variazioni all’interno del settore.

Ad esempio, confrontare i gas serra associati al bestiame (CO2, CH4, and N2O) utilizzando metriche semplicistiche, come la CO2 equivalente, non tiene conto del loro diverso comportamento e cinetica nell’atmosfera. Il metano (CH4) prodotto dal bestiame fa parte di un ciclo biologico e si scompone rapidamente nell’atmosfera, a differenza della CO2 mobilizzata dai combustibili fossili, che si accumula nell’atmosfera. Dato che il metano è di breve durata, è stata sviluppata la metrica GWP* per riflettere accuratamente il suo impatto sul riscaldamento. Ciò sottolinea l’importanza di scegliere la metrica giusta in base all’argomento in esame per avere una valutazione equa e robusta.

Le valutazioni sull’uso del suolo, sull’utilizzo e sull’inquinamento dell’acqua da parte del bestiame soffrono altrettanto di semplificazione eccessiva. Metodi adeguati di produzione del bestiame possono avere molteplici effetti positivi sia sulle risorse del suolo che su quelle idriche, come il miglioramento dei livelli di carbonio organico nel suolo dei terreni degradati e la valorizzazione dei terreni non arabili inadatti alla produzione di colture. Il bestiame gestito correttamente può migliorare la capacità di ritenzione idrica dei suoli e ridurre il deflusso di inquinanti nei corsi d’acqua. Il bestiame, in particolare i ruminanti sui pascoli, utilizza principalmente acqua piovana (che cadrebbe comunque). Sebbene l’acqua per l’irrigazione dei mangimi possa essere problematica, ciò dipende molto dal contesto di produzione.

Il #metano prodotto dal #bestiame fa parte di un #CicloBiologico, a differenza della #CO2 mobilizzata dai #CombustibiliFossili, che si accumula in atmosfera. Condividi il Tweet

Infine, le valutazioni che utilizzano metriche ambientali dovrebbero anche considerare il valore nutrizionale degli alimenti, non solo la loro massa o il contenuto calorico. Le valutazioni del ciclo di vita nutrizionale (nLCA) integrano stime dell’impatto nutrizionale e ambientale, evidenziando la biodisponibilità e la digeribilità dei nutrienti dai prodotti di origine animale rispetto a quelli di origine vegetale.

In conclusione, le metriche semplicistiche non riescono a catturare il vero impatto e i benefici della produzione del bestiame. La valutazione dei prodotti derivati dal bestiame richiede un approccio multifattoriale, che consideri il loro valore più ampio nel sistema alimentare, inclusi aspetti come la nutrizione, la biodiversità, la salute del suolo, la gestione delle terre e il sostegno alle comunità.

Leggi lo studio completo di Pablo Manzano, Jason Rowntree, Logan Thompson, Agustín del Prado, Peer Ederer, Wilhelm Windisch, Michael R F Lee, “Challenges for the balanced attribution of livestock’s environmental impacts: the art of conveying simple messages around complex realities | Animal Frontiers | Oxford Academic (oup.com)

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.