I 5 messaggi più importanti emersi dalla COP28
A un mese di distanza dall’ultima Conferenza sul clima, COP28, vediamo i principali messaggi di cui il settore zootecnico può fare tesoro.
Finora, nei negoziati sul cambiamento climatico, gli allevamenti avevano sempre ricevuto un’attenzione o marginale, o negativa. L’ultimo vertice COP28 a Dubai si è invece rivelato una sorta di punto di svolta, considerando il bestiame in prima linea al fine di garantire la sicurezza alimentare e, neanche a dirlo, fronteggiare il climate change.
I governi di tutto il mondo si sono riuniti dando priorità all’alimentazione e all’agricoltura, evidenziando i legami cruciali tra il cambiamento climatico, l’allevamento e la necessità di soluzioni combinate. L’evento “Food and Agriculture” è iniziato con più di 130 Paesi che hanno firmato la “Dichiarazione degli Emirati sull’Agricoltura Sostenibile, i Sistemi Alimentari Resilienti e l’Azione per il Clima”, con impegni finanziari significativi, tra cui 3,1 miliardi di dollari per un sistema alimentare sostenibile. È un bel segno vedere così tanti Paesi impegnati e uniti verso un comune obbiettivo.
Ma quali sono i principali “Takeaways” emersi dal summit? Elenchiamo di seguito quelli riassunti dalla Global Meat Alliance.
1. Report FAO sul bestiame: Percorsi verso emissioni più basse
La FAO ha pubblicato il suo rapporto alla COP28: “Percorsi verso emissioni più basse”, una valutazione globale delle emissioni di gas serra e delle opzioni di mitigazione da parte dei sistemi agroalimentari. Nel report la FAO considera “imperativo tracciare percorsi per ridurre le emissioni di gas serra prodotte dagli allevamenti nel mondo, di fronte a una popolazione globale in crescita e un previsto aumento del 20% della domanda di prodotti animali entro il 2050“.
La tabella di marcia della FAO si concentra sulla mitigazione per consentire al settore zootecnico di contribuire agli sforzi e “per limitare l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 2 gradi Celsius. Come si legge nel comunicato stampa della FAO, sono disponibili diverse opzioni per produrre di più con meno emissioni, per tutti i Paesi e tutti i sistemi di produzione. Il report evidenzia anche i molti modi positivi in cui l’allevamento del bestiame può contribuire all’ambiente, come il sequestro del carbonio e le bio-economie circolari, affrontando in modo equilibrato la posizione del bestiame nel sistema alimentare e come il settore può lavorare con altre catene di approvvigionamento per nutrire il mondo.
2. I giganti dell’industria alimentare svelano un nuovo quadro globale per l’agricoltura rigenerativa
Giganti dell’industria alimentare, come Mars, McCain Foods, McDonald’s e Waitrose, appartenenti alla Task Force Agroalimentare nell’ambito dell’Iniziativa Mercati Sostenibili, hanno supportato il lancio di un nuovo quadro al fine di ottenere ingenti finanziamenti a sostegno delle pratiche agricole rigenerative. Lo scopo è quello di rendere l’agricoltura rigenerativa finanziariamente sostenibile e realizzabile, con progetti chiave in Paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti. In particolare, la Task Force sottolinea che l’agricoltura rigenerativa potrebbe contribuire per un terzo all’azione sul clima richiesta entro il 2030, ma per avere successo è necessario affrontare le barriere economiche che ostacolano la sua adozione tra allevatori ed agricoltori. Per questo, il quadro proposto consentirà di creare nuovi flussi di reddito per gli agricoltori, come il guadagno di crediti di carbonio e attività di formazione per incentivare gli agricoltori ad adottare pratiche rigenerative.
Le principali organizzazioni alimentari e agricole si sono impegnate a collaborare con 3,6 milioni di agricoltori per accelerare la trasformazione di oltre 160 milioni di ettari verso l’agricoltura rigenerativa, con un investimento iniziale di 2,2 miliardi di dollari. L’agricoltura rigenerativa include pratiche come la rotazione delle colture e l’uso ridotto di sostanze chimiche. Una ricerca condotta nell’UE ha dimostrato che un aumento del 20% del numero di agricoltori che utilizzano queste tecniche ridurrebbe le emissioni del 6%, aumentando contemporaneamente la salute del suolo e i redditi degli agricoltori.
3. Una mobilitazione senza precedenti a sostegno del cibo e dell’agricoltura, inclusi 3,1 miliardi di dollari per i sistemi alimentari sostenibili
Un clamoroso successo al vertice COP28 è stata la mobilitazione senza precedenti di finanziamenti per il sostegno al cibo e all’agricoltura, tra cui 3,1 miliardi di dollari per un sistema alimentare sostenibile. Gli Emirati Arabi Uniti, che hanno ospitato il summit, così come il Bill e Melinda Gates Foundation, hanno investito 200 milioni di dollari per la ricerca agricola, per portare l’innovazione in agricoltura e finanziare l’assistenza tecnica al fine di realizzare gli obiettivi di una produzione alimentare sostenibile e di un accesso equo al cibo.
I governi nazionali, la Banca Mondiale e la Fondazione Gates hanno anche impegnato un totale di 890 milioni di dollari a CGIAR (Gruppo consultivo sulla ricerca agricola internazionale). Il finanziamento sarà utilizzato per sostenere i piccoli agricoltori attraverso la ricerca sulle tecnologie che costruiscono sistemi alimentari resilienti e sostenibili, come le tecniche di gestione del territorio. L’International Food Policy Research Institute ha stimato alla COP28 che trasformare completamente i sistemi alimentari, per allinearsi con gli obiettivi climatici, richiederà 350 miliardi di dollari in investimenti annuali entro il 2030.
4.Approvazione da parte di oltre 150 paesi alla Dichiarazione COP28 su Agricoltura Sostenibile, Sistemi Alimentari Resilienti e Azione per il Clima
Gli agricoltori sono in prima linea per sostenere l’azione per il clima, ma i cambiamenti devono avere un senso economico per i produttori. Su questo si sono concentrati i negoziati al COP28 e la Dichiarazione sull’Agricoltura Sostenibile, i Sistemi Alimentari Resilienti e l’Azione per il Clima ha ricevuto un crescente sostegno, arrivando a 158 Paesi alla fine del summit. “Siamo lieti che il cibo sia stato messo al centro di questa conferenza. Non possiamo parlare di questioni ambientali senza considerare l’agricoltura“, ha commentato Fernando Costa, Ministro dell’Allevamento, dell’Agricoltura e della Pesca dell’Uruguay. Questi Paesi si sono impegnati a trasformare i propri sistemi alimentari attraverso azioni che riguarderanno la produzione alimentare sostenibile, lo spreco alimentare, una migliore gestione del territorio, una dieta per cercare di ridurre le emissioni e fornire benefici per il clima e per la salute dei consumatori.
A proposito, è stato lanciato il COP28 Agriculture, Food and Climate Action Toolkit, un kit completo di strumenti per aiutare i responsabili politici nazionali a tradurre gli impegni globali in azioni locali in materia di clima e cibo. Il kit, prodotto da una task force con Global Alliance for the Future of Food, FAO e CIAT, costituirà una risorsa preziosa per i Paesi al fine di trasformare i loro sistemi alimentari per limitare i cambiamenti climatici.
5.“Food and Agriculture”, una delle 11 dichiarazioni con ampio sostegno
Una grande coalizione di 200 gruppi di agricoltori, allevatori e molti altri attori che lavorano in prima linea nel settore alimentare, ma anche imprese, città, consumatori, società civile e organizzazioni filantropiche, hanno emesso e firmato una Call to Action convincente e ambiziosa. L’appello si fonda su una visione condivisa e su azioni prioritarie per la trasformazione dei sistemi alimentari per le persone, la natura e il clima. La trasformazione dei sistemi alimentari è stato quindi un punto focale al COP28, portando alla costituzione della Dichiarazione e all’ampio sostegno del paese. I cinque governi che compongono l’alleanza iniziale sono Brasile, Norvegia e Sierra Leone, cui si aggiungono Cambogia e Ruanda come membri fondatori. Questi governi si sono impegnati a “riorientare le politiche, le pratiche e le priorità di investimento per fornire migliori risultati dei sistemi alimentari per le persone, la natura e il clima”, come si legge nel comunicato stampa. La Dichiarazione avrà bisogno della leadership dei governi, e l’attuazione richiederà la collaborazione di tutti i Paesi e di tutto il sistema alimentare.