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Global Burden Diseases 2019: troppe le incongruenze

Nell’arco di soli due anni, nel Global Burden of Diseases la carne rossa risulta trentasei volte più dannosa per la salute. C’è qualcosa che non va, sia nel metodo che nella trasparenza dei risultati. A chiedere chiarezza, attraverso una lettera pubblicata su The Lancet, è un gruppo internazionale di scienziati.

Un gruppo internazionale di sei scienziati coordinati da Alice Stanton della scuola biomedica e farmacologica dell’Università di Dublino, comprendente Frédéric Leroy, professore di Scienze e Tecnologie alimentari presso l’Università di Bruxelles, in una lettera pubblicata su The Lancet pretende chiarezza e maggiori evidenze sulle affermazioni legate al vertiginoso aumento del rischio di mortalità precoce e di riduzione della vita utile attribuiti alla carne rossa nel più recente Global Burden of Diseases (GBD) pubblicato nel  2019. IL GBD è il grande studio globale che esamina le malattie e i fattori di rischio che incidono sulla mortalità e riduzione della vita utile e in questa ultima versione quelli legati al consumo di carne rossa sono aumentati, rispetto alla versione precedente del  2017, di ben 36 volte!

Gli autori fanno notare che nel 2017 il consumo eccessivo di carne rossa era causa di appena 25.000 decessi, ponendolo all’ultimo posto rispetto agli altri 21 fattori con un rischio molto più alto. Tra questi emergevano ad esempio l’obesità, il seguire una dieta troppo povera in frutta e verdura, o scarsa in frutti di mare fonti di omega 3, in fibre, in semi, legumi e in cibi integrali, con in cima al rank  una dieta troppo ricca in sodio, di grassi trans o di zuccheri.

Nell’arco di un solo biennio, nel #GlobalBurdenOfDiseases la #CarneRossa risulta 36 volte più dannosa per la #salute: troppe incongruenze. Gli scienziati chiedono chiarezza. Condividi il Tweet

Incomprensibilmente in soli due anni, la carne rossa dall’ultimo posto come fattore di rischio è passata ai primi posti (al settimo in particolare) con una presunta responsabilità di ben 896.000 decessi, mentre il peso dei fattori più importanti nella versione del 2017 è diminuito di oltre il 50%.

Gli autori mettono dunque in dubbio l’accuratezza e l’affidabilità di queste stime e chiedono spiegazioni riguardo a queste differenze così marcate realizzatesi in così poco tempo. Anche perché queste stime non concordano con quanto emerso dalle nuove revisioni sistematiche e meta-analisi di alta qualità scientifica pubblicate di recente, secondo le quali non vi sono prove certe e concrete che la carne rossa sia causa di patologie cardiovascolari, ictus, infarto, diabete e cancro. Fra le più importanti, citiamo lo studio NutriRECS, secondo cui mangiare poca carne rossa non solo è inutile ai fini salutistici, ma anche controproducente, e l’ultimo report del World Cancer Research Fund del 2018, che non ha evidenziato nessun legame tra assunzione di carne rossa e cancro al seno.

Inoltre, sembra esserci una notevole discordanza tra le curve di rischio relative del GBD 2019 e le curve dose-risposta degli studi di coorte peer-reviewed, che esaminano la relazione tra l’assunzione di carne rossa ed esiti avversi. Questa divergenza è particolarmente evidente per l’assunzione moderata di carne rossa, fino a 50 grammi al giorno o fino a tre porzioni di carne rossa a settimana. Insomma non sembra esserci rispondenza tra quanto trovato nei risultati degli ultimi studi di alta qualità scientifica e le stime del GBD 2019. Per questo motivo il gruppo internazionale di scienziati chiedono spiegazioni su conclusioni altamente divergenti, in quanto non è accettabile che un’analisi così approfondita come il GBD fornisca scarse informazioni riguardo alle revisioni sistematiche aggiornate.

The Lancet, insieme a tutte le altre autorevoli riviste mediche, richiede giustamente che le stime sanitarie globali siano riportate secondo le linee guida GATHER (Guidelines for Accurate and Transparent Health Estimates Reporting), un sistema di controllo qualità che assicura accuratezza e trasparenza. In questo caso non vi è stata alcuna osservanza delle migliori pratiche previste dal sistema, cosa che è estremamente preoccupante, secondo gli scienziati. Stessa cosa per la mancata aderenza alle linee guida PRISMA 2020 (Preferred Reporting Items for Systematic reviews and Meta-Analyses). In altre parole la carne rossa sarebbe di fatto presentata come un alimento intrinsecamente dannoso, ignorandone completamente i benefici ben documentati dovuti ai suoi nutrienti essenziali e ai composti bioattivi, e trascurando la letteratura che scientifica che segnala i danni da scarso consumo di carne soprattutto in madri gestanti, soggetti in età evolutiva e anziani.

#TheLancet, insieme alle altre autorevoli riviste mediche, richiede che le stime sanitarie globali siano riportate secondo le linee guida #GATHER, sistema di controllo qualità che assicura anche #trasparenza. Condividi il Tweet

Sostituire le raccomandazioni attuali che consigliano il consumo moderato di carne rossa come parte di una dieta equilibrata e sana con il messaggio per cui qualsiasi assunzione di carne rossa è dannosa, influirà negativamente sulla salute pubblica. Il rischio è una maggior incidenza di anemia da carenza di ferro, di sarcopenia e di malnutrizione infantile e materna, condizioni che sono già responsabili di un onere sanitario globale notevolmente maggiore rispetto a una dieta ad alto contenuto di carne rossa, specialmente nei Paesi a basso e medio reddito.

I risultati dell’ultima revisione del documento epidemiologico-nutrizionale sono giudicati estremamente preoccupanti dai sei scienziati firmatari della nota, e necessitano di una immediata e profonda revisione, dal momento che il GBD è un riferimento chiave per le politiche sanitarie ed è già stato utilizzato in una grande quantità di articoli scientifici. Molte pubblicazioni, infatti, stanno citando i dati del GBD come riferimento attribuendo la causa dell’aumento di tutte le malattie all’assunzione di carne rossa. Questo bias scientifico amplifica l’errore nella letteratura scientifica con la carne che diventa un rischio maggiore delle diete ad alto contenuto di sale, di grassi trans e bevande zuccherate.

Inoltre, data la notevole influenza del GBD sul processo decisionale mondiale in materia di politica nutrizionale, è molto importante che le stime in esso riportate siano sottoposte a un esame critico affinché risultino basate su prove rigorose e metodi di calcolo trasparenti. A tala fine, i sei scienziati chiedono che siano chiariti tutti i punti oscuri, fra cui le fonti peer-reviewed delle revisioni sistematiche aggiornate utilizzate, e che il lavoro risponda a pieno agli standard PRISMA e GATHER, e che siano fornite le curve di dose-risposta aggiornate dei rischi relativi della carne rossa per il cancro al seno, del colon-retto, del diabete, cardiopatie e ictus.

Il #GlobalBurdenDiseases è un riferimento chiave per le #PoliticheSanitarie: è importante che le stime in esso riportate risultino basate su prove rigorose e metodi di calcolo #trasparenti. Condividi il Tweet

Infine, gli scienziati ritengono che finché non sia stata fatta chiarezza in merito, sarebbe altamente inappropriato e imprudente utilizzare le stime del rischio alimentare del GBD 2019 in qualsiasi documento politico nazionale o internazionale, nonché in qualsiasi decisione normativa o legislativa.

“La comunità scientifica utilizza il metodo delle ‘Lettere alle riviste’ per criticare i lavori già pubblicati, anche se passati al vaglio dei referees”, commenta il professor Giuseppe Pulina, presidente di Carni Sostenibili: “Con questo scritto, gli autori documentano ampiamente l’inadeguatezza del metodo seguito dall’ultima versione del GBD, e perciò dei relativi risultati, e chiedono che le stime siano corrette e ben giustificate. Il vero dibattito di argomenti scientifici si svolge così, sulle riviste e non in televisione e ancor peggio sui social media. È il modo corretto con cui la comunità scientifica rileva gli errori (e anche le frodi) e chiede di correggerli, soprattutto se ne va di mezzo la salute pubblica, come in questo specifico caso”.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.