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Global Burden Disease 2019: risultati non realistici, inattendibili e privi di trasparenza

Gli studi che associano il consumo di carne rossa all’insorgenza di tumori, patologie cardiovascolari e diabete sono inverosimili, inattendibili e mancano di trasparenza.

È quanto emerge, due anni dopo la pubblicazione del Global Burden Disease (GBD) del 2019, in seguito all’allarme lanciato da un gruppo di ricercatori che ne hanno messo in dubbio i risultati. Infatti, il Global Burden Disease 2019, pubblicato nel 2020 nella rivista The Lancet, mostra un discutibile aumento delle patologie legate alla dieta, che gli autori hanno attribuito al consumo di carne rossa.

Nell’analisi precedente, risalente al 2017, l’eccessivo consumo di carne rossa risultava solamente agli ultimi posti tra i fattori di rischio legati alla dieta, tra i quali invece emergevano l’eccesso di zuccheri e di alcool e una dieta povera in fibre e in frutta e verdura. Nell’ultima versione del 2019, invece, è stato registrato un aumento del peso della carne rossa sulle morti stimate di 36 volte, cosa che ha fatto suscitare molti dubbi e perplessità negli studiosi. Un così forte aumento in soli due anni infatti non è passato inosservato e un gruppo di ricercatori ed esperti internazionali ha voluto vederci chiaro, esprimendo serie preoccupazioni circa l’affidabilità dell’analisi.

Andando a fondo della questione è emerso che è stato cambiato il metodo di analisi dei fattori di rischio: mentre per tutte le versioni precedenti del GBD sono stati utilizzati dati provenienti da revisioni sistematiche e metanalisi peer-reviewed di alta affidabilità scientifica, per questa ultima versione è stato seguito un approccio diverso, che non ha dato la stessa attendibilità. Per questo motivo i ricercatori sono allarmati per questa discordanza di risultati, specialmente perché il Global Burden Disease viene preso come un importante punto di riferimento e citato in numerosi studi. Se il punto di riferimento è sbagliato, viene alterata anche l’autorevolezza delle pubblicazioni successive, con conseguenze preoccupanti.

Nessun organismo internazionale raccomanda di evitare del tutto la #carne, cosa impraticabile e che comporta rischi di gravi #CarenzeNutrizionali. Condividi il Tweet

Dichiarare la carne rossa come un cibo intrinsecamente dannoso per la salute, senza considerarne le quantità assunte, il suo ruolo fondamentale in una dieta varia, l’apporto nutrizionale di valore superiore e i benefici per l’organismo dovuti alla presenza di nutrienti essenziali e composti bioattivi è un grave errore del metodo di analisi. Se i consigli per la salute pubblica e le decisioni politiche fanno affidamento su questi risultati scorretti, le conseguenze potrebbero essere devastanti. La preoccupazione dei ricercatori è rivolta specialmente ai bambini e alle categorie fragili come gli anziani, in cui un insufficiente introito di carne rossa causa gravi deficienze di ferro, anemia e sarcopenia. Queste condizioni patologiche sono molto diffuse, specialmente nei paesi sottosviluppati, in cui la mancanza di carne rossa e di alimenti di origine animale ad alto valore nutrizionale è una triste realtà.

Gli studiosi chiedono quindi che si agisca immediatamente: “Data l’influenza rilevante che i risultati del Global Burden Disease hanno in tutto il mondo sulle decisioni politiche in tema di nutrizione della popolazione, è di estrema importanza che le stime siano sottoposte ad un controllo critico approfondito e che siano sempre basate sull’evidenza scientifica in modo rigoroso e trasparente”. Nello specifico i ricercatori chiedono che venga fatta chiarezza sui dettagli che riguardano l’analisi, e che vengano fornite evidenze empiriche sul fatto di cambiare il TMREL della carne rossa, cioè il livello minimo teorico di esposizione al rischio, da 22,5 grammi a 0 grammi al giorno.

Anche il World Cancer Research Fund International (WCRF), fondo mondiale di ricerca sul cancro, ha accusato l’ultimo studio GBD di aver ignorato completamente l’eccellente valore nutritivo e la superiorità nutrizionale della carne rossa, mancando totalmente di razionalità e sostenendo la richiesta dei ricercatori di poter avere ulteriori spiegazioni: “Non solo questo grande aumento non sembra plausibile, ma la mancanza di trasparenza alla base del calcolo mina l’autorevolezza del Global Burden Disease. Se le ipotesi utilizzate in uno studio non sono chiaramente indicate e spiegate, i risultati saranno discutibili e difficili da riprodurre”.

Dichiarare la #CarneRossa un #cibo dannoso per la #salute, oltre che estremamente sospetto, è anche un grave errore. Condividi il Tweet

“Né il WCRF né altri organismi internazionali raccomandano di evitare del tutto la carne, in quanto fonte importante di diversi nutrienti in molti regimi alimentari di tutto il mondo. Rimuovere totalmente la carne dalla dieta è impraticabile e comporta rischi di gravi carenze nutrizionali. Dall’azzeramento del TMREL della carne rossa derivano anemia da carenza di ferro, sarcopenia, mortalità da malnutrizione infantile e materna. Occorre chiarire se anche questi risultati sono inclusi nella stima. La mancanza di una base chiara della stima del Global Burden Disease è preoccupante, non supportata da prove scientifiche e non realistica”, concludono i ricercatori.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.