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F2F, paradosso numero tre: l’ambiente

In Europa il bestiame allevato per produrre carne è responsabile solo del 7,2% delle emissioni di gas serra, contro una media mondiale del 14,5% (dati FAO). Nell’Unione europea tutto il settore agricolo è responsabile del 10,3% delle emissioni. Quasi il 70% di esse proviene dal settore dell’allevamento e consiste di gas diversi dalla CO2: metano e protossido di azoto. Questi risultati, che non vanno sprecati, sono stati raggiunti in questi anni dall’Ue grazie all’efficienza produttiva e all’innovazione tecnologica. Il caso italiano è ancora più efficiente: l’ISPRA ha evidenziato che l’impatto del settore agricolo sull’atmosfera è pari al 7,1%, di cui 5,6% imputabile al settore zootecnico.

Il settore zootecnico condivide l’obiettivo della strategia Farm to Fork di ridurre le emissioni di gas serra e continuerà nel percorso di innovazione e ricerca per ridurre ulteriormente le proprie. Non va però dimenticato che la gran parte delle emissioni odierne (85-90%) deriva dall’utilizzo dei combustibili fossili per il settore energetico, quello residenziale e quello dei trasporti. Questi ultimi, ad esempio, hanno un impatto climalterante quattro volte più elevato degli allevamenti, e le sole auto inquinano il doppio del settore zootecnico. Un volo andata e ritorno Roma-Bruxelles, invece, emette più CO2 per singolo passeggero di quanta questi ne produca con un consumo moderato di carne e salumi per un intero anno.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.