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F2F, paradosso numero due: uso del suolo

Il settore zootecnico in Europa negli ultimi 60 anni è stato caratterizzato da un aumento dell’efficienza produttiva e sarebbe imperdonabile sprecare questo vantaggio. In prospettiva futura, l’efficienza produttiva potrebbe ulteriormente aumentare anche grazie alle innovazioni tecnologiche e digitali, mantenendo costante l’uso del suolo. L’obiettivo è di rendere la zootecnia europea autosufficiente e sempre meno dipendente dalle importazioni di carne e mangimi.

FEFAC dichiara che il 77% della soia importata dai paesi EU27, espressa in termini di equivalenti in Farina di Estrazione (che comprende anche la soia importata in seme e trasformata in EU), è a basso rischio di deforestazione, grazie ai certificati di origine. Ma attenzione, perché non c’è solo la soia: l’alimentazione degli animali da allevamento si basa per l’86% su parti vegetali ricche in cellulosa come residui colturali, erba e fieno, non digeribili dall’uomo. Queste, grazie agli animali, vengono quindi trasformate in proteine animali nobili, ossia che contengono tutti gli aminoacidi essenziali, quelli che l’organismo umano non è in grado di sintetizzare da solo, ma deve introdurre con l’alimentazione. Se non ci fossero più animali sulla terra, inoltre, dovremmo preoccuparci di smaltire l’86% dei residui colturali come fossero rifiuti, e quindi con un grande impatto sull’ambiente.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.