Evitate le diete vegane in gravidanza e per i bambini!
Nonostante la pseudoscienza provi a far passare il messaggio che la carne non è necessaria per una corretta alimentazione, ci sono nuove brutte notizie per chi si ostina a voler far passare le diete a base vegetale come salutari e idonee in tutte le fasi della vita.
C’è chi è convinto che, in ogni fase della vita, si possano eliminare dalla propria dieta la carne e in generale i cibi di origine animale. Non importa se poi si compromette in modo inaccettabile la salute di bambini inermi. Eppure la scienza, quella seria, è praticamente unanime nello sconsigliare una dieta come appunto quella vegana, soprattutto in certe fasce di età (persino Umberto Veronesi lo aveva scritto). Infatti, durante la gravidanza, l’allattamento e con i bambini piccoli sarebbe meglio non seguire queste diete, specialmente quella vegan, perché le conseguenze per la salute della madre e del bambino potrebbero essere gravi e irreversibili. Come successo (ancora) in questi giorni in Australia, dove a causa della dieta vegana impostale dai genitori una bambina di quasi due anni è stata trovata talmente debole da non riuscire neppure a stare seduta.
Sebbene in teoria le diete vegetariane e vegane, quando ben pianificate e integrate, siano state valutate adatte a soddisfare tutti i requisiti nutrizionali, nella pratica non è così semplice ed è alto il rischio di non seguire alla lettera i consigli del medico nutrizionista e di non riuscire a coprire tutti i fabbisogni integrando a dovere con cibi fortificati e supplementi, specialmente nelle fasi della vita delicate come la gravidanza, l’allattamento e nei bambini in crescita, causando danni cognitivi irreparabili e nei casi più estremi perfino la morte.
I casi recenti e sempre più frequenti di bambini malnutriti, con rachitismo, arresto della crescita, anemia e danni cerebrali permanenti a causa di diete vegane non correttamente supplementate hanno riaperto il dibattito sull’idoneità delle diete a base vegetale, portando diversi Paesi, come la Danimarca, la Germania e la Svizzera a scoraggiare questo tipo di diete nelle loro linee guida. In particolare, nelle raccomandazioni del 2019 per una corretta nutrizione dell’Autorità Sanitaria Nazionale Danese si invita i genitori ad evitare totalmente la dieta vegana.
Le raccomandazioni danesi sono in linea con quelle del 2017 della Società Europea di Gastroenterologia Pediatrica per l’Epatologia e la Nutrizione, che affermano: “Le diete vegane sono state generalmente scoraggiate durante l’alimentazione complementare. Se un genitore sceglie di svezzare il bambino con una dieta vegana, questo dovrebbe essere fatto sotto un’esperta supervisione dietetica medica, e le madri dovrebbero ricevere regolarmente consigli nutrizionali e seguirli alla lettera“.
La ferma posizione della Società trova riscontro anche nelle linee guida tedesche e svizzere, che confermano che sarebbe meglio evitare la dieta vegana nelle donne in gravidanza e in allattamento. Anche in Italia, in occasione del congresso della Società italiana di Pediatria preventiva e sociale, in un position paper di Sipps, Federazione medici pediatri e Federazione italiana medicina perinatale si legge che “le diete vegetariane o vegane non sono adeguate nei bambini e nelle donne in gravidanza e non possono essere raccomandate in età evolutiva“.
I danni più gravi infatti sono dovuti principalmente alla carenza di vitamina B12, che è la più frequente in una dieta a base vegetale, dato che questa vitamina si trova esclusivamente negli alimenti di origine animale. Ma non è solo la carenza di vitamina B12 a destare preoccupazione: il rischio c’è anche per altri nutrienti importanti, tra cui iodio, calcio, ferro, omega 3 a catena lunga DHA, vitamina D e proteine, e questo dovrebbe essere preso in considerazione quando si pianifica una dieta vegetariana o a maggior ragione vegana.
Durante la gravidanza, la carenza di vitamina B12 è stata associata a diversi effetti clinici avversi, tra cui perdita fetale, ritardo della crescita intrauterina con basso peso alla nascita, parto prematuro e difetti del tubo neurale, mentre carenze durante l’infanzia causano l’anemia megaloblastica, diminuzione o assenza totale di crescita, anoressia, apatia, insensibilità, ritardo dello sviluppo e nel linguaggio, ipotonia e debolezza muscolare, movimenti involontari, convulsioni, atrofia cerebrale e compromissione dello sviluppo neurologico e cognitivo a lungo termine.
Diversi studi mostrano le percentuali di carenza di vitamina B12 ed in particolare è stata rilevata nel 25% delle donne vegane e nei loro figli e nel 56% delle madri vegane che allattano. In India, il 57% dei bambini allattati da madri vegane e il 44% delle loro madri sono risultati carenti di vitamina B12, mentre in Nepal il 58% dei bambini allattati al seno da madri vegane e in Germania il 39% delle donne vegetariane in gravidanza.
Le Autorità Sanitarie dovrebbero informare le madri sulle possibili conseguenze gravi ma per fortuna evitabili, concludendo che nel complesso una dieta vegana durante la gravidanza, l’allattamento e nei bambini piccoli non è raccomandata. Se invece la famiglia sceglie comunque di seguire tale dieta, dovrebbe essere fornita un’appropriata consulenza specialistica, raccomandando vivamente che le donne in gravidanza e in allattamento assumano un integratore affidabile di B12 e ricevano consigli nutrizionali da dietologi clinici certificati riguardanti tutte le carenze che si possono sviluppare nella madre e nel bambino, seguendo regolarmente e con maggior attenzione la sua crescita e sviluppo.