TOP

Emissioni: basta fake news sull’agricoltura

“Ancora fake news sul mondo della zootecnia e dell’agricoltura in generale”. Così Giuseppe Pulina, presidente di Carni Sostenibili, commenta la lettura che il WWF ha diffuso rispetto ai dati contenuti nel rapporto IspraTEA-Transizione ecologica aperta. Dove va l’ambiente italiano?” appena rilasciato.

“L’associazione ambientalista nella sua versione dei fatti ancora una volta individua nell’agricoltura il primo responsabile dell’impatto ambientale in Italia, un’affermazione non solo falsa, che non tiene conto degli enormi progressi che fanno del nostro Paese un modello in termini di sostenibilità, ma che oltretutto travisa completamente il report dell’Istituto”, aggiunge Pulina, che anche quest’anno è stato inserito nella prestigiosa graduatoria degli scienziati più autorevoli al mondo, la “World’s Top 2% Scientists List”.

Basta #FakeNews sulle #emissioni in #agricoltura! L’80,5% di quelle nazionali sono da attribuire ai #ConsumiEnergetici, mentre l’agricoltura incide solo per il 7,1%. Condividi il Tweet

Da una lettura non ideologica del rapporto, infatti, si apprende che l’80,5% delle emissioni nazionali sono da attribuire ai consumi energetici, mentre l’agricoltura incide soltanto per il 7,1%, con una diminuzione dal 1990 ad oggi del 17,3%, dovuta principalmente al minor numero dei capi allevati, in particolare bovini e vacche da latte, e al minor uso di fertilizzanti azotati. Negli ultimi anni si è anche registrato un incremento della produzione e raccolta di biogas dalle deiezioni animali ai fini energetici, evitando emissioni di metano dallo stoccaggio delle stesse. In discesa dal 2005 ad oggi dell’11% anche le emissioni di ammoniaca. Senza tralasciare il focus su agricoltura e innovazione che apre interessanti prospettive in termini di mitigazione degli impatti.

“Il WWF, con affermazioni paradossali che indicano le pratiche agricole fra i principali nemici della natura senza fornire un’alternativa valida per l’alimentazione quotidiana di quasi 8 miliardi di persone, punta pericolosamente il dito contro un settore vitale – conclude Pulina  – con il rischio  di usare la transizione ecologica, processo necessario e su cui la zootecnia è pronta a fare la sua parte nel quadro di un’agricoltura sempre più sostenibile, in maniera strumentale con l’unico risultato di renderci più vulnerabili e dipendenti da Paesi terzi che producono con standard sociali e ambientali assolutamente inferiori ai nostri. Oppure, delegittimando il settore zootecnico e agricolo, aprendo le porte agli alimenti in provetta o super-processati, i veri nemici di ambiente e salute umana.” Come nel video riportato sotto il grafico professor Pulina dimostra.

 

 

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.