Effetto serra: allevamenti italiani sempre più virtuosi, per l’Ispra incidono per il 5,6%
La zootecnia in Italia, secondo Ispra, incide sulla produzione di gas serra solamente per il 5,6% e non è il principale responsabile dell’inquinamento atmosferico e del cambiamento climatico, imputabili in primo luogo all’estrazione e all’utilizzo delle fonti fossili.
Le preoccupazioni per l’ambiente devono contemplare nel complesso l’insieme delle attività umane responsabili di danni significativi agli agro-ecosistemi planetari. Il consumo del suolo e i relativi danni a carico del pianeta, ad esempio, devono essere approcciati come un problema multifattoriale e in quanto tale non imputabile esclusivamente alla produzione di carne. Solo così, infatti è possibile ricercare una soluzione alle principali sfide ambientali.
La #zootecnia in Italia, secondo #Ispra, incide sulle #emissioni di #GasSerra solo per il 5,6% e non è la prima responsabile di #InquinamentoAtmosferico e #CambiamentoClimatico, imputabili in primo luogo ai #CombustibiliFossili. Condividi il TweetAdditando un solo colpevole è come se automaticamente si sminuisse il fatto che la salvaguardia del pianeta riguarda ogni singolo trend sociale. Solo comprendendo che ogni aspetto della nostra vita è importante possiamo agire sul cambiamento del clima. Trovare un capro espiatorio può essere comodo per pacificare le coscienze, ma di fatto è inutile se davvero si vogliono cambiare le cose.
Negli #allevamenti #bovini il #metano deriva dalle fermentazioni ruminali, ma viene riconvertito in #CO2 poi riassorbita dalle piante che a loro volta diventano #alimento per gli #animali, in un ciclo che dura 10 anni. Condividi il TweetLa Terra per centinaia di milioni di anni ha conservato il carbonio nel proprio sottosuolo sotto forma di carbone, petrolio e gas naturale. Da circa 150 anni a questa parte abbiamo iniziato ad estrarlo e a rilasciarlo nell’atmosfera, e questo ha costituito l’unica fonte di incremento dei gas serra che ha dato origine a quello che oggi chiamiamo cambiamento climatico. L’anidride carbonica, provocata dalla combustione di combustibili fossili, ha una vita in atmosfera di 1000 anni.
Negli allevamenti bovini il metano deriva sì dalle fermentazioni ruminali degli alimenti, ma viene riconvertito in anidride carbonica che poi è riassorbita dalle piante che a loro volta diventano alimento per gli animali, in un ciclo che dura 10 anni. Secondo la FAO, le emissioni di tutto il settore agricolo mondiale, sono rimaste costanti in termini assoluti dal 1990 ad oggi, ma si sono ridotte dal 24% al 20%. Dato non da poco se consideriamo che, a costanza di emissioni, sono state sfamate nello stesso periodo 2 miliardi di persone in più al giorno.
Secondo i dati #FAO; la #CarneBovina, che rappresenta la metà di tutte le #EmissioniZootecniche, rappresenta al massimo il 5% delle #EmissioniDirette globali di #GasSerra. Condividi il TweetE sempre la FAO afferma che la zootecnia ha un impatto climalterante dovuto alle emissioni di gas a effetto serra pari al 10,3% (LUC – land use change – escluso) e 14,5% (LUC incluso). Da questi dati ufficiali emerge che la carne bovina, che rappresenta la metà di tutte le emissioni zootecniche, rappresenta al massimo il 5% delle emissioni dirette globali di gas serra.
In Italia l’Ispra, l’agenzia ambientale italiana, certifica che tutta l’agricoltura del nostro Paese impatta per il 7,1% delle emissioni nazionali, mentre i trasporti per il 24,4%, la produzione di energia (industrie energetiche, residenziali e servizi, industria manifatturiera) per il 56,1%, i processi industriali 8,1% e i rifiuti 4,3% (2018). Ottimi i risultati ottenuti in agricoltura a livello di riduzione delle emissioni (-13%). Di queste, ossia delle emissioni complessive agricole, solo il 5,6% è riferibile alla zootecnia, mentre il restante 1,5% alle coltivazioni di prodotti non destinati all’alimentazione zootecnica. Questo significa che la produzione di carne in Italia rappresenta quasi un decimo di quello che viene comunemente divulgato.
Secondo il #RapportoIspra, in Italia tutta l’#agricoltura impatta per il 7,1% delle #emissioni nazionali, i #trasporti per il 24,4%, la produzione di #energia per il 56,1%, i processi industriali 8,1% e i rifiuti 4,3%. Condividi il TweetL’Italia, inoltre, si dimostra un Paese estremamente virtuoso, fatto di cui non si può non tener conto: dal 1970 ad oggi il nostro Paese ha più che dimezzato le emissioni per produrre un chilo di proteine animali, passando da 28 kg di CO2 equivalente a 12kg. (Fonte:rielaborazione interna su dati Istat)
A livello di riduzione delle #emissioni, ottimi i risultati ottenuti in #agricoltura, con una riduzione complessiva del 13%. Di quelle del settore agricolo, il 5,6% delle #emissioni sono riferibili alla #zootecnia. Condividi il Tweet