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Dieta vegetariana salutare per i bambini? Studio smonta altri luoghi comuni

L’Academy of Nutrition and Dietetics (AND) sostiene l’adeguatezza del veg in tutte le fasi del ciclo vitale. Un recente studio ne riprende in esame il documento più noto, analizzando se alimenti come carne e pesce possono essere sostituiti senza effetti negativi sulla salute dei bambini. Vediamo qual è il responso.

 

La sentiamo ripetere ormai come un mantra da ogni sostenitore della dieta veg per giustificare la propria scelta come la migliore possibile per la salute: è la posizione dell’Academy of Nutrition and Dietetics (AND), che sostiene l’adeguatezza del vegetarismo e del veganismo in tutte le fasi del ciclo vitale, tra cui gravidanza, allattamento, infanzia e adolescenza. Eppure, una volta dimostrata l’irrilevanza scientifica di tale posizione, si può davvero affermare senza dubbi che la dieta vegetariana o addirittura vegana, su cui già i pediatri italiani hanno espresso un giudizio tutt’altro che positivo, siano sicure e salutari per i bambini?

Uno studio di recente pubblicazione riprende in esame il documento dell’AND punto per punto, analizzando se davvero alimenti importantissimi e dall’elevato valore nutrizionale come la carne e il pesce possono essere sostituiti con latte, soia, legumi e uova senza alcun effetto negativo sulla salute dei bambini. Ma come dimostrano anche gli ultimi avvenimenti di cronaca, con bambini vegani ricoverati per malnutrizione, rachitismo e gravi deficienze cerebrali, anche questo studio sostiene che l’AND non ha dato la giusta importanza alle prove dirette e indirette di due fatti di un certo rilievo: il vegetarismo può essere associato a seri rischi per lo sviluppo fisico e cognitivo nel feto e nel bambino, e nemmeno l’integrazione regolare con ferro, zinco e vitamina B12 è sufficiente a ridurre questi rischi.

Nel documento si mettono in rilievo le criticità delle diete veg nei bambini emerse dalla letteratura scientifica e che l’AND non ha tenuto nella giusta considerazione: ad esempio, nel valutare l’adeguatezza del vegetarismo in gravidanza, l’AND non fa menzione di quegli studi che mostrano come le diete vegetariane possano essere anche dannose per le donne incinte, a causa del rischio di malnutrizione, rilevando una minore probabilità di dare alla luce un bambino ed un aumento della possibilità di aborto spontaneo.

Nello studio viene dimostrato infatti che latte, soia, legumi e uova non sono dei validi sostituti della carne, mettendo in evidenza le maggiori preoccupazioni di una dieta priva di carne e pesce o esclusivamente vegetale. Ad esempio, l’eccesso di fibre e fattori antinutrizionali, che causano il sequestro di proteine e micronutrienti, specialmente ferro e zinco, con effetti devastanti nel corretto sviluppo neurocognitivo del bambino, oppure la completa assenza di vitamina B12, omega 3 a catena lunga EPA e DHA. O ancora i bassi livelli di creatina e taurina, portando inevitabilmente il bambino alla malnutrizione, con depressione, debolezza e affaticamento, danni ai nervi, peggioramento del rendimento scolastico, ridotta capacità di memoria e apprendimento e a gravidisordini nella crescita somatica e cognitiva.

Nonostante l’integrazione con supplementi e cibi fortificati, ci sono prove che evidenziano come molti vegetariani e vegani tendano comunque ad essere carenti di nutrienti fondamentali, come la creatina, la cui supplementazione non porta ad un miglioramento delle funzioni cognitive, evidenziandone i livelli compromessi proprio nei vegetariani, causa di riduzione del quoziente intellettivo e della memoria. O la taurina, i cui bassi livelli riscontrati nel latte materno di donne vegetariane e vegane possono compromettere lo sviluppo del cervello del feto.

Insomma, se l’integrazione durante l’intera infanzia sia sufficiente oppure no a mantenere livelli adeguati di questi nutrienti per le esigenze dei più piccoli resta una questione ancora aperta. Lo studio conclude che “il miglioramento delle prestazioni cognitive, dei comportamenti di leadership, l’aumento dell’attività fisica e della massa muscolare nei bambini possono essere dovuti al loro consumo di proteine di alta qualità e micronutrienti come vitamina B12, ferro e zinco biodisponibili, poiché la carne migliora l’assorbimento di ferro e zinco dai vegetali, liberandoli dall’azione negativa di fibre e fitati”.

I legumi, poi, e specialmente la soia, contengono alte concentrazioni di fitoestrogeni, in particolare di isoflavoni, dei “distruttori” del sistema endocrino, capaci di interferire col normale funzionamento ormonale, portando ad una serie di effetti avversi, tra cui malformazioni nei genitali e squilibri nella funzione ovarica, nell’utero, nella ghiandola mammaria e nella prostata, causando pubertà precoce e ridotta fertilità e interferendo anche con lo sviluppo di alcune regioni del cervello: è ormai dimostrato che vegetariani e vegani tendono ad avere livelli ematici di fitoestrogeni molto più alti rispetto agli onnivori, con serie preoccupazioni quando questi livelli vengono raggiunti in bambini e neonati, dove gli effetti negativi sulla salute possono essere irreversibili.

Ci sono ancora molte incognite sui reali effetti sulla salutedelle diete veg, che comunque non sono sicuramente prive di rischi. I genitori dovrebbero essere informati che la posizione dell’AND non è decisiva e che il dibattito sugli effetti sulla salute del vegetarismo nei bambini non è ancora risolto.

Susanna Bramante

Agronomo e divulgatrice scientifica. Autrice e coautrice di 11 pubblicazioni scientifiche e di numerosi articoli riguardanti l’alimentazione umana e gli impatti della stessa sulla salute e sull’ambiente, nel 2010 ha conseguito il titolo di DoctorEuropaeus e Ph. Doctor in Produzioni Animali, Sanità e Igiene degli Alimenti nei Paesi a Clima Mediterraneo. Cura GenBioAgroNutrition, “un blog a sostegno dell’Agroalimentare Italiano, della Dieta Mediterranea e della Ricerca Biomedica, contro la disinformazione pseudoscientifica”, che aggiorna quotidianamente.

Agronomo e divulgatrice scientifica. Autrice e coautrice di 11 pubblicazioni scientifiche e di numerosi articoli riguardanti l’alimentazione umana e gli impatti della stessa sulla salute e sull’ambiente, nel 2010 ha conseguito il titolo di DoctorEuropaeus e Ph. Doctor in Produzioni Animali, Sanità e Igiene degli Alimenti nei Paesi a Clima Mediterraneo. Cura GenBioAgroNutrition, “un blog a sostegno dell’Agroalimentare Italiano, della Dieta Mediterranea e della Ricerca Biomedica, contro la disinformazione pseudoscientifica”, che aggiorna quotidianamente.