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Eparina: dall’allevamento alla farmaceutica

Molti non lo sanno, quindi è importante sottolinearlo: l’importanza dell’allevamento del bestiame va ben oltre la produzione alimentare. L’importante esempio dell’eparina lo riconferma.

L’eparina è un composto polisaccaride contenente zolfo, che si trova nel fegato e in altri tessuti animali, con la funzione di inibire la coagulazione del sangue: ha un importante uso medico come anticoagulante nel trattamento della trombosi. Non è l’unica medicina prodotta utilizzando prodotti di origine animale: basti pensare ad esempio, all’insulina dei suini per il trattamento dei pazienti diabetici.

L’eparina è elencata nella lista dei farmaci essenziali dell’OMS. È stata scoperta nel 1916 ed è stata usata come anticoagulante dal 1935, grazie ai suoi effetti potenzianti sull’antitrombina. Oggi il suo uso principale è il trattamento delle malattie cardiovascolari e della trombosi nelle popolazioni che invecchiano. La purificazione dell’eparina dalle frattaglie è un processo industriale di vecchia data, per il quale le ricette commerciali risalgono al 1922. Ci sono oggi molte alternative chimiche, chemioenzimatiche e biotecnologiche per questo metodo di produzione. Tuttavia, il tessuto animale è ancora l’unica fonte per la produzione commerciale di eparina nell’industria farmaceutica.

I metodi di produzione dell’eparina si basano fortemente sulle sue proprietà molecolari uniche, tra cui la sua acidità, l’alta densità di carica e la stabilità. Queste caratteristiche consentono la purificazione dell’eparina nonostante la bassa concentrazione nella materia prima (-160-260 mg/kg). Il materiale biologico utilizzato per la sua produzione, come la mucosa o i polmoni dei bovini, deve provenire da animali che soddisfano i requisiti sanitari adatti al consumo umano.

Il #TessutoAnimale è ancora l'unica fonte per la produzione commerciale di #eparina nell'industria farmaceutica. Condividi il Tweet

Ciò garantisce che gli animali macellati siano sani e privi di farmaci, come gli antibiotici. Per questo motivo, diversi produttori di eparina forniscono la piena tracciabilità del loro materiale di partenza ai macelli e agli allevamenti, per garantire il controllo completo dell’intera catena di approvvigionamento. Inoltre, dal 2013, l’intero processo è stato sottoposto al controllo delle Buone Pratiche di Fabbricazione (GMP), secondo EudraLex volume 4, allegato 2 delle linee guida UE “GMP per i medicinali per uso umano e veterinario”.

Oltre all’eparina bovina e suina, vengono utilizzati anche gli intestini ovini per produrre eparina farmaceutica. L’eparina ovina assomiglia più strettamente all’eparina suina che all’eparina bovina, motivo per cui sono stati avviati programmi per la produzione di eparina frazionata da fonti ovine. Come per le pecore, anche il dromedario (Camelus dromedaries) è stato suggerito come una possibile fonte affidabile di eparina, in quanto è privo di vincoli religiosi o di proccupazioni riguardanti la salute.

Il #MaterialeBiologico utilizzato per la produzione di #eparina deve provenire da #animali che soddisfano i requisiti sanitari adatti al consumo umano. Condividi il Tweet

I sottoprodotti dell’industria avicola potrebbero sembrare anch’essi una fonte ovvia per la produzione di eparina, per l’elevata produzione globale di carne di pollo e tacchino. Dall’intestino di pollo può essere estratta eparina attiva, che sembra avvicinarsi all’eparina di origine suina. Alcuni scienziati affermano che il pollo potrebbe essere una potenziale fonte di eparina biologicamente attiva, ed esistono anche rapporti sulla purificazione dell’eparina da salmone, gamberetti e vongole. Tuttavia, gli studi indicano che non c’è al momento una produzione commerciale dell’eparina da nessuna di queste fonti. Quindi, la mucosa intestinale suina è ancora la principale fonte dell’eparina prodotta a livello globale, che è anche legata alla produzione di budelli per l’industria di insaccati e salsicce.

L’approvvigionamento, l’isolamento e la purificazione di questo farmaco centenario sono ancora in evoluzione per ottimizzarne l’efficacia, la sicurezza del paziente e l’efficienza produttiva. Ciò che è sicuro, per il momento, è che gli animali sono ancora fondamentali per produrre questo farmaco essenziale.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.