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Da cellulosa a proteine: il prezioso lavoro bovino per l’evoluzione umana

La complessità del metabolismo dei bovini e le caratteristiche specifiche delle emissioni sono l’espressione di un lavoro di conversione svolto unicamente dal bovino. I ruminanti infatti, posseggono un vero e proprio sistema naturale di bio-fermentazione, costituito dai prestomaci: rumine, reticolo, omaso e abomaso.

Questi organi consentono la trasformazione della cellulosa contenuta nei vegetali, ossia della frazione non digeribile per l’uomo. La digestione della cellulosa nei ruminanti viene effettuata da parte di una complessa e ancora in parte sconosciuta flora microbica che si sviluppa unicamente in questi organi del bovino. È solo grazie a questo sistema che l’animale riesce a convertire prodotti vegetali (altrimenti indigeribili) in proteine nobili, come latte e carne.

Di fatto il processo biologico della ruminazione determina il passaggio dal mondo vegetale a quello animale. È questa la ragione per la quale i ruminanti sono stati i primi animali che, sin dalla preistoria, hanno convissuto con la specie umana, garantendole l’approvvigionamento di proteine ad alto valore biologico, partendo da vegetali poveri e privi di biodisponibilità per l’uomo.

C’è chi pensa che, per vari motivi, a partire da quelli nutrizionali, non ci sarebbe stata civiltà umana senza il bovino. Una dichiarazione forte, con cui siamo assolutamente d’accordo.

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Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.