“Cruelty free”, cosa vuol dire davvero
“Cruelty free” è un termine molto usato oggi, apposto sulle etichette di alcuni prodotti per segnalare l’assenza di crudeltà verso gli animali. Una dicitura ad effetto, ma che in realtà ha poco senso.
Quando leggiamo in etichetta “cruelty free” significa che per la realizzazione di quel prodotto non è stata arrecata nessuna sofferenza agli animali. Ma cosa significa, di preciso?
In realtà questa dicitura ha poco senso. Infatti tutti i prodotti in commercio sono “esenti da crudeltà”, altrimenti non potrebbero nemmeno essere venduti. Evidenziando invece in etichetta che un tipo di prodotto è cruelty free, si lascia a intendere che tutti gli altri al contrario non lo siano. E questo non è corretto.
#CrueltyFree significa che per la realizzazione di quel prodotto non è stata arrecata nessuna #sofferenza agli #animali. Ma per tutti i prodotti è così! Condividi il TweetPer legge tutti i prodotti che prevedono l’impiego di animali, come i cosmetici, detersivi o i medicinali testati sugli animali, oppure il cibo che gli animali producono, come carne, latte e uova, devono essere completamente “cruelty free” per poter essere commercializzati. Nessun animale viene maltrattato, e non viene arrecato di proposito nessun tipo di dolore o sofferenza.
La legge a riguardo è molto chiara e severa, disciplinata dal codice penale. Chi non la rispetta commette un vero e proprio reato, punito con la reclusione da tre mesi a un anno o con multe da 3.000 a 15.000 euro. Insomma conviene rispettarla, non solo per continuare a lavorare in tranquillità, ma anche perché un animale maltrattato non produce.
Gli #allevatori usano sofisticate #tecnologie per garantire il #benessere ai propri #animali. #CrueltyFree Condividi il TweetLo sanno bene gli allevatori, che vedono calare drasticamente le produzioni e i guadagni quando un animale sta male o in una condizione di disagio. Ecco perché oggi in allevamento si adottano sempre più strategie per assicurare il benessere di tutti gli animali, affidandosi anche agli strumenti innovativi che la tecnologia mette a disposizione.
È un nostro vanto in Italia avere uno dei servizi veterinari più efficienti d’Europa, guidati dal Ministero della Salute, che mette al primo posto nel concetto unico “One Health” la sicurezza alimentare, la salute dei consumatori, il benessere degli animali, la loro salute e quella dell’ambiente in cui vivono. Non conviene a nessuno lavorare in senso opposto.
Nonostante la #propaganda #veg, nella realtà gli #allevamenti sono tutti #crueltyfree per poter stare aperti a norma di legge, funzionanti e produttivi. Condividi il TweetNonostante i tentativi della propaganda vegan-animalista di far passare tutti gli allevatori come degli aguzzini intenti a generare volutamente sofferenze ai loro animali, se guardiamo la realtà degli allevamenti possiamo renderci conto che tutti sono effettivamente “cruelty free” per poter stare aperti a norma di legge, funzionanti e produttivi.
Avrebbe più senso allora la dicitura “stupid free”, da apporre sui veri cibi di origine animale. Un modo in più per distinguerli dai loro surrogati vegetali iper-processati, venduti facendo leva sull’inganno perché propagandati come salutari e identici come potere nutritivo a quelli reali che hanno la pretesa di sostituire. Battute a parte, i veri cibi di origine animale sono semplici, genuini e naturali, venduti per quello che sono, senza imitare niente e senza ingannare cittadini e consumatori. E naturalmente “cruelty free”.