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Cosa mangiano gli animali da allevamento?

Il mangime che viene destinato agli animali è composto da una miscela che include principalmente cereali (mais, grano, orzo) e proteine (soia) secondo una dieta che viene stabilita insieme ai veterinari sulla base delle necessità legate allo scopo dell’allevamento.

A volte gli alimenti vengono coltivati nelle stesse aziende agricole che gestiscono l’allevamento, in altri casi vengono acquistati sul mercato, come capita per esempio nel caso della soia, per la quale l’Italia non può essere autosufficiente e deve necessariamente attingere ai fornitori esteri.

Fermo restando il discorso della sicurezza, che viene salvaguardata dall’applicazione di metodi di controllo e rintracciabilità lungo tutta la catena alimentare, quando un’azienda ricorre all’acquisto sul mercato è più complesso attivare progetti di miglioramento della sostenibilità, perché è più difficile “mettere in filiera” il prodotto.

Molto spesso, la dieta degli animali è completata con scarti o sottoprodotti delle varie fasi di trasformazione industriale dei prodotti alimentari. Alcuni esempi sono frutta e vegetali non utilizzabili per la vendita, i sottoprodotti della macinazione dei cereali, pasta e prodotti da forno non conformi ecc.

Il vantaggio ambientale nell’utilizzo di questi materiali è duplice: si risparmia nella coltivazione dei mangimi e si evita il problema dello smaltimento dei rifiuti.

 

Testo estratto da “Il cibo perfetto” (M. Marino e C.A. Pratesi – Edizioni Ambiente)

 

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.