TOP

Classyfarm: sicurezza e benessere animale

In Italia, alle centinaia di controlli condotti quotidianamente negli allevamenti e quindi all’intensa attività di analisi, verifica e indirizzo, si aggiunge il sistema ClassyFarm. Vediamo insieme come funziona.

Un allevamento condotto in modo irresponsabile, con animali sporchi e maltrattati, ambienti inadeguati: immagini che un notiziario televisivo manda in onda, suscitando riprovazione e indignazione. Episodi che accadono di rado, ma vengono scorrettamente fatti passare per la regola. Ben vengano quindi le denunce su comportamenti criminali, i cui autori vanno perseguiti come prevedono le norme in materia. Ma ogni caso andrebbe contestualizzato, evitando di cadere nella “trappola” di una generalizzazione che non ha riscontro nella realtà, in particolare degli allevamenti italiani.

È un nostro vanto in Italia avere uno dei servizi veterinari più efficienti d’Europa, guidati dal Ministero della Salute (e non dell’Agricoltura, come avviene altrove). Ciò sottolinea che prima degli interessi degli allevatori ci sono quelli della sicurezza alimentare e della salute dei consumatori. Ma non basta, siamo anche il Paese guida nel controllo e nella certificazione della sicurezza degli allevamenti, comprendendo in questo termine dal benessere animale all’impiego corretto e controllato degli antibiotici.

Il sistema #ClassyFarm conferma che in #Italia, checché se ne dica, prima degli interessi degli #allevatori ci sono quelli della #SicurezzaAlimentare e della #salute dei consumatori. Condividi il Tweet

Un gigantesco lavoro di analisi, verifica e indirizzo ulteriormente valorizzato nel “pacchetto” ClassyFarm, progetto messo a punto dall’Istituto Zooprofilattico Ubertini, insieme all’università di Parma, che dopo il complesso e difficile rodaggio iniziale è nella fase operativa. Il tutto anticipando alcune regole predisposte da Bruxelles in tema di salute e benessere animale, tanto che oggi i nostri allevamenti si trovano un passo avanti rispetto al resto della zootecnia europea.

Vediamo qualche dettaglio di questo percorso. Si parte nel febbraio del 2018 con l’istituzione della figura del veterinario aziendale, al quale l’allevatore affida il compito di monitorare le fasi cruciali dell’allevamento, come benessere animale, alimentazione, stato di salute, impiego dei farmaci. Dati da raccogliere periodicamente e da trasmettere al sistema ClassyFarm per via informatica (attraverso il portale Vetinfo).

Il #Classyfarm funziona come un investimento finanziario: da una parte si fissano gli obiettivi di #benessere, #salute e #biosicurezza ideali; dall’altra ogni #allevamento riceve un punteggio. Condividi il Tweet

A questi dati si sommano quelli che giungono dal sistema dell’anagrafe animale (tutti gli animali in produzione zootecnica sono censiti) e dalla ricetta elettronica veterinaria. Sulla stessa rete confluiscono infine le informazioni che scaturiscono dai controlli e dalle informazioni raccolte sul campo dai servizi veterinari, in stalla come nei macelli.

Un complesso algoritmo provvede all’interazione fra tutti questi dati, per giungere infine a classificare ogni allevamento e ad attribuirgli una “pagella” che ne riassume i punti di forza e le eventuali criticità. Conoscenze utili anzitutto agli stessi allevatori, che vengono sensibilizzati ad intervenire nelle aree di minore efficienza. Perché, ad esempio, una riduzione del livello di rischio si traduce in un miglioramento delle performance di allevamento. Dati che aggregati per aree geografiche consentono poi interventi mirati, sia nell’effettuare i necessari servizi di vigilanza, sia per orientare scelte di tutela e sviluppo delle attività zootecniche.

Volendo fare un paragone, solo apparentemente forzato, Classyfarm funziona come un investimento finanziario. Da una parte sono fissati gli obiettivi di benessere, salute e biosicurezza ideali, ovvero il “benchmark” al quale tendere, dall’altra ad ogni allevamento viene attribuito un punteggio, in questo esempio il suo “rating”. Definiti questi due parametri, si dice agli allevatori dove e come investire. Migliorando le condizioni di allevamento se il punteggio sul benessere animale non è soddisfacente. Puntando sulla biosicurezza se il rischio di patologie si fa più elevato. Riducendo l’uso dei farmaci quando non servono. Una sorta di “servizio di consulenza” accessibile a tutti e non solo alle aziende più grandi e strutturate.

La certificazione degli #allevamenti attraverso il #ClassyFarm è nelle pieghe del #GreenDeal europeo e del #Farm2Fork, con particolare attenzione al tema del #BenessereAnimale. Condividi il Tweet

L’adesione a ClassyFarm da parte degli allevamenti è volontaria. Si potrebbe temere in questa scelta un limite, ma non è così. Perché solo attraverso ClassyFarm ogni allevamento potrà certificare il proprio “rating” e valorizzarlo sul mercato.

La certificazione degli allevamenti è peraltro nelle pieghe delle politiche europee del Green New Deal e del Farm to Fork, con particolare attenzione al tema del benessere animale. Un fronte quest’ultimo sul quale l’Italia cerca di muoversi in anticipo. Non solo con Classyfarm, ma anche con SQNBA, cacofonico acronimo di “Sistema di qualità nazionale per il benessere animale.” La sua nascita risale al luglio del 2020, nascosta fra le centinaia di articoli della Legge 77/2020. I suoi obiettivi si muovono in sintonia con ClassyFarm e tendono a condurre gli allevamenti italiani su standard di ulteriore eccellenza sul fronte del benessere animale.

Chi riuscirà nell’impresa, impegnativa e costosa, potrà contare su una certificazione di qualità. Superiore a quella che presto troverà posto nei regolamenti comunitari. Quando accadrà, gli allevamenti italiani saranno già pronti.

Giornalista professionista, laureato in medicina veterinaria, già direttore responsabile di riviste dedicate alla zootecnia e redattore capo di periodici del settore agricolo, ha ricoperto incarichi di coordinamento in imprese editoriali. Autore di libri sull'allevamento degli animali, è impegnato nella divulgazione di temi tecnici, politici ed economici di interesse per il settore zootecnico.