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Chi mangia carne è meno depresso

Mangiare carne dà un senso di buon umore. Non è solo una questione di piaceri della tavola, alimentazione equilibrata e quindi buona salute, ma anche di carenze che possono portare alla depressione. Lo riconferma uno studio pubblicato sul British Journal of Nutrition.

Sono già noti studi che legano la dieta vegetariana ad una maggior probabilità di soffrire di depressione, ed oggi un altro studio recentissimo pubblicato sul British Journal of Nutrition conferma ancora una volta che chi mangia carne è meno depresso.

Lo studio “Invecchiare in Chianti” ha analizzato le associazioni bidirezionali tra l’assunzione di diversi gruppi di alimenti e sintomi depressivi in 1058 italiani di età compresa dai 20 ai 102 anni. Le valutazioni effettuate dopo 3, 6 e 9 anni hanno mostrato che chi mangia poca carne rossa, sia fresca che trasformata, ha registrato un punteggio più alto in sintomi depressivi, dimostrando che esistono associazioni tra quel che si mangia e la depressione.

Anche assunzioni più basse di pesce e di verdure sono state associate ad un maggior punteggio di depressione, come l’abuso di dolci, latticini e snack salati, mentre un’assunzione più alta in carne rossa fresca e trasformata è stata associata a ridotti sintomi depressivi, anche se sono necessarie ulteriori prove per stabilire le associazioni causali tra i diversi gruppi alimentari e la depressione.

Già lo studio della Bristol University aveva rilevato un punteggio più alto di depressione in chi segue una dieta vegetariana, con quasi il doppio della probabilità, evidenziando come la mancanza di vitamine e minerali in chi rinuncia alla carne, specialmente di vitamina B12, possa influenzare negativamente l’umore e la salute mentale.

Lo scarso apporto di ferro e vitamina B12, importante nella produzione di sostanze chimiche del cervello, l’eccesso di omega-6 contenuti negli oli vegetali e gli alti livelli ematici di fitoestrogeni conseguenti a diete troppo ricche di soia e vegetali, potrebbero essere potenziali fattori di rischio e persino la decisione di adottare una dieta vegetariana può essere essa stessa un sintomo di depressione, secondo gli autori dello studio, entrando in un pericoloso circolo vizioso.

La carne, specialmente la carne rossa fa parte anche della top ten degli alimenti che danno la felicità, grazie alla ricchezza di triptofano, amminoacido essenziale capace di stimolare la serotonina, il neurotrasmettitore del buonumore, ma anche di vitamine del gruppo B, vitamina D, minerali anti-stress come ferro, zinco, rame, magnesio e selenio e grassi omega 3, tutti nutrienti utili per alzare il tono dell’umore e combattere gli stati depressivi.

Non è difficile dunque capire come mai i risultati degli studi sul legame tra cibo e depressione siano tutti concordi nel mostrare che chi mangia carne è meno depresso: una bella bistecca sulla griglia mette felicità anche solo a guardarla.

Redazione Carni Sostenibili

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.