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Carne di maiale e longevità: c’è davvero un legame?

Il segreto della longevità è un mistero che tutti noi vorremmo scoprire e gli studiosi da sempre tentano di svelarne le possibili cause, andando a cercarle principalmente in ciò che mangiamo e nello stile di vita.

Come abbiamo visto in occasione della Longevity Run, la longevità è una caratteristica molto italiana, e molto legata sia ai nostri stili di vita che a ciò che mangiamo. Analizzando ad esempio la dieta delle popolazioni più longeve o sentendo parlare gli ultracentenari attraverso interviste, sorprende un singolare punto in comune. Nella loro alimentazione c’è sempre lei: la carne di maiale. Ma potrebbe davvero esserci un legame tra il consumo di questa carne e la longevità?

Un esempio lampante arriva dagli abitanti di Okinawa, in Giappone, tra i più longevi al mondo e in grado di mantenersi attivi e in salute fin oltre i novant’anni. Osservando la loro piramide alimentare si scopre che non è poi tanto diversa dalla nostra Dieta Mediterranea, con cui condivide tradizioni culinarie molto simili.

Per gli abitanti di Okinawa, in Giappone, tra i più longevi al mondo e in grado di mantenersi attivi e in salute fin oltre i novant’anni, “l’unica cosa che non si mangia del maiale è la sua voce”. Condividi il Tweet

In particolare, la carne di maiale sembra essere vitale nella loro cultura: di questo animale non viene infatti sprecato nulla, valorizzandolo in tutte le sue parti, al punto da essere famosa la frase “l’unica cosa che non si mangia del maiale è la sua voce”: testa, piedi, stomaco, lingua e soprattutto le interiora e le orecchie, molto consumate ancora oggi, sono ingredienti essenziali di un’ampia varietà di piatti tradizionali, oltre che utilizzare la testa o parti del maiale come decorazioni in occasioni speciali e nelle festività.

Il risultato a livello nutrizionale è un ampio introito di vitamine del gruppo B, specialmente di B3, la niacina, e di vitamina B1, che aiuta ad aumentare il metabolismo, a convertire i grassi in energia e svolge un ruolo chiave nel ridurre il colesterolo cattivo. Si dice che sia proprio questo il segreto dei laboriosi abitanti di Okinawa per sentirsi sempre sani e pieni di energia, per alleviare la fatica e sopravvivere nella stagione calda. Ma soprattutto la buona dose di selenio e zinco, di grassi benefici omega 3 monoinsaturi e a catena lunga PUFA, e i bassi livelli di omega 6 e grassi saturi.

Il maiale è anche una fonte eccellente di collagene e glicina, un amminoacido non essenziale che ha rivelato molti benefici per la salute, tra cui un effettivo prolungamento della durata della vita nei ratti a cui sono stati forniti supplementi di glicina ed il contenuto di sostanze bioattive antiossidanti come la vitamina E, il coenzima Q10, la taurina, glutammina, creatina, creatinina, carnosina e anserina aumentano decisamente l’interesse verso questo tipo di carne, che potrebbe realmente dare un contributo significativo al benessere e alla maggior aspettativa di vita della popolazione.

Il maiale è anche una fonte eccellente di collagene e glicina, un amminoacido non essenziale che ha rivelato molti benefici per la salute, tra cui un effettivo prolungamento della durata della vita. Condividi il Tweet

C’è anche una credenza secondo cui gli abitanti di Okinawa siano soliti mangiare gli organi interni del maiale perché, essendo i più simili a quelli dell’uomo, sarebbero in grado di fornire i “pezzi di ricambio” per riparare i propri organi e prevenire patologie. Secondo questo modo di pensare, essendo il maiale geneticamente simile all’uomo, le sue proteine riuscirebbero più delle altre a riparare anche i danni alle arterie ed evitare così patologie cardiovascolari. Si tratta solo di credenze, per ora senza fondamento scientifico, ma comunque molto suggestive e curiose.

In realtà non serve andare lontano per svelare i misteri della longevità: anche la nostra Sardegna fa parte delle Zone Blu del pianeta, il che ha suscitato notevole interesse verso i suoi cibi tradizionali come dei potenziali fattori causali, con una società organizzata attorno ad un’economia pastorale efficiente, dipendente principalmente dall’allevamento del bestiame e quindi con un consumo di alimenti di derivazione animale piuttosto alto. Ancora oggi gran parte della popolazione sarda, specialmente gli anziani ultracentenari, segue la dieta tradizionale e si potrebbe ipotizzare un legame tra i benefici per la salute con questi alimenti ricchi di nutrienti.

Anche se il segreto della longevità non è stato ancora svelato, la carne di maiale insieme a molti alimenti semplici e ad uno stile di vita attivo è sicuramente un’ottima base di partenza per una lunga vita in salute. Condividi il Tweet

Anche qui la carne di maiale, insieme a quella di pecora, conserva il suo posto d’onore: basti pensare al famosissimo porcetto o porceddu, il maialino da latte cotto allo spiedo, una specialità della tradizione culinaria sarda che, con altre eccellenze del territorio come i prosciutti di cinghiale o di maiale allevato allo stato brado e i formaggi tipici, costituiscono un patrimonio di prodotti genuini locali da studiare per la ricerca di una possibile correlazione con la longevità.

Insomma, anche se al momento il segreto della longevità non è stato ancora svelato, una cosa è certa: la carne di maiale insieme ad una lunga lista di alimenti semplici e sani e ad uno stile di vita (anche socialmente) attivo fa parte da sempre della nostra cultura mediterranea, ed è sicuramente un’ottima base di partenza per una lunga vita in salute.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.