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impatti produzione carne sintetica

Carne sintetica? Impatta fino a 50 volte di più

Nonostante gli investimenti miliardari, anche nel diffondere una compiacente narrazione “green” sui media, gli impatti per produrre carne sintetica sono da 10 a 50 volte maggiori rispetto a quelli delle carni naturali.  

Avevamo già dato conto in questo sito dell’infondatezza di quanto sbandierato dai sostenitori della carne artificiale circa la sua sostenibilità ambientale, ma ci eravamo sbagliati, e anche di grosso, per difetto. Le nostre stime, basate sulla letteratura più recente raccolta dal report di Wageningen, ci aveva portato a valutare in 2,5 volte il contributo al riscaldamento globale della carne artificiale rispetto a quella naturale (costituita da tutte le carni provenienti dalle diverse specie allevate) nel caso in cui tutta la domanda fino al 2030 fosse coperta dal prodotto industriale (lasciando immutato il quadro produttivo contemporaneo). 

Prima, però, di addentrarci nella sorprendente novità, chiariamo perché noi di Carni Sostenibili ci ostiniamo a qualificare questi prodotti come artificiali e non utilizziamo il termine “carne cellulare”, come suggerito recentemente dalla FAO-WHO nel famoso report che illustra i pericoli derivanti dal consumo di tali “alimenti”. 

Nonostante gli #investimenti miliardari, anche nel diffondere una compiacente narrazione #green sui media, gli impatti della #CarneSintetica sono da 10 a 50 volte maggiori di quelli delle #carni naturali. Condividi il Tweet

La carne naturale (come tutti i cibi) è costituita da cellule e la loro coltivazione avviene con processi naturali all’interno degli animali che alleviamo, alimentiamo e curiamo per questo scopo. L’espianto di queste cellule e la loro messa in coltura extracorporea è un processo totalmente artificiale, così come, ad esempio, è artificiale (e in tal modo è anche legalmente riconosciuta) l’inseminazione strumentale delle femmine di tutte le specie.

La novità per cui torniamo su questo argomento in un lasso di tempo ridotto, è che è stato reso pubblico sulla piattaforma BioRxiv ® un lavoro pre-review di un gruppo di ricerca dell’Università della California di Davis che utilizza metodi di stima molto più accurati di quelli impiegati nelle precedenti pubblicazioni e arriva a una valutazione realmente sorprendente degli impatti della carne artificiale sull’ambiente.  

Gli autori partono da due modelli econometrici (TEA, Tecno-Economic Assessment), i cui schemi sono stati pubblicati recentemente su riviste peer reviewed, per derivare il processo di produzione della carne artificiale il più dettagliato possibile. Rispetto alle precedenti analisi di impatto, gli autori rilevano che il processo di rimozione delle endotossine dal medium di crescita cellulare è uno dei fattori chiave

La produzione #InVitro laboratorio della #CarneSintetica, o #CarneArtificiale, è più impattante su #clima e #ambiente degli #allevamenti. Ecco perché. Condividi il Tweet

In particolare, i firmatari del lavoro ci informano che “Le endotossine, note anche come lipopolisaccaridi (LPS), sono una componente critica della membrana esterna dei batteri Gram-negativi. Le endotossine contengono una frazione polisaccaridica idrofilica, che è covalentemente legata a un lipide idrofobico noto come lipide A. I batteri Gram negativi sono ubiquitari nell’ambiente e si trovano comunemente nell’acqua di rubinetto. Nelle colture cellulari la presenza di endotossine può avere un’ampia varietà di effetti. Per esempio, a una concentrazione di endotossina di appena 1 ng/ml, i tassi di successo della gravidanza si riducono di 3-4 volte durante la fecondazione in vitro di embrioni umani. I batteri Gram negativi rilasciano piccole quantità di endotossina nell’ambiente quando proliferano e ne rilasciano grandi quantità quando sono inattivati.” 

I processi di purificazione da queste endotossine ubiquitarie sono molto dispendiosi in termini di consumo di risorse e di impatti ambientali e sono necessari soprattutto quando si passa da colture cellulari di piccola entità, quali quelle attualmente in essere, a reattori di grandi dimensioni previsti per la produzione in scala industriale della carne artificiale

Le sostanze nelle quali vengono fatte crescere in laboratorio le #CelluleStaminali della #CarneSintetica hanno un forte impatto sull’#ambiente, a causa dei processi per evitare la formazione di #tossine o #batteri. Condividi il Tweet

Gli autori hanno costruito tre scenari base e altrettanti con fattori di purificazione dalle endotossine dei processi produttivi: l’inclusione della purificazione, ritenuta dagli scienziati indispensabile, porta a emissioni da un minimo di 246 a un massimo di 1.508 di CO2e per kg di prodotto, da 4 a 22 volte maggiori della mediana dei dati ottenibili in letteratura, riferita a emissioni per kg di carne bovina disossata, libera da grasso, con aggiunta di frattaglie. 

Se comparati al kg del mix di carni naturali attualmente disponibili sul mercato mondiale, questi impatti risultano da 10 a 50 volte maggiori.  Alla luce di questi risultati, la conclusione degli autori è lapidaria: “Il nostro modello contraddice in generale gli studi precedenti, suggerendo che l’impatto ambientale della carne coltivata è superiore a quello dei sistemi di carne bovina convenzionali, invece di essere più rispettoso dell’ambiente. Si tratta di una conclusione importante, dato che gli investimenti sono stati specificamente allocati a questo settore con la tesi che questo prodotto sarà più rispettoso dell’ambiente rispetto alla carne bovina.”

Presidente Emerito dell'Associazione per la Scienza e le Produzioni Animali, Professore Ordinario di Etica e Sostenibilità degli Allevamenti presso il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari e Presidente dell’Associazione Carni Sostenibili. Fra i migliori esperti globali in scienze animali, è incluso nel 2% di scienziati maggiormente citati al mondo.