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CARENZA LISINA

Carenza di lisina nelle diete povere di carne: conseguenze gravi sulla salute

Un nuovo studio porta a fare un passo avanti nella comprensione del rapporto tra corretta nutrizione, infiammazione e insorgenza di patologie, confermando che le proteine non sono tutte uguali.

L’aumento delle patologie non trasmissibili nelle popolazioni ad alto reddito è stato a lungo attribuito a comportamenti alimentari sbagliati, legati all’eccesso di cibo, specialmente cibi spazzatura iper-processati, ricchi di grassi, carboidrati raffinati e di calorie. Negli ultimi decenni però c’è stato un incremento di queste patologie anche tra le persone con basso status socio-economico, che seguono una dieta occidentale, ma che non possono permettersi proteine animali di buona qualità, basando quindi la loro alimentazione su cereali e proteine vegetali. Alcuni ricercatori hanno voluto approfondire la questione in uno studio, e hanno scoperto che è l’apporto insufficiente di lisina in queste diete povere di carne e di cibi animali ad aumentare i fattori di rischio per queste malattie.

La lisina infatti è un amminoacido essenziale che non può essere prodotto dall’organismo, deve essere fornito dagli alimenti, ed è il primo amminoacido limitante nei cereali. Ciò vuol dire che cereali come riso, grano e mais, su cui molte popolazioni basano la loro dieta, non contengono una quantità sufficiente di lisina. Ad esempio, il frumento ha il più basso contenuto di lisina, solo 22-35 mg/g di proteina, seguito dal riso (30-36 mg/g) e dal granturco (28-42 mg/g). Cereali, semi, frutta secca e legumi hanno una bassa qualità proteica con insufficienza o assenza di lisina, mentre i cibi di origine animale come carne, pollame, pesce e prodotti lattiero-caseari hanno un elevato contenuto di lisina, più di 2-7 volte la quantità trovata nei cibi vegetali.

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Ma a causa del costo elevato delle proteine animali, le comunità con basso status socio-economico ricavano il loro apporto proteico primario da fonti vegetali, principalmente cereali, costituendo più dell’80% dell’assunzione giornaliera di proteine. Questo si riflette inevitabilmente in una pesante carenza di lisina, con conseguenze molto gravi sulla salute, come ritardo o arresto nella crescita e nello sviluppo, perdita di massa muscolare, compromissione delle difese immunitarie, aumento degli stati infiammatori, ansia, iperattività e stress. Questo è il primo studio che si è proposto di valutare gli effetti della carenza di lisina, con esiti inaspettati, come l’attività pro-infiammatoria, l’ossidazione corporea, alterazioni funzionali nel fegato, gravi implicazioni cardiovascolari, maggior rischio di sviluppare patologie e peggioramento dello stato di salute nelle popolazioni malnutrite.

Poiché la lisina è anche l’amminoacido essenziale dominante per la produzione di albumina, se l’apporto di lisina è insufficiente attraverso la dieta, non ne resta abbastanza per sintetizzare una delle più grandi e importanti proteine plasmatiche, con ripercussioni negative sulle sue funzioni vitali per l’organismo. L’albumina infatti è una proteina di trasporto per gli amminoacidi, gli ormoni, le vitamine, i grassi, regola la pressione e gli scambi tra cellule. Con concentrazioni basse di questa proteina portante, si ha dunque un’alterazione dei parametri del sangue, del sistema immunitario, un aumento delle malattie infiammatorie, obesità e compromissione della salute generale. L’integrazione della dieta con lisina e amminoacidi essenziali infatti risolve queste problematiche, migliorando la funzione immunitaria, la crescita muscolare, prevenendo i danni dell’infiammazione sistemica e l’insorgenza di patologie.

Se l’apporto di #lisina è insufficiente attraverso la #dieta, non ne resta abbastanza per sintetizzare l'albumina, con ripercussioni negative sulle sue funzioni vitali per l’#organismo. Condividi il Tweet

Di qui l’importanza di una dieta completa di cibi con alta biodisponibilità di lisina, come la carne e i cibi di origine animale, in tutte le fasi della vita, specialmente nelle donne in gravidanza, anziani e bambini, per cui la lisina è uno degli amminoacidi essenziali più influenti per la loro crescita somatica e lo sviluppo cognitivo normali. La carenza di lisina è stata associata anche ad iperattività, stati d’ansia, squilibri nel cervello e alterazione della produzione dei vari neurotrasmettitori, suggerendo un ruolo protettivo della lisina a livello del sistema nervoso centrale e un suo effetto antidepressivo.

In conclusione, questo studio ha aggiunto nuovi tasselli per la comprensione del rapporto tra corretta nutrizione, infiammazione e insorgenza di patologie, confermando che le proteine non sono tutte uguali. Si aprono così nuovi scenari sul ruolo degli amminoacidi essenziali come la lisina e sulla qualità delle proteine, comprovando che bisogna fare attenzione quando si pensa di poter sostituire facilmente e senza conseguenze alimenti di ottima qualità proteica come la carne con altri di scarsa qualità proteica.

Agronomo e divulgatrice scientifica. Autrice e coautrice di 11 pubblicazioni scientifiche e di numerosi articoli riguardanti l’alimentazione umana e gli impatti della stessa sulla salute e sull’ambiente, nel 2010 ha conseguito il titolo di DoctorEuropaeus e Ph. Doctor in Produzioni Animali, Sanità e Igiene degli Alimenti nei Paesi a Clima Mediterraneo. Cura GenBioAgroNutrition, “un blog a sostegno dell’Agroalimentare Italiano, della Dieta Mediterranea e della Ricerca Biomedica, contro la disinformazione pseudoscientifica”, che aggiorna quotidianamente.