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Big data e zootecnia di precisione: una risorsa importante

La disponibilità di dati è fortemente in crescita anche in zootecnia, ma va sfruttata al meglio. Sprecare le opportunità che offre, infatti, priverebbe il sistema di competitività fondamentali. E porterebbe a un evitabile spreco di risorse.

Abbiamo parlato in precedenza dell’opportunità che la quarta rivoluzione industriale anche per la zootecnia. Big data, intelligenza artificiale ed Internet delle cose possono essere un valido aiuto nella cura degli animali, nella gestione delle stalle e nell’uso più efficiente delle risorse che servono ad un allevamento per funzionare in maniera ottimale.

Come già dimostrato in un nostro precedente lavoro (Atzori et al., 2013), infatti, la corretta gestione dei processi aziendali consente di incrementare le performance aziendali e generare profitti (Figura sotto). Seguendo le frecce si può osservare che parte di questi profitti sono destinati a investimenti tecnologici per il supporto decisionale. Questi non sono altro che strumenti capaci di registrare automaticamente informazioni e generare big data.

Figura. Circuito di retroalimentazione o feedback loop della agricoltura e zootecnia di precisione (Atzori et al., 2013).

La disponibilità di informazioni e l’elaborazione automatica dei report è oggi alla base del miglioramento della qualità organizzativa degli allevamenti e la conseguente capacità di generare ulteriori profitti dagli investimenti eseguiti. La freccia rossa indica un pericoloso “collo di bottiglia” causato dal gap informativo.

La possibilità di migliorare la gestione aziendale a partire dalle informazioni disponibili è proporzionale alla capacità di comprensione ed elaborazione dei dati, che dipende a sua volta dalla conoscenza dei fenomeni. Le fonti informative installate presso gli allevamenti, depositate un cloud (aperto o chiuso) delle industrie messe a disposizione in reti condivise, costituiscono il principale aggregato di big data in agricoltura e zootecnia.

Il paradigma dell’agricoltura e della zootecnica di precisione funziona solo se supportato dalla corretta informazione. Infatti, avere a disposizione tecnologia non significa riuscire a ottimizzarne l’uso. La sottoutilizzazione e la errata interpretazione delle informazioni provenienti da tecnologie informatiche e supporti decisionali porta elevate perdite economiche (Bewley, 2012).

Gli allevatori sono propensi all’adozione di tecnologie avanzate (compresi gli smartphone), ma in genere le utilizzano male e poco. In pratica le ditte propongono agli allevatori, che le acquistano, tecnologia informatica sempre più potente e sofisticata, ma le potenzialità informative sono trasferite solo parzialmente al settore e sono poco utilizzate per la gestione.

La disponibilità di dati è fortemente in crescita anche in zootecnia e la sfida è da intendersi aperta per la comprensione delle informazioni e dei messaggi che dai dati possono essere messi a disposizione dell’efficienza degli allevamenti e della professionalità degli allevatori e dei tecnici.

Gli allevatori sono terminali intelligenti: tutti hanno uno smartphone e moltissimi di loro frequentano i social. Buttare a mare questa opportunità priverebbe il sistema di una competitività fondamentale per il consolidamento interno e l’eventuale aggressione dei mercati esterni.

Presidente Emerito dell'Associazione per la Scienza e le Produzioni Animali, Professore Ordinario di Etica e Sostenibilità degli Allevamenti presso il Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari e Presidente dell’Associazione Carni Sostenibili. Fra i migliori esperti globali in scienze animali, è incluso nel 2% di scienziati maggiormente citati al mondo.