
Benefici della carne rossa nell’era del “meat-free”
La tendenza a ridurre il consumo di carne rossa, promossa in nome di presunti benefici per la salute e l’ambiente, è sempre più incoraggiata, anche dalle Istituzioni.
Lo sappiamo bene: da qualche anno va di moda scagliarsi a priori contro la carne rossa. E questo avviene in ogni ambito. Tuttavia, iniziative “meat free” adottate in contesti chiave, come mense scolastiche e ospedaliere, ignorano le potenziali conseguenze legate alla carenza di nutrienti essenziali forniti dalla carne rossa. A sollevare l’allarme è un nuovo studio che approfondisce il valore nutrizionale della carne rossa, ne evidenzia i benefici per la salute e analizza i rischi associati a una sua significativa riduzione o completa eliminazione dalla dieta.
La carne rossa è un alimento straordinariamente ricco di nutrienti
La carne rossa è in grado di fornire proteine di alta qualità e micronutrienti essenziali ad elevata biodisponibilità, come ferro, zinco, vitamina B12, creatina e carnosina, spesso carenti nella dieta. Questi nutrienti, fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo, sono limitati o del tutto assenti negli alimenti di origine vegetale e, in alcuni casi, anche in quelli di origine animale, come latte e uova.
Rispetto agli alimenti vegetali, le proteine animali offrono una qualità superiore, poiché contengono tutti gli amminoacidi essenziali in proporzioni ottimali. Il profilo nutrizionale della carne rossa risulta prezioso per categorie vulnerabili come i bambini, anziani, le donne in età fertile e durante la gravidanza, anche per la densità proteica e micronutrizionale della carne rossa. In particolare, le proteine nobili della carne rossa svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo cognitivo e nella crescita infantile: studi hanno evidenziato che i livelli di aminoacidi circolanti sono sensibilmente più bassi nei bambini vegani rispetto a quelli onnivori, sottolineando l’importanza della qualità proteica nella dieta. Per questa ragione, numerose organizzazioni nutrizionali e pediatriche, insieme a una recente revisione sistematica, scoraggiano l’adozione di diete vegane e vegetariane per i bambini e le donne in gravidanza.
Carne rossa, efficace contro sovrappeso e obesità
Consumare proteine di alta qualità in quantità adeguate è essenziale per mantenere la massa muscolare, promuovere la perdita di peso. È dimostrato che un’assunzione di proteine superiore alle attuali raccomandazioni giornaliere aiuta a preservare la massa muscolare durante la restrizione calorica, e proprio l’inclusione di carne rossa rappresenta un’opzione efficace per la gestione del sovrappeso e dell’obesità, grazie all’effetto saziante delle sue proteine.
Sebbene i fabbisogni proteici e di amminoacidi essenziali possano essere soddisfatti anche con una dieta vegana, ciò comporta un consumo significativamente maggiore di cibo e kilocalorie, rendendo il consumo di carne rossa un’opzione più equilibrata dal punto di vista nutrizionale. Inoltre, studi hanno evidenziato che soggetti obesi che hanno seguito un modello alimentare mediterraneo includendo carne rossa di manzo e maiale hanno ottenuto una riduzione significativamente maggiore del colesterolo LDL (colesterolo “cattivo”) e del colesterolo totale.
Meno carne, più carenze
Un’alimentazione che esclude o riduce drasticamente gli alimenti di origine animale a favore di una dieta “plant-based” può aumentare significativamente il rischio di carenze nutrizionali. In particolare, un apporto insufficiente di ferro durante la gravidanza è strettamente associato alla riduzione del consumo di carne rossa. Negli ultimi 15 anni, la carenza di ferro tra le donne di età compresa tra 15 e 49 anni è aumentata, proprio a causa della diminuzione dell’assunzione di carne bovina.
Il ferro eme, presente esclusivamente negli alimenti di origine animale, è due o tre volte più biodisponibile rispetto al ferro non eme presente nei vegetali. Per questa ragione, i vegetariani devono consumare quasi il doppio del ferro alimentare rispetto a chi segue una dieta onnivora per soddisfare i propri fabbisogni. Gli studi dimostrano che la prevalenza di carenza di ferro è significativamente più alta tra i vegetariani, nonostante il consumo di uova, poiché si tratta di ferro non eme, caratterizzato da una biodisponibilità limitata.
I vegetariani e i vegani sono più esposti anche al rischio di carenza di zinco, poiché i fitati presenti nei vegetali ne riducono l’assorbimento a livello intestinale. Una recente indagine ha evidenziato che i pasti vegetariani contengono livelli significativamente inferiori di zinco rispetto a quelli non vegetariani, e questo è particolarmente preoccupante per i bambini, che necessitano di adeguate quantità di questo nutriente per garantire una crescita e uno sviluppo ottimali. Tra le fonti alimentari, la carne rossa dei ruminanti rappresenta, dopo le ostriche, una delle migliori fonti di zinco biodisponibile.
La carne rossa è una fonte cruciale di nutrienti essenziali
In generale, la carne rossa è una fonte cruciale di nutrienti essenziali in tutte le fasi critiche della vita. Gli studi epidemiologici che indicano una possibile associazione tra un consumo elevato di carne rossa e un aumento del rischio di alcune malattie croniche non dimostrano in modo conclusivo che sia la carne stessa la causa diretta dello sviluppo di tali patologie. In molti casi, le evidenze scientifiche presentano un livello di certezza basso o molto basso, mentre i rischi assoluti correlati a un suo consumo elevato risultano comunque limitati.
Quando inserita all’interno di un modello alimentare sano, la carne rossa contribuisce a ridurre il rischio di carenze di micronutrienti, migliora i fattori di rischio cardiometabolico, aiuta a prevenire la sarcopenia negli anziani e supporta la salute generale. Inoltre, il suo consumo è stato associato a una riduzione della mortalità infantile e a una maggiore aspettativa di vita nel 90% della popolazione globale.
Nella formulazione di raccomandazioni sulla salute pubblica e sulla nutrizione, è fondamentale bilanciare il profilo nutrizionale e i benefici della carne rossa con la debolezza delle evidenze scientifiche che ne scoraggiano l’assunzione. Raccomandazioni dietetiche ben ponderate e fondate dovrebbero tenere conto di questi fattori, per garantire un approccio equilibrato e basato su solide evidenze.