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BBC: “La dieta vegana può influenzare negativamente l’intelligenza”

Nuove evidenze dalla scienza ribadiscono un concetto che a molti di noi può sembrare scontato, ma che va ripetuto e diffuso con decisione: diete restrittive come quella vegana possono influire negativamente sul corretto funzionamento cerebrale, e quindi sull’intelligenza.

Che la dieta vegana fosse povera o in alcuni casi del tutto priva di nutrienti essenziali è ormai risaputo, ma nuove evidenze scientifiche suggeriscono che diversi di questi nutrienti sono talmente importanti per il cervello che una loro carenza prolungata nel tempo potrebbe influenzare negativamente le capacità intellettive di chi rinuncia alla carne.

Antropologi e scienziati sono concordi che la carne ha contribuito a farci diventare quello che siamo, una specie evoluta ed intelligente: dal momento che il cervello divora circa il 20% delle nostre calorie giornaliere, solo un alimento efficiente come la carne, di cui i nostri antenati si sono cibati per millenni, ha il potere di soddisfare pienamente questo enorme dispendio intellettivo.

Alcuni #nutrienti sono così importanti per il #cervello che una loro carenza prolungata può influenzare negativamente le capacità intellettive di chi rinuncia alla #carne. Condividi il Tweet

Oggi il veganismo è un trend in crescita e questo ha permesso anche di evidenziarne con sempre maggior rigore scientifico le preoccupanti lacune nutrizionali e i conseguenti effetti negativi sulla salute, come i danni irreversibili al sistema nervoso e allo sviluppo cerebrale. Già nel 2016 la Società tedesca per la nutrizione ha espresso categoricamente che le diete vegane non sono raccomandate per i bambini, le donne in gravidanza e allattamento e per gli adolescenti, posizione che è stata appoggiata anche dalla Royal Academy of Medicine in Belgio, la Sipps in Italia e da altre società autorevoli di nutrizione.

Ulteriori evidenze arrivano dalla scienza, dove uno studio condotto su bambini studenti in Kenya ha mostrato vantaggi significativi nelle performance intellettive e nell’abilità aritmetica in coloro che sono stati nutriti con carne rispetto ai vegetariani. Naturalmente sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati, ma sono già concordi con altri che hanno mostrato più bravura in matematica e migliori capacità di apprendimento e memoria negli studenti che mangiano carne rispetto a chi ne mangia troppo poca, quindi meno delle quantità raccomandate o non ne mangia affatto.

Questo perché diversi nutrienti vitali per il cervello come creatina, carnosina, taurina, omega-3 a catena lunga EPA e DHA, ferro eme e vitamine B12 e D3 semplicemente non esistono nei vegetali o sono presenti in quantità troppo limitate o poco biodisponibili, mentre si trovano in abbondanza proprio nella carne e negli alimenti di origine animale. E infatti la carenza di tutti questi nutrienti è purtroppo quasi la normalità per vegetariani e vegani, per cui studi ne mettono in mostra costantemente le quantità corporee inferiori e le ripercussioni inquietanti sulla salute.

“Ci sono alcuni casi tragici di bambini che hanno subito un arresto dello sviluppo cerebrale a causa dei loro genitori vegani male informati,” spiega David Benton, studioso del legame tra dieta e chimica del cervello presso l’Università di Swansea. “In un esempio, il bambino non era in grado di sedersi o sorridere. In un altro, è andato perfino in coma”.

Oggi il #veganismo è un #trend in crescita e questo ha permesso di evidenziarne con #RigoreScientifico le lacune nutrizionali e i conseguenti effetti negativi sulla #salute Condividi il Tweet

Questo a causa della carenza di B12, vitamina cruciale per i vegani, direttamente correlata anche al quoziente intellettivo di una persona. Uno studio ha scoperto che il cervello degli anziani che mostrano bassi livelli di B12 ha una probabilità di ridursi di sei volte superiore. La carenza di vitamina B12 è molto diffusa nei vegani: uno studio britannico la evidenzia nella metà del campione di popolazione preso in esame, mentre in India il problema è diventato perfino endemico, come conseguenza della cultura di non mangiare carne.

Altre carenze comuni e preoccupanti in chi non mangia carne riguardano il ferro eme, centrale per le prestazioni cognitive e nella velocità di elaborazione del cervello, e la vitamina D3, per cui nemmeno l’esposizione al sole riesce a colmare le deficienze nei vegani, mentre chi mangia carne ne ha quasi il 40% in più nel sangue. Stessa situazione per nutrienti chiave per il cervello, come la taurina, colina e creatina: la taurina è uno dei più abbondanti nel cervello umano, sostenendone diversi processi importanti, come la regolazione del numero di neuroni, e le principali fonti sono solo carne e frutti di mare, mentre risulta completamente assente nelle verdure. Per questo i vegani tendono ad esserne fortemente carenti influenzando negativamente le loro capacità cognitive.

Diversi #nutrienti vitali per il #cervello come #creatina, #carnosina, #taurina, #omega3 a catena lunga EPA e DHA, #FerroEme e #vitamine B12 e D3 non esistono nei vegetali. Condividi il Tweet

Anche la colina, che di recente ha già destato preoccupazione tra gli esperti, è fondamentale per la capacità di pensare, trasmettendo messaggi tra cellule nervose, e le fonti più ricche sono uova, carne di manzo e frutti di mare. Secondo una ricerca inedita vegetariani e vegani mostrano livelli estremamente bassi di colina: in particolare i bambini di madri che hanno consumato nell’ultimo trimestre di gravidanza il doppio della quantità di colina considerata adeguata, circa 930 mg al giorno, hanno migliorato la velocità di elaborazione delle informazioni, con un vantaggio cognitivo duraturo nel tempo, mentre un vegetariano ne assume circa un quinto di questa quantità, con conseguenze negative immaginabili.

Ugualmente la creatina, importante per gli sportivi per aumentare la resistenza e la potenza muscolare, svolge funzioni benefiche per il cervello, aumentando la memoria e riducendo la stanchezza mentale. Completamente assente nei vegetali, vegani e vegetariani ne soffrono la carenza ed uno studio ha evidenziato come l’intelligenza di vegetariani e onnivori cambiava dopo cinque giorni di integrazione, portando evidenti benefici nei vegetariani, mentre chi mangia carne vantava già quantità soddisfacenti e appropriate di creatina nel cervello.

Ci sono casi tragici di #bambini che hanno subito un arresto dello #SviluppoCerebrale a causa di #genitori #vegani male informati - spiega #DavidBenton, Università di Swansea. Condividi il Tweet

“Trovo inquietanti i potenziali deficit di creatina nei vegani”, afferma Nathan Cofnas, biologo dell’Università di Oxford e autore di una recensione sull’argomento. “Ci sono ancora così tante incognite, perché quando ci si scosta dalla dieta più adatta alla nostra specie verso un’altra che non è stata ancora ben testata e valutata se sia davvero salutare e adeguata a nutrire il cervello, si sta facendo un esperimento e assumendo un rischio“.

“Credo che ci saranno alcune ripercussioni dal momento che le diete vegetali stanno decollando,” commenta Taylor Wallace, scienziato alimentare e CEO della società di consulenza nutrizionale Think Healthy Group: “Non dico che siano di per sé cattive, ma credo che non stiamo educando abbastanza le persone sui nutrienti che sono per lo più nei prodotti animali. Lo dico sempre: se vuoi essere vegano o vegetariano va bene, non vado certamente contro di loro, ma bisogna considerare che ci sono circa 40 nutrienti essenziali ed è davvero dura per i vegani ottenere tutto ciò di cui il cervello ha bisogno“.

Il Progetto “Carni Sostenibili” vuole individuare gli argomenti chiave, lo stato delle conoscenze e le più recenti tendenze e orientamenti tecnico scientifici, con l’intento di mostrare che la produzione e il consumo di carne possono essere sostenibili, sia per la salute che per l’ambiente.